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Gormenghast.
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Mi sono perso...schede prestabilite che comportano meno distinzione fra le campagne create? Stereotipo del manuale?
Ammetto che quasi tutto il senso del post mi sfugge, ma su quel paio di cose che mi è parso di capire posso rispondere. Innanzitutto creare un ambientazione è un lavoro molto rischioso e complesso, che anche con anni di esperienza nei giochi di ruolo è sempre un salto nel vuoto per ogni narratore. Le ambientazioni custom sono per forza di cose più parziali di quelle già esistenti e, alla lunga, i vuoti e le contraddizioni che in essere si creano diventano più opprimenti delle linee guida offerte da settings precostruiti; inoltre i giocatori tendono a sentirsi spaesati quando non possono gestire i propri PG su basi conosciute, mentre questi dovrebbero sapere perfettamente come gira il mondo visto che ci sono cresciuti.
Riguardo alle differenze fra i due giochi (suppongo D&D e WoD), tra l'uno e l'altro cambia praticamente tutto. Il primo è pesantemente incentrato sul combattimento e sullo sviluppo de personaggi sotto il piano della competitività negli scontri; il secondo si concentra sulla storia, sulle interazioni e sulla psicologia, per quanto esista anche una componente "action" che però non ne rappresenta la parte fondamentale.
In sintesi D&D sta a Diablo (azione al primo posto, il contesto è secondario) come WoD sta ad un'avventura grafica (centralità della trama e della caratterizzazione, azione solo se serve alla trama). E' il paragone più semplice che mi è venuto in mente ma è molto limitato; come detto, ti suggerisco di leggere le campagne presenti qui in forum per farti un'idea più concreta di cosa stiamo parlando. -
Ciuchetto.
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Probabilmente mi sono espresso male,intendevo dire che sviluppando campagne su ambientazioni (caratterizzata da societa e atmosfera) precostruite,gli elementi alterabili per il narratore sono minori e quindi la longevità del gioco diminuisce.
Il mio parere ( basato su letture di alcuni paragrafi/capitoli di WOD e di D&D ed.3.5 e su alcune campagne in pbf ) è che molto sia determinato dalla modalità con cui il narratore imposta la propria campagna.
Ad esempio a mio parere la tua campagna "Di Rose Scarlatte e Rovi di Spine" e la campagna di Nonpropriolegale "Il fuoco nella pietra,Atto I "
sono ambedue molto valide,sia per la modalità di narrazione adottata,sia per l'utilizzo di un lessico mirato e rappresentativo;inoltre entrambe presentano una buona componente ruolistica.
Ti avverto comunque che non ho letto integralmente le campagne(anche perche la tua non e terminata ).
La mia è comunque un opinione di un esordiente nel mondo dei GdR cartacei,quindi è probabile che abbia preso un abbaglio.