"Una Prospettiva Umana"

Un racconto di SC

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    Episodio 1.

    Charl Grissom interagì riluttante con il terminale di navigazione della sua nave. Fece scorrere per un po’ senza meta le sue mappe stellari, con occhi concentrati solo a metà, guardando le luci colorate che danzavano sullo schermo senza prestare realmente attenzione ai dati di navigazione.
    “Sarebbe bello se potessi rimanere qui nello spazio Banu", disse alla sua nave, e non per la prima volta. La Reacher - la sua unica compagna fedele - era un piccolo cargo Banu , l'equivalente umana più simile sarebbe una Freelancer, egli immaginava. Charl aveva speso fino all'ultimo dei crediti della pensione dell’esercito su di lei, anni fa, per effettuare solo le modifiche indispensabili per adattare meglio il velivolo alieno alla sua fisiologia umana. Lui rise la prima volta che aveva pilotato la Reacher fuori dallo spazio porto, e l'equipaggio Banu impegnato nella modifica rideva insieme a lui - cioè, i Banu non è che poi ridessero così tanto, più che altro sputavano e tremavano – perché sapevano bene quanto potesse essere scomoda per un umano quella posizione. Ma a Charl andava bene così.
    "Controlliamo il vecchio conto crediti", disse, fingendo ottimismo. "Forse qualcuno è morto e mi ha lasciato una fortuna." Ma quando visualizzò il suo saldo, notò che non vi era stato alcun cambiamento, ma era quello che si aspettava. Egli era a secco - in rosso , in realtà, da quando aveva preso un prestito superiore al limite del suo conto, addirittura. Niente soldi per le provviste, e neanche per il carburante. Se non fosse saltato presto lui sarebbe rimasto arenato qui, ai margini dello spazio Banu.
    "Ma sarebbe poi così male?" Rifletteva a voce alta. L'alternativa sarebbe stata un ritorno allo spazio imperiale, contratti umani, interazione umana, forse anche supplicare un lavoro dal consorzio dei suoi zii... che aveva evitato con successo per oltre quattro anni. Attualmente, si trovava con la Reacher in orbita profonda nel sistema Banu di Geddon, ma ancora abbastanza vicino all’unico mondo abitato del sistema per mantenere un tenue canale di comunicazione.
    Evitò il riverbero delle luci del terminale di navigazione che provenivano dal lato opposto della cabina di pilotaggio. Quando finalmente guardò e vide dove aveva distrattamente fermato lo scorrere delle mappe stellari, il suo umore si inasprì ulteriormente.
    "Sistema di Orione. Certo. "Casa, tornare nello spazio UEE... fisicamente la sua casa, ma non emotivamente. Quelle migliaia di ricordi che ognuno ha della propria infanzia? Quelli di Charl erano tutti nel sistema di Orione. Il Padre che affidò tutto a loro per andare su Armitage. Poi i predoni Vanduul devastarono la loro casa, non una, ma ben due volte. La mamma e le due sue sorelle perdute. Nulla nei suoi ricordi ha lasciato alcun legame vincolante a casa.
    Charl si agitò ancora un po’ sul sedile del pilota, adoperandosi con questo e quello, lamentandosi inutilmente della sua mancanza di fondi e lavori recenti. Infine, si slacciò e fluttuò di nuovo verso la sua cabina - aveva sperato che mantenere le piastre gravitazionali della nave spente gli avrebbero fatto guadagnare un paio di giorni extra di energia – quindi attaccandosi al velcro nella sua cuccetta egli si addormentò sperando in un miracolo.
    Il suo miracolo apparve mentre dormiva, nella forma di un nuovo messaggio nella casella di posta elettronica del suo CommRelay.
    "Grandioso", gemette. "A chi altri devo dei soldi?" Toccò lo schermo per avere ulteriori dati.
    "Lyshtuu!" Charl trattenne il respiro e si lasciò pervadere da una cauta speranza. Egli toccò nuovamente lo schermo per riascoltare la comunicazione, facendo una smorfia come se una mano fosse uscita fuori e gli avesse dato uno schiaffo in faccia.
    Lo strano ma familiare volto di Lyshtuu apparve sullo schermo. Quando è stata l'ultima volta che il commerciante Banu si era messo in contatto con lui? Due anni standard? Forse di più? Era cambiato veramente poco, perché avrebbe dovuto, dal momento che i Banu sono effettivamente immortali?
    "Charl-Grissom," Lyshtuu iniziò, le parti della sua bocca non-umane che lottavano per formare parole umane. I Banu erano molto simili agli umani, ma abbastanza diversi da dare alla loro voce una sorta di qualità ultraterrena. Ma Charl aveva l'orecchio esercitato per capirlo. A Lui era sempre piaciuto particolarmente Lyshtuu, anche se aveva sempre pronunciato il nome di Charl tutto per intero come se fosse un’unica parola lunga.
    "Charl-Grissom, viene richiesto il vostro consenso. La mia richiesta è che il vostro consenso sia dato un’altra volta. Cioè, di nuovo. Sto richiedendo un rinnovato consenso a Charl-Grissom". Charl aveva afferrato cosa egli intendesse. La lingua Banu tendeva ad essere più veloce rispetto alla maggior parte delle lingue umane, così Lyshtuu tendeva ad affrettarsi alla lunga, nonostante il suggerimento di Charl fosse stato quello di rallentare un poco.
    "Charl-Grissom, un rinnovamento del tuo consenso io desidererei per me, Lyshtuu, un consenso...", proseguì e Charl scosse la testa.
    "Va bene, vecchio mio, arriviamo al punto", disse, mandando avanti la registrazione. "C'è del denaro in gioco?" Quella era l'altra cosa brutta dei discorsi Banu. Rispetto ai modelli di discorso dell'uomo, il discorso Banu era davvero formale, anche cerimoniale, così ci mettevano molto tempo per arrivare al nocciolo della questione. Faccia a faccia, Charl avrebbe indotto Lyshtuu a dire semplicemente quello intendeva, ma dato che questo era un messaggio registrato poteva solamente premere il pulsante di avanzamento rapido un paio di volte e tenere il suo occhio pronto a carpire un gesto caratteristico.
    "Oh, eccolo!" Si fermò e riavvolse un po’ il messaggio.
    "...insieme per profitto..." Questa era la chiave del discorso. I Banu diventavano sempre seri quando cominciavano a parlare di profitto.
    "Sì! " Lyshtuu aveva un lavoro per lui. Un lavoro pagato. Charl gettò la testa all’indietro e godette del suo primo respiro di sollievo in molti mesi standard, e lasciò che il messaggio registrato andasse avanti.
    "...insieme per il profitto sarà questo nuovo consenso, profitto reciproco per i servizi del nuovo consenso..."
    Charl si raddrizzò, spazzando via le briciole dalla sua barba incolta e lisciandosi la t-shirt puzzolente , anche se nessuno poteva vederlo. Avrebbe avuto bisogno di radersi. Per qualche motivo, i Banu non si fidavano di nessuno il quale non potevano vedere la bocca. Ci sarà un sacco di tempo per questo. Velocizzò il messaggio per cogliere i punti salienti.
    "...profitto reciproco parziale concordato tramite consenso di terze parti..."
    Ci sarebbe stato un anticipo. Grande, ne aveva bisogno.
    "...nuovo affare simile ai precedenti reciproci contratti di profitto... rinnovato ancora una volta il contratto con la Torreele Foodstuffs..."
    Questo lavoro sarà molto simile a quelli precedenti. Charl aveva già fatto altri lavori tramite Lyshtuu per la Torreele Foodstuff, una società umana che importava merci Banu nello spazio UEE . A differenza della maggior parte delle corporazioni umane, avevano anche stabilito una presenza significativa sul territorio Banu. Offerte di lavoro facili. Pagavano bene e non lo avevano mai infastidito durante un lavoro.
    "...tutti i particolari del nuovo incarico saranno chiariti alle coordinate fornite..."
    Aveva ottenuto un incontro faccia a faccia con il secco, il che era tipico. Ai Banu piace guardarti da vicino quando parli. Essi captano ogni atteggiamento del viso degli altri, e anche se un volto umano rivela meno, li aiuta comunque ad essere più a loro agio.
    Fine trasmissione.
    "Oh, Lyshtuu, gran bel bastardo Banu, mi hai veramente salvato le chiappe!"Charl entrò in azione. Avrebbe dovuto rispondere e confermare la sua approvazione per assicurarsi i crediti anticipati, il che non dovrebbe essere un problema da Geddon. Poi si sarebbe potuto rifornire, far dare un’occhiata all'accoppiatore di spinta - che ultimamente aveva fatto qualche capriccio per qualche tempo. Egli diede una manata al controllo gravitazionale con un vigoroso "Hah!" e accolse con lussurioso piacere il ritorno del suo peso che lo faceva affondare nel sedile.
    "Sai cosa significa questo, vero? ", chiese alla Reacher. "Niente tornare nello spazio UEE. Niente tentare accattonaggio presso l’inutile culo dei miei zii per un lavoro!"
    Charl attraversò rapidamente la nave, preparando i sistemi e riponendo oggetti. Un breve giro orbitale intorno a Geddon e sarebbe stato pronto per andare per la sua strada. Sorrideva così forte da fargli male il volto. Premette sul terminale di navigazione indietro e scorse con gioia fuori dai sistemi umani per tornare indietro a quelli del Protettorato Banu.
    "Ok, piccola" disse, riportando in vita i propulsori della Reacher. “Andiamo!”

    Continua…

    Edited by N7_Snow - 27/12/2013, 14:49
     
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    Episodio 2.

    "Mi dispiace! " si scusò Charl, traducendo poi rapidamente mentre correva giù per il corridoio. "Hee - Naa!"

    Charl si affrettò a tornare all’ufficio amministrativo del porto spaziale, schivando i molti viaggiatori spaziali Banu incrociati lungo la strada. Gli impiegati amministrativi erano stati così gentili da fargli attraccare la Reacher senza pagare la tassa, accettando la sua promessa di tornare indietro non appena qualche moneta fosse stata accreditata sul suo conto. Aveva capito che l’unica cosa da fare era sbrigarsi. Questa era una cosa dei Banu che a lui era sempre piaciuta. Gli esseri umani tendono a diffidare gli uni degli altri come una cosa naturale. I Banu almeno ti concedono il beneficio del dubbio.
    Una volta lì, l'impiegata Banu indicò il display e batté il suo grosso dito contro il totale che gli doveva. Charl sorrise ampiamente e capovolse il suo MobiGlas in modo che potesse vedere il suo conto in banca riempirsi improvvisamente.
    Charl fu contento di pagare la sua quota di attracco e impaziente di dedicarsi ad altre cose a lui molto care. Aveva ottenuto la conferma che Lyshtuu aveva ricevuto il suo messaggio di approvazione e pochi minuti dopo il saldo sul suo conto era passato da rosso a verde. Non una fortuna, ma più che sufficiente per farlo uscire dai debiti e farlo ripartire. E questo era solo l'anticipo. Si ricordò di inviare un messaggio di ringraziamento anche alla Torreele, in quanto avevano pagato così bene.
    "Niente come un paio di crediti nelle vostre mani possono mettere una molla ai vostri piedi", disse alla commessa. Non si preoccupò di tradurre, ma era abbastanza sicuro che aveva afferrato il significato. I Banu non erano umani, ma capivano il valore dei soldi altrettanto bene.
    "Yawr - WOA - yee!", ringraziò l'impiegata nella sua lingua nativa, e lei spalancò gli occhi per la sorpresa. La maggior parte degli esseri umani non ci avrebbe fatto caso, non avrebbe capito che lei era una femmina.
    In pochi minuti Charl aveva allertato tutte le agenzie al di fuori dell’orbita di Geddon per i suoi bisogni e la sua volontà di pagare con i nuovi fondi per i servizi resi. Aveva emesso un ordine di rifornimento, chiamato per delle riparazioni veloci, e aveva chiesto i nulla osta di sicurezza lungo il percorso previsto nel piano di volo previsto. Per un ragazzo a cui normalmente piaceva viaggiare tranquillamente e al riparo dai radar, Charl non poteva farne a meno. Era troppo eccitato a fare avanti e indietro in azioni senza significato.
    A un certo punto si ritrovò di fronte ad un fornitore di ricambi per comprare una nuova pompa di ricircolo (qualcosa che poteva sostituire egli stesso mentre gli esperti della manutenzione gestivano le riparazioni più difficili, quelle di precisione) e al suo ritorno alla camera stagna dell’attracco trovò ad aspettarlo un Banu. Dalla divisa che indossava sembrava essere un pezzo grosso del protettorato, e Charl divenne subito preoccupato.
    " Wewl - whoa ", salutò il suo ospite formalmente, alzando un sopracciglio in attesa. Ma si scoprì non essere nulla di particolare. Il Banu - un giovane amministratore del protettorato degli affari alieni - porse un MobiGlas con tutti i suoi identificativi e un paio di schermate di documenti pronti per essere firmati e autenticati.
    Wow, pensò Charl. Come in ogni burocrazia, si aspettava di dover scendere personalmente nell’ufficio Affari Alieni e aspettare ore per ottenere tutto. A tale proposito, la burocrazia Banu non era diversa da quella, dentro la quale riuscivano ad aggrovigliarsi gli esseri umani, ma Lyshtuu doveva aver ingrassato qualche palmo per ottenere questo tipo di servizio immediato. E niente meno, una visita a domicilio. Charl sedette con il funzionario nella piccola cambusa della Reacher e dopo aver visionato una dozzina di documenti, fece una scansione neurale e della retina, firmò questo e quello, ottenendo immediatamente tutti i permessi. Nessun problema. Nessun intoppo.
    Ancora una volta, Wow.
    Charl era stato così eccitato fino ad ora da non notare che la sua destinazione era Bacchus, il pianeta natale dei Banu. Questo è un po' strano, pensò. Non aveva mai incontrato Lyshtuu su Bacchus prima d’ora. A prima vista sembrava una locazione di alto profilo per discutere di quella che sembrava una missione abbastanza banale. Oh beh, qualsiasi cosa volessero, per lui era okay. Forse si trattava del quartier generale Banu di Torreele. Non importava. Il suo MobiGlas, recentemente arricchito, era ancora caldo in tasca.
    Con la questione degli Affari Alieni, cosi convenientemente, fuori dai piedi, Charl installò rapidamente la pompa di ri-circolo e poi indossò degli abiti puliti. Aveva diverse ore a disposizione - i ragazzi delle riparazioni avrebbero impiegato un bel po’ per finire il lavoro sulla Reacher -. Così aveva deciso di impiegare il tempo facendo un lungo giro per il mercato, intento a fare shopping. Ogni stazione orbitale ne aveva uno, umano o no. Un paio di richieste dopo era sul ponte di poppa tra bancarelle e venditori esotici. Non vi aveva mai messo piede in vita sua, ma si sentì subito come fosse a casa.
    Ordinare provviste in grande quantità nel sistema orbitale di Geddon era sicuramente la scelta giusta, in quanto era sempre conveniente e di buona qualità. A Charl piaceva il cibo Banu, quindi per lui non c’erano problemi nel loro spazio. La carne era carne e le verdure erano verdure, egli supponeva; era tutta una questione di preparazione. Eppure, c’erano alcune prelibatezze Banu che anche Charl non poteva sopportare. Indipendentemente da ciò, se non si voleva prendere niente di speciale, si doveva andare al mercato.
    "Umano! Birra! "Gli urlò un venditore ambulante in un 'umano' decente da una stalla buia piena di chiari boccali di birra Banu. Era più verde di quanto ricordasse, ma che diamine pensò, e mercanteggiò ad un prezzo accettabile per due boccali.
    "Yawr - WOA - Yoo" ringraziò il venditore e proseguì in giro per le bancarelle. Altri commercianti avevano cercato di avvicinarlo vendendo ogni sorta di cose: dal tessile, alle pillole per il piacere, dai pasti veloci a chissà-cosa morto appeso a degli uncini. Odori speziati mescolati con grasso e carburante, e Charl ci beveva su. Vagava senza meta, comprando un paio di cose qua e là, ma non aveva trovato nessun sigaro – il suo tipo preferito - per amore o denaro. Non era sorpreso, ma poteva sempre sperare. Erano una delle poche cose che gli mancavano dallo spazio umano.
    Torreele! improvvisamente esclamò a se stesso, ricordando che trasportavano alcune linee di sigari. Forse li avevano importati nel Protettorato, e qualcuno poteva fargliene avere una scatola o due alla riunione su Bacchus.
    L'ultima volta che aveva lavorato per Torreele era passato per Lyshtuu, ed era andato tutto bene. Avevano importato cibi esotici nello spazio UEE, confezionati per il consumo umano e venduti sui loro mondi. Fu un business enorme. Torreele Foodstuffs era sempre alla ricerca di nuovi prodotti, e per quel lavoro aveva assunto Charl per visitare principalmente un paio di quartieri Banu, assaggiare la cucina locale, e contrassegnare tutto quello che sembrava particolarmente gustoso al palato umano. Riflettendoci era il miglior lavoro che avesse mai avuto. Lo lasciarono solo per fare il lavoro, senza alcun altro controllo. Otto mesi standard con un conto spese pesante. Pasti raffinati. Belle sistemazioni. Nessun essere umano. Solo il suo girovita ne aveva sofferto.
    Charl sperava che questo nuovo lavoro fosse simile a quello. Forse avevano un altro pianeta, sul quale volevano che lui andasse a controllare. Affrettò il passo, sperando che la squadra riparazioni avesse finito in modo da potersi sganciare e partire.
    In sostanza, è così che Charl aveva trascorso la sua vita negli ultimi anni standard. Si era messo al servizio di diversi commercianti Banu, che erano sempre alla ricerca di un modo migliore per realizzare un profitto nello spazio UEE. Diede loro un’idea della psiche umana, una cosa che non potevano facilmente ottenere da soli. Una specie aliena è difficile da comprendere. Che cosa desiderano? Come commerciano? Charl aveva sollevato quel velo dagli occhi dei commercianti Banu.
    Prendete il precedente lavoro Torreele, per esempio. Charl avrebbe potuto dire in una sola seduta, se un pasto Banu poteva essere proposto sul mercato umano o no. E non era solo una questione di sapore. Un chimico Banu, probabilmente, poteva capire quello che un umano avrebbe trovato gustoso. Charl poteva valutarlo in tutte le sue sfaccettature - sapore, colore, odore... se era troppo contorto, troppo pastoso e così via.
    E i suoi servizi non si limitavano al cibo, anche se quello era il suo preferito. Valutava dispositivi elettronici, abbigliamento, musica... beni di consumo di ogni genere. Anche se era un “outsider”, e probabilmente ignaro delle ultime tendenze dei consumatori umani, aveva mantenuto la sua intrinseca sensibilità di umano, e questo era ciò di cui i suoi datori di lavoro necessitavano. La sua cerchia di datori di lavoro Banu si affidavano spesso a lui, anche se a volte c’erano problemi nel pagamento delle tratte per la carenza dei fondi sul suo conto, come l’ultimo periodo dal quale era appena uscito.
    Ancora più importante, i suoi servizi lo avevano tenuto fuori dello spazio umano, lontano dalla sua specie nativa. Non che lui non sopportasse lavorare per gli esseri umani, ma in realtà lo infastidivano, specialmente i tipi delle corporazioni. Charl trovò più facile lavorare per i Banu.
    Charl sperava di diventare un punto di riferimento per i commercianti Banu. Questo poteva significare un'occupazione più stabile. Aveva lavorato per Lyshtuu due volte in passato, eseguito bene il suo lavoro e mantenuto la sua parola. Questo era quello che serviva con i Banu. Fai quello che dici che stai andando a fare e loro lo rispetteranno, anche se sono molto pignoli per i dettagli del contratto. L’inganno era semplice. Troppo semplice per la maggior parte degli esseri umani, Charl aveva osservato.
    Tornò alla Reacher, ripose i suoi acquisti e effettuò i controlli con il responsabile della squadra riparazioni. Un'altra ora e avrebbero finito così sarebbe potuto partire per il sistema Geddon. Passò quel tempo a controllare il suo computer di navigazione e preimpostare il suo piano di volo. Tutto il suo programma di viaggio era già completamente aggiornato, mostrando le autorizzazioni ad alta priorità attraverso ogni sistema lungo la strada.
    "Grazie Lyshtuu!" Disse ad alta voce. Il suo viaggio verso Bacchus sarebbe durato solo poche ore. Sarebbe stato bello poter ringraziare il suo amico Banu di persona.
    Continua...
     
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    Episodio 3.

    "Lyshtuu!"

    Charl si precipitò nella sala conferenze e dal suo vecchio socio Banu, sollevando lentamente le braccia, larghe accanto alla testa. "Wew! - whoa". Lyshtuu si avvicinò adottando la stessa postura; Charl aveva imparato che quel saluto aveva origini antiche, come un modo per mostrare che uno era disarmato.

    "Ciao Charl-Grissom", disse il commerciante. "Sono contento che si sia verificato il rinnovo del tuo contratto. Tutto è di tuo gradimento?"

    "Sono contento, eccome!" Rispose l’umano, senza preoccuparsi di correggere la sintassi del Banu. Oh, Lyshtuu, pensò, se solo sapessi quanto sono contento!

    "Insieme a me puoi vedere Nartuul e Whusha". Indicò i suoi due compagni Banu, che annuirono. Tutti e tre i Banu erano vestiti allo stesso modo in giacche nere dall'aspetto robusto e leggings grigi stretti, con stivali a punta larga. Charl aveva osservato che l’abbigliamento era un settore in cui gli esseri umani e i Banu erano fondamentalmente in linea. L’abbigliamento di un bipede sembrava molto simile a quello di qualunque altro.

    "Wew!-whoa!", disse salutando gli altri due maschi in Banu, i quali ricambiarono con rispetto annuendo più energicamente. Adorava fare questa cosa.

    "Gli umani della Torreele Foodstuffs si uniranno a noi presto", aggiunse Lyshtuu. I suoi compagni, riportavano il logo aziendale Torreele sulle maniche, indietreggiarono fino ad appoggiarsi contro il muro scintillante blu e grigio della sala conferenze; i Banu raramente si sedevano mentre lavoravano, quindi non c'erano sedie, nemmeno quelle Banu. La stanza faceva parte di un albergo immacolato che a sua volta faceva parte di una limpida orbita rotante intorno al campo gravitazionale di Bacchus. Charl era veramente colpito. Egli conosceva i Banu principalmente tramite l'interazione con i loro luoghi di frontiera, li conosceva come esseri vigorosi, autosufficienti. Osservandoli qui, immersi nello sfarzo del loro pianeta natale li vedeva sotto una luce completamente nuova.

    "Per favore, Lyshtuu. Ti prego dimmi della missione."

    "Tu dovrai attraversare cinque sistemi meno uno", disse Lyshtuu, facendo un cenno ad uno dei suoi compagni - Nartuul o Whusha, Charl non sapeva chi dei due - il quale estrasse un MobiGlas e tirò fuori alcune mappe stellari.

    "Questo è un viaggio veloce", disse Charl, e Lyshtuu batté sullo schermo del MobiGlas .

    "Il mondo Shyewhea nel sistema di Ophos", disse. Un mondo blu-verde venne visualizzato sullo schermo con una varietà di statistiche in scrittura Banu. "Il pianeta Shyewhea è un pianeta fertile... come direste voi umani... agricolo."

    "Ag", Charl suggerì una sigla più facile da pronunciare.

    "Si, 'ag.' World Shyewhea è un pianeta ag. Una specie…" continuava mentre faceva cenno al suo compagno di cambiare immagine," una specie in particolare, è di interesse per la Torreele Foodstuffs." Charl si sporse per vedere meglio. La creatura era una sorta di tasso irsuto con le antenne pelose. Grandi orecchie e grandi occhi. Dalle annotazioni Banu sullo schermo sembrava pesare forse 30 Kg. Circa delle dimensioni di un grosso cane.

    "Hwasheen," disse uno degli altri Banu.

    "Hwasheen", Charl ripeté il nome della creatura per se stesso."Volete farmi controllare questi Hwasheen, allora?"

    "Sì, controllare. Forse lo Hwasheen è buono da mangiare. Forse buono da ...allevare? " Lyshtuu sembrava confuso.

    "Allevare, sì. Come un animale domestico. "

    "Sì, forse gli esseri umani potrebbero usare lo Hwasheen come un animale domestico". Charl perdonò la confusione del suo amico Banu. Non aveva pensato a quelle creature come degli animali domestici. "Sembra piuttosto semplice."

    "La vostra nave, la Reesheer..." Lyshtuu iniziò, cambiando argomento.

    "Reacher", Charl corresse leggermente.

    "Sì. La nave è ormeggiata bene?"

    "Sì, è ormeggiata in un buon posto", disse Charl, senza preoccuparsi di aggiungere che era probabilmente il sito di aggancio di più alto livello che la sua nave avesse mai occupato.

    "Bene, noi ci cureremo della Reesheer mentre tu sarai lontano."

    "Aspetta, non capisco. Vuoi dire che non prenderò la Reacher..."

    "Salve, mi dispiace siamo un po'in ritardo." Un paio di uomini d'affari irruppe in quel momento - Charl osservò i loro vestiti, taglio di capelli e valigette. "Ci sono altri due appena dietro di noi. Ciao, sono Jason Gladwell, Torreele Foodstuffs."

    Prima che Charl potesse fare nulla, il giovane umano gli afferrò la mano in una stretta.

    "Charl Grissom", egli replicò.

    "Larry Kroegel." Stessa stretta di mano. "Sono il Sotto-vicepresidente regionale delle importazioni Xeno..."

    "Non per molto, credo," Jason aggiunse, e i due condivisero un sorriso a 32 denti. Charl si impegnò per non roteare lo sguardo. Che stupidi…

    "No, forse non per molto, ma per ora, ad ogni modo. Lyshtuu, grazie per essere qui. "Tese la mano al Banu, che prese stranamente in mano due dita.

    "E' un piacere conoscerla, signor Grissom," continuò Jason, cercando un posto dove mettere la sua valigetta, posandola sul pavimento. "Lyshtuu ci dice che sei un avventuriero esperto."

    "Sì, qualcosa del genere," confermò cordialmente. Sii concentrato sul tuo obiettivo, Charl.

    "Devi sapere, mia moglie Missy e io siamo andati in un safari Banu un paio di anni standard fa", iniziò il colletto bianco.

    "Davvero". Charl finse interesse, e sapeva che il Banu sarebbe rimasto educatamente in silenzio mentre l'umano blaterava su qualcosa che non riguardava un business a portata di mano.

    "L’ha organizzato Lyshtuu per voi, non è vero? " Larry intervenne, ordinando i file sul suo MobiGlas .

    "Sì, e lo ringrazio. Ci siamo divertiti. Abbiamo visto un thelmaut e un branco di cuccioli brightsaur . Naturalmente, abbiamo perso il nostro bagaglio, così si è trasformato in una specie di incubo."

    "Una bella fregatura", convenne Larry.

    "Già, una bella sfortuna", aggiunse Charl.

    "Sai, Charl... ti dispiace se ti chiamo Charl?"

    "Charl va bene."

    "Charl, ho rivisto il tuo precedente lavoro per la Torreele. E'stato davvero splendido. Abbiamo spuntato un buon guadagno quel trimestre. Cosa ti ha portato di nuovo nello spazio Banu? "

    "Non ho mai lasciato lo spazio Banu," rispose con orgoglio.

    "Vuoi dire che tu vivi qui..." Jason iniziò, ma si fermò prima di dire …tra questi Xeno. "Sai, ci sono un sacco di voli commerciali nello spazio UEE questi giorni."

    “Be', Io non voglio che il mio bagaglio vada perduto."

    "Mi dispiace che siamo così in ritardo", arrivarono il terzo e il quarto umano presso la sala conferenze, un uomo e una donna. "Il traffico era bestiale. Chuck Astley," si presentò, porgendo la mano per stringerla", e questo è il mio socio, Angela Bialik."

    "Piacere di conoscervi entrambi", disse Charl. Era carina, notò, il primo essere umano femmina che vedeva di persona da diversi anni. Si trasferì per vivere tranquillamente tra gli altri Umani.

    "Spero che tu abbia già iniziato senza di noi. Andiamo un po’ di fretta." Il nuovo colletto bianco guardò l'ora sul suo computer personale. "Voi siete il signor...?"

    "Grissom," Jason si rivolse in maniera ruffiana.

    "Mr. Grissom, sì. Presumo Mr. Lyshtuu vi abbia fornito l'intero dossier."

    "Stavamo proprio addentrandoci nei dettagli", disse Charl bruscamente, un po' distratto, più di quanto si sarebbe aspettato, dalle curve morbide della donna messe in risalto dal suo abbigliamento aderente.

    "Bene," rispose Astley un po' distrattamente, mentre cercava di recuperare dettagli sull’incontro sfogliando gli appunti sul suo taccuino. "Vedo qualcuno in perlustrazione che ha portato questo alla nostra attenzione... beh, non importa. Mr. Lyshtuu dice che sei l'uomo giusto per questo lavoro, signor Grissom."

    "Si," disse. "Ho già fatto questo tipo di lavoro in passato."

    "Bene, detto fra noi sono sicuro che riusciremo ad ottenere una documentazione su questo in tempo per la nuova conferenza d'affari del quarto trimestre..." lasciò la frase in sospeso.

    "Sì," Angela parlò per la prima volta. "Abbiamo tutto il tempo, signore."

    "Aspetta," Charl cercò di concentrarsi. "Aspetta, io lavoro da solo."

    "Non in questa missione," Astley insistette, guardando la rappresentanza Banu." Abbiamo omesso qualcosa qui? La signora Bialik è una xenobiologa altamente qualificata e rappresenterà la società in questo viaggio".

    "Ma..." Charl cominciò, rivolgendosi ad Angela, ma lei evitò il suo sguardo in modo discreto, apparentemente disposta a lasciare che gli altri risolvessero la questione.

    "Senti, se questo è un problema possiamo sicuramente trovare qualcun’altro, signor Grissom," disse spazientito, lanciandogli un’occhiata al momento.

    "Un momento, per favore, " Charl temporeggiò, e fece cenno a Lyshtuu di unirsi a lui in fondo alla sala conferenze, suscitando un profondo sospiro di Astley.

    "Lo sapevi questo?" Chiese frustrato.

    "Charl-Grissom, queste informazioni supplementari presentano qualche difficoltà," dichiarò il Banu incerto, e Charl si irritò improvvisamente per la frase a casaccio dell’alieno.

    "Sì, è un problema," insistette aspramente sottovoce. "Lo sai che lavoro da solo."

    “Come si dice... non negoziabile".

    Gettò indietro la testa e chiuse gli occhi stretti. Egli aveva già speso i crediti anticipati. Che scelta aveva?

    "Bene," disse, mordendosi la lingua. L'incontro venne portato a termine abbastanza rapidamente dopo, una volta che andò bene per Charl. Il Banu andò avanti ad adulare gli uomini d'affari e la sua non gradita compagna 'desideroso di compiacerli' fino a quando non mise tutti i puntini sulle ‘i’.

    Dannazione, pensò dopo che si separarono. Mi hanno fatto dimenticare di chiedere qualche sigaro!

    Continua...
     
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    Episodio 4.

    Sigillare la camera di compensazione della Reacher e lasciare la sua nave indietro nel sistema orbitale di Bacchus fu una delle cose più difficili che Charl avesse mai fatto. Certo, era solo una cosa materiale, si rese conto, ma quella nave era stata la sua compagna abituale - anzi la sua unica compagna - per diversi anni standard. Si ricordò che una volta aveva avuto la possibilità di installare una personalità artificiale sul sistema informatico della Reacher (aveva appreso che andavano di moda nello spazio UEE), ma egli aveva deciso di essere contrario a questa cosa. La Reacher aveva una personalità tutta sua, e lui stava per perderla.

    Inoltre, la personalità umana lo infastidiva, artificiale o altro.

    Gli avevano dato solo due ore per raccogliere le sue cose e fare rapporto presso uno yacht Banu che aveva il proprio ormeggio nella zona più lontana dell’anello orbitale di attracco. Lyshtuu si era scusato come meglio poteva, per uno straniero che non capiva perché Charl fosse così sconvolto all’inizio, né tantomeno l'intero concetto di 'scuse', del resto.

    "Non è colpa tua," Charl aveva cercato di rassicurarlo sul video link.

    "Charl-Grissom, non significa una rottura della nostra collaborazione in alcun modo", il Banu cercò di spiegare, ma era chiaro che l'alieno era sconcertato. Charl alleggerì la cosa ed era sicuro di aver lasciato Lyshtuu convinto che avrebbe svolto la missione bene e che sarebbe stato felice di lavorare di nuovo con lui. I Banu odiavano deludere.

    Fu sorpreso di vedere dei facchini mentre usciva dalla Reacher. Chi manda più dei veri facchini in carne e ossa per i bagagli? Se avesse saputo che stavano arrivando forse avrebbe potuto impacchettare un altro paio di cose. Afferrarono i suoi borsoni laceri e li portarono lungo il tragitto verso la parte più esclusiva dello spazioporto, dove il loro yacht, lo Shuulyear, faceva bella mostra di se attraccato in una delle banchine più lussuose.

    La Torreele Foodstuffs aveva investito un’ingente somma di denaro su questa cosa, pensò Charl. Facchini? Uno yacht? Quale sapore pensavano avesse questo Hwasheen, comunque? Ambrosia?

    Essi riposero le sue cose nella sua cabina privata, che era molto di più di quanto avesse bisogno, e lo lasciarono ai propri dispositivi. Avevano anche regolato la temperatura e l'illuminazione secondo le norme Umane. Il Capo degli steward dello yacht – questo aveva diversi steward – gli aveva fatto sapere che sarebbero partiti per il primo punto di salto in meno di un'ora. Come la maggior parte delle navi passeggeri, avrebbe ricevuto un avviso due minuti prima di raggiungere ogni punto di salto lungo la strada, in modo da potersi preparare per il lieve disagio dovuto al viaggio nell'iperspazio.

    Tutte le cose sarebbero andate come sempre, Charl si sarebbe steso sul letto grande della sua cabina privata, ordinato il servizio in camera e rilassato. Ma le cose non erano uguali. Quando arrivò a bordo dello yacht si era accorto che la cabina proprio dall’altra parte del corridoio era già occupata. Lei era qui. Suo malgrado, il suo cuore batteva un po' più veloce.

    Charl premette il pulsante del comlink e la faccia del commissario apparve sullo schermo.

    "Sì, Charl-Grissom?"

    "Ci sono altre cabine disponibili su questa cosa? " Chiese.

    "C’è qualcosa di sgradevole per te?"

    "No... no, questa cabina va bene. C'è dell’alcol su questa nave? Oppure se ne può sintetizzare un po'? "

    "Non possiamo sintetizzare niente..."

    "Whiskey, allora. Rye, se possibile."

    Charl si stabilì nella sua cabina come meglio poté. Scorse le centinaia di canali di intrattenimento video - tutti Banu, che normalmente gli piacevano - ma non riuscì a soffermarsi su nessuno di essi, così passò al rilassante suono dell'oceano per un po' fino a quando perse interesse e la spense. Bevve ciò che lo steward gli aveva consegnato con moderazione, quel tanto che bastava per evitare di pensare troppo, ma non abbastanza per essere davvero ubriaco. Aveva un sapore piuttosto disgustoso, ad ogni modo. Egli si occupò addirittura, di appendere i vestiti sgualciti nell’armadio e organizzare i suoi oggetti personali nella sala da bagno (un'altra stranezza Banu).

    Ed egli aveva ignorato l’icona circolare del 'messaggio in attesa' sul suo commlink. Questa era lei, egli lo sapeva senza nemmeno guardare. Bevve un sorso del suo drink, sperando così di riuscire a smorzare la sua ansia, se non di finire completamente a terra. E' solo una donna, Charl, si rimproverò.

    Due ore passarono prima che sentì bussare lievemente. Bevve un sorso fortificante e poi aprì la porta.

    "Oh, ciao", disse Angela, voltandosi dalla porta della propria cabina. «Pensavo che non avresti risposto."

    "Ciao," rispose imbarazzato.

    "Pensavo che dovremmo discutere della missione, mentre abbiamo il tempo." Aveva dimenticato quanto fosse piacevole il suono della voce di una donna. Doveva ammettere, lei era veramente bella, troppo, non che gliene sarebbe dovuto importare. Si rese conto di aver assunto una posizione migliore per fare bella figura.

    «Be', arriveremo al pianeta in, quanto, 12 ore o giù di lì. Potremmo probabilmente recuperare prima di arrivare sul pianeta." E non gli era neanche venuto in mente che avrebbero potuto discutere dei particolari. Questo era colpa del tempo che aveva lavorato da solo. Se Angela aveva raccolto la sua incertezza, ella non ebbe nessuna reazione evidente se non quella di fissarlo un po' perplessa. Era un po’ imbronciata, oppure teneva sempre la bocca in quel modo? Charl non lo poteva dire. Ma quando lei, per un attimo, non rispose pensò che non gli era chiaro.

    "Sì, dovremmo discutere di diverse cose", egli chiarì, e il sorriso di lei illuminò il corridoio.

    "Possiamo incontrarci nell’atrio più tardi per cena?" Ella chiese.

    "Beh, diciamo solamente che ci incontreremo nell’atrio", egli rispose.

    "In un'ora?"

    " Un'ora va bene", disse e fece scivolare la porta della sua cabina per chiuderla, poi fece un profondo respiro. Mandò giù il resto della sua bevanda per rallentare il cuore che batteva forte. Campanelli d’allarme scattarono nella sua testa. Non lasciare che la tua biologia prenda il sopravvento, Charl. Per autoconvincersi, disse a se stesso che dovevano incontrarsi solamente per parlare di lavoro, e giustificò un bagno veloce, la barba e la selezione della sua più bella camicia solo come un atto di buone maniere.

    Angela si era cambiata i vestiti, anche troppo, Charl notò, indossava una camicetta color pesca e pantaloni scuri. Sicuramente, erano soli nel salone dello yacht, dato che erano gli unici passeggeri, posti ad un tavolo piccolo-troppo piccolo-minuscolo. Gli assistenti di volo Banu erano molto esperti sugli usi umani, portarono acqua, fornirono anche l’argenteria, ma sembrava non avessero compreso il fatto che non si trattasse di una 'cena'.

    "Grazie per aver accettato il mio invito", Angela iniziò, mettendo un tovagliolo in grembo. “Cominciavo a pensare che mi stavi ignorando."

    "Beh," si agitò un po', "non farne una questione personale. Sono stato fuori nello spazio per lungo tempo."

    "Mi avevano avvertito che tu preferisci lavorare da solo. Spero di non essere un inconveniente per te."

    "Niente affatto." Le loro insalate arrivarono, un misto di verdi alieni, qualcuna amara, un po' acida, ma sicuramente commestibili. Charl scelse la sua per qualche minuto mentre gli assistenti facevano avanti e indietro.

    "Ho una lettura preliminare sulla chimica del sangue del hwasheen", Angela iniziò di nuovo, e Charl era felice di continuare la parte professionale della serata. "Non è dissimile da molti altri animali d'allevamento, come il brundeen e il gisbut. "

    "Che cos'è un gisbut?" Chiese.

    "Quanto tempo sei stato lontano dallo spazio UEE? " Chiese divertita, e suo malgrado, aveva trovato il suo buon umore contagioso.

    "Un bel po', a quanto pare, " ammise, e Angela sorseggiò la sua acqua. "Di dove sei?"

    "Sono Terrestre."

    "Quanto tempo sei stato con la Torreele Foodstuffs?"

    "Ho iniziato con loro appena finita l'università. Facevo tirocinio lì." Egli fece due conti. Sembrava che lei avesse circa 25 anni, per cui significava che era stata con loro almeno cinque anni o più.

    "Allora tu eri parte del grande lancio Boventine. Ho aiutato la Torreele su quello", disse, sperando di impressionarla, ma lei corrugò la fronte e scosse la testa leggermente.

    "No, non ero parte di quella fusione," disse timidamente, a cui Charl ridacchiò un po'.

    "Boventine è un prodotto, non una società", la corresse.

    "Oh, sì, certo," disse, afferrando un menu. "Hai deciso cosa prendere?"

    “No,” disse, aprendone uno per sé, "non avevo davvero programmato che avrei mangiato qualcosa, ma credo di essere più affamato di quanto pensassi. Hai appena toccato la tua insalata", sottolineò.

    "E' un po’ strana, non credi?"

    "Buona per la cucina Banu, se me lo chiedi." Ordinarono entrambi e parlarono del più e del meno. Solo argomenti prudenti: le differenze tra Banu e umani, inconvenienti dei viaggi nello spazio, e così via. Charl divorò il suo pasto, ma vide che Angela aveva appena assaggiato il suo. Era lui che la rendeva nervosa, si chiese?

    "Allora, hai effettivamente visto uno di questi hwasheen da vicino? " Charl infine chiese, felice di avere un altro whisky in mano, per gentile concessione della steward.

    "No, mai," rispose semplicemente.

    "Stavo solo pensando che avrebbero potuto metterne uno in uno zoo o portarne uno vicino al vostro laboratorio."

    "No, niente del genere." Aveva ancora una volta quell’espressione vuota, come se fosse persa nei suoi pensieri. "Ci hanno portato solo un campione di sangue", proseguì, infine, e un'altra pausa imbarazzante seguì. Charl ebbe la netta impressione che lei fosse nervosa o imbarazzata o forse un po' entrambi. Era passato così tanto tempo da quando era stato con una donna che era difficile per lui dirlo, ma le sue conoscenze gli consigliavano di muoversi con cautela.

    " Beh, penso che impareremo molto di più quando arriveremo sul pianeta."

    "Credo che dovrei ritirarmi nella mia cabina," Ella disse all'improvviso. "Sono stanca".

    "Oh, certamente, capisco." Charl aveva capito che gli aveva dato buca non appena lei si alzò per andarsene - ricordava questa scena molto bene, ad ogni modo - era sorpreso, dal momento che si aspettava che sarebbe stato lui quello che avrebbe tagliato corto la loro conversazione. "Trascorri una buona serata."

    "Sì, grazie. Trascorri una buona serata anche tu." Lui la guardava lasciare la sala da pranzo e poi rimase per un po' giusto il tempo di finire la sua bevanda mentre un pugno di assistenti Banu puliva il loro tavolo. Strana ragazza.

    Continua...
     
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  5. amberleelessedil
     
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    PARTE CINQUE

    Shyewhea, il mondo agricolo Banu nel sistema Ophos, puzzava come nessuno. Il fatto che avesse un'atmosfera piuttosto sottile risultò essere una benedizione: li costrinse (lui, Angela, anche i Banu che vivevano lì) ad indossare un semplice dispositivo per respirare ogni volta che andavano sulla superficie del pianeta, la qual cosa riduceva la puzza, ma non del tutto.

    Per Charl era solo un altro mondo ag, e ne aveva visti parecchi: una distesa di piatti terreni coltivabili fino a dove arrivava lo sguardo, campi su campi, bestiame su bestiame, vivai su vivai, tutti recintati con binari mag-lev. Produttivo, efficiente e noioso da morire.
    "L'odore non ti dà tanto fastidio." chiese ad Angela il primo giorno sulla superficie di Shyewhea. La sua giacca azzura si abbinava sia ai suoi occhi che al cielo con le lune gemelle.

    "No. Lo trovi sgradevole?" chiese in modo innocente, mettendo gli attrezzi nella parte posteriore del loro ATV.

    "Stai scherzando," esclamò lui, arricciando la faccia. "E' proprio puzza. Ma immagino che tu sia stata su molti mondi ag, dal momento che sei una bio tech."

    "Non proprio," rispose semplicemente, con la voce solo leggermente attenuata dal suo dispositivo per la respirazione.

    "Niente lavoro sul campo? E' strano, avrei pensato...aspetta, quelli sono piuttosto pesanti, lascia che ti aiuti..." iniziò, ma Angela si occupò di un paio di pesanti pacchi da campo senza il suo aiuto. "Sei piuttosto forte per essere piccola, eh?"

    "Dovremmo arrivare al Welshwar Ridge per mezzogiorno," sottolineò lei. "Ci incontreremo lì con i mandriani di hwasheen."

    Solo affari, quindi, pensò lui. Lo posso gestire. Quel giorno guidarono lungo strade sporche per ore, per la maggior parte in silenzio, il che a Charl andava bene. Sollevarono polvere chilometro dopo chilometro di campi coltivati senza fine. Erano più che sufficienti per mantenere flotte di navi cargo occupate a rifornire i mondi industriali intorno a Banu.

    I mandriani Banu responsabili degli armenti di hwasheen fecero sogghignare Charl. Erano tipi rozzi, guidatori di moto a ruote e a gravità che gestivano migliaia di animali dispersi su centinaia di ettari. Indossavano vestiti di pelle e cappelli a tesa larga per tenere lontano il sole arancione. Veri e propri cowboys Banu.

    "Assaggiane un po', Charl-Grissom," offrì uno dei mandriani, indicando un piatto di carne di hwasheen fumante sul tavolo girevole del loro carro. Rendigli merito, pensò: fanno quello che fanno, là fuori. Velocemente, improvvisò una scusa.

    "Non posso assaggiare carne per un po' di giorni," disse, stiracchiando solo un po' la verità. Tutti i cowboys Banu sputarono e fremettero. Allegri buffoni.

    Al contrario che sullo yacht Banu Shuulyear (che, era stato felice di sentire, sarebbe stato di nuovo il loro passaggio via da quel pianeta isolato), gli alloggi di Angela erano ben lontani dal suo oltre il campo. Un paio di giorni fa lo avrebbe considerato preferibile, ma ora...

    Per quanto si sforzasse, ogni mattina si ritrovava a desiderare di vedere il suo viso sorridente. Charl aiutò Angela a raccogliere campioni biologici (pur essendo a volte disgustosi), fare esperimenti, e generalmente a raccogliere dati. Girarono tra gli hwasheen, legando con un paio di loro, suppose, sebbene fosse piuttosto difficile dire se le bestie ricambiassero.
    Per quanto si sforzasse, non riusciva a farli giocare a "riporta".

    Dopo un paio di giorni di gentili canzonature, alla fine Charl si sedette davanti al piatto di carne di hwasheen che i mandriani gli avevano offerto. Essi gli si strinsero intorno per vedere la sua reazione, mentre lui si corrazzava e si obbligava mentalmente a masticare ed inghiottire, non importa quale fosse il sapore.

    "Andiamo," disse, staccando un pezzetto e infilandolo in bocca (niente forchette qui). I Banu guardarono in attesa.

    Si chiese se avessero fatto delle scommesse. Non era terribile, anche quando aspirò l'odore attraverso le narici. Alla fine, era piuttosto insipida, dura ma con una specie di consistenza molliccia. Inghiottì e alzò le spalle, mandando i mandriani in una specie di agitazione. Mangiò il resto, ebbe un po' di mal di stomaco durante la notte, e fine della storia.

    Il mattino successivo scambiò le sue opinioni con Angela.

    "Immagino sia tutta questione di preparazione," suggerì, appoggiandosi al tavolo degli strumenti che avevano allestito vicino alla recinzione. Un gruppetto di hwasheen si erano riuniti lì intorno, probabilmente perché ricevevano occasionalmente delle attenzioni. Angela esaminava dei vetrini al microscopio. Una brezza leggera giocava con i suoi capelli raccolti e con la sua gonna lunga.

    "Un po' di burro e pepe possono fare meraviglie. Non posso dire che fosse cattiva, ma non era nulla di cui parlare a casa. Quando intendi provarla?"

    "Io...non ne sono veramente sicura," disse, distratta dal suo lavoro sui vetrini.

    "Prova a prenderne un po' direttamente dal tavolo girevole del carro, come ho fatto io. Così potremo paragonare le mele con le mele, o qualunque cosa sia quello che mangiano qui." Ancora nessuna reazione e Charl sospirò. Capì che era stato piuttosto freddo e distante con lei, specialmente all'inizio, ma era stranamente deluso dal fatto che Angela non avesse alcun interesse a diventare più amici. Sicuramente, a lui non interessavano gli Umani in generale, ma forse erano gli Umani nella loro totalità che disprezzava. Presi uno per uno forse non erano così male.

    Per qualche motivo, lei doveva pensare che lui non fosse il suo tipo. La galassia è piena di stelle, ricordò a se stesso...ma, capì con un piccolo sogghigno, lei era l'unica "stella" nel giro di qualche centinaio di anni luce.

    "Mi chiedo se gli hwasheen possano essere allevati più facilmente," continuò, deciso a portare avanti il lavoro [to make the most of the morning], "in modo più efficiente o qualcosa del genere." Raccolse un MobiGlas e si immerse in alcuni dei dati che avevano accumulato. "Questi sono i risultati più recenti?"

    "Sì," rispose Angela, senza distogliere mai lo sguardo dal suo microscopio.

    "Beh, se questi risultati sono giusti, allora gli hwasheen sono difficili da allevare anche più delle vacche. Guarda, qui...i loro consumi alimentari sono più alti, e il loro consumo di acqua è molto più elevato." Si grattò la testa. "Non ne sono certo, ma non credo che la gente rinuncerà al manzo per la carne di hwasheen, che non è altrettanto saporita ed è due volte più cara."

    "Dovremo scriverlo sul tuo rapporto," disse lei semplicemente. "Devo raccogliere qualche altro strumento nell'area nord."

    "Vengo con te," si offrì lui.

    "No, preferirei andare da sola."

    "Oh," fu tutto quello che riuscì a dire.

    Più tardi nel pomeriggio, mentre si occupava dei suoi pochi inadeguati doveri, Charl vide che il loro ATV era tornato. Angela era tornata e non si era nemmeno preoccupata di farglielo sapere. Imprecò e compianse di aver finito la birra di riso e quella Banu.

    Il mattino successivo, aprì una linea video con Lyshtuu, sperando che, se avesse archiviato il suo rapporto per tempo, potessero venire a portarlo via da quella roccia. Fu sorpreso di avere una comunicazione in tempo reale. Suppose che il suo amico Banu si trovasse all'interno del sistema per qualche altro affare.

    "Questi sono i risultati," disse, condividendo i dati preliminari attraverso il canale di comunicazione. "Questi hwasheen sono piuttosto difficili da allevare, per niente vantaggiosi e sono una perdita per gli animali da allevamento."

    "Io noto, Charl-Grissom," rispose Lysthuu, analizzando i dati dalla sua parte.

    "Ho assaggiato la carne, e non è allettante. Sono sicuro che non piacerebbe alla maggior parte degli Umani."

    "Forse lavorata a scopo nutrizionale..."

    "Forse, ma, di nuovo, l'efficienza è al di sotto degli standard. Inoltre, se Torreele pensa di importare queste cose come animali da compagnia, se lo possono scordare. Non sono particolarmente amichevoli, e non si legano o giocano bene. Onestamente, penso che Torreele sia fuori dal mercato in questo caso."

    "Dovresti continuare," suggerì il mercante Banu.

    "Non sono sicuro del perché, Lysthuu. Non sembra che ce ne sia ragione. Se è una questione di soldi, posso interrompere il contratto..."

    "Trasporto non disponibile ora, Charl-Grissom. Desiderato adempiere conoscenza." Charl capì. Non era possibile accorciare la missione. Era bloccato lì per altri cinque giorni standard, che gli piacesse o no. Assicurò Lysthuu che avrebbe finito il lavoro e chiuse la trasmissione. Solennemente, si allacciò gli stivali e si aggirò fuori nel campo di bestiame dove Angela stava di nuovo analizzando i suoi vetrini.

    "Angela!" urlò, "Il tuo respiratore!" Era sul tavolo affianco al suo microscopio. Ne poteva forse fare a meno per qualche minuto, ma...Charl corse attraverso il campo di bestiame verso di lei. Lei reagì in modo strano, alzando lentamente lo sguardo dal microscopio...alla fine lo sentì...e prese il respiratore come se non ne avesse mai visto uno prima.

    "Mettitelo!" urlò lui, esterrefatto, ma lei rimaneva seduta lì, come se fosse congelata. Nel tempo in cui lui la raggiunse, arrivarono alcuni Banu vestiti con camici gialli che spuntarono dagli alloggi di Angela.

    "Chi diavolo siete?" chiese mentre uno lo spingeva di lato. "Voi non siete mandriani! Da dove venite?" Due di loro si misero tra lui ed Angela, protendendo le mani, balbettando qualche parola Banu priva di senso, bloccando la sua vista. Altri due piombarono su Angela, afferrandola per le spalle gettandola a terra, apparentemente inerte.

    "Andatevene via! Angela!" Charl arretrò e tirò un pugno dritto sulla bocca di uno dei suoi opponenti in camice. L'altro, però, prese una piccola bomboletta spray e lo spruzzò con un gas dall'odore dolce, e lui non ricordò più nulla per un po'.

    "Dove siamo?" Charl chiese insistente alla fine, sfregandosi le tempie dolenti. Due Banu in camice giallo stavano in piedi davanti a lui in una modesta sala d'attesa. Non erano quelli che lo avevavo sottomesso. Quanti ce ne sono di questi tizi?

    "Mi avete sentito? Ditemi dove siamo!" Charl era un uomo dello spazio sufficientemente esperto da sapere che la gravità, nel luogo dove si trovava, era diversa ed artificiale. Il posto aveva anche quel rimbombo legato all'aria. Erano nello spazio – da qualche parte. I Banu lo guardavano attentamente e il più piccolo di loro rispose.

    "Illeso. Affermativo. Illeso." Grande, sono dei concreti [literalist]. Non era imprigionato in alcun modo e capì che avrebbe potuto raggiungere la porta prima che lo fermassero, sebbene, per quel che ne sapeva, ci potesse essere una dozzina di guardie armate appena fuori. Tirò indietro la testa, prese un respiro profondo, e provò a pensare.

    "Charl-Grissom desidera cibo o devande?" offrì l'altro Banu.

    "No," borbottò, trattenendo a stento la sua collera. "Dove...è...Angela?" I tecnici guardarono i loro computer e si guardarono l'un l'altro.

    "Angela riparazione," Rispose il tecnico piccolo, provocando in Charl un'inattesa reazione protettiva. Si alzò in piedi all'improvviso e sovrastò i tecnici rannicchiati.

    "E' ferita!" urlò, e uno armeggiò nella tasca cercando qualcosa, probabilmente altro gas stordente. "Spruzzami e vi strangolerò entrambi! Se avete fatto del male ad Angela io..."

    "Angela rotta." Il piccolo tecnico spiegò di nuovo. La mente fremente di Charl corse. Doveva aver sofferto per la deprivazione di ossigeno a causa della sottile atmosfera del pianeta ag. Sapevano come trattarla? In ogni caso, cosa ne sapeva un gruppo di Banu di come si trattava un Umano?

    "Portatemi da Angela! Subito!" insistette, ma il piccolo tecnico scosse la testa – almeno, conoscevano quel gesto Umano.

    "Stazione orbitale," disse il tecnico, indicando tutti e tre loro a turno e indicando lo spazio intorno. "Stazione orbitale Shyewhea, sistema Ophos."

    "Anche Angela è qui?"

    “ Hanroyth Angela.”

    Hanroyth? Ma quella parola si usa per le macchine....

    Continua....
     
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    Episodio 6


    "Hanroyth Angela?” “Di cosa stai parlando?”

    Li aveva sentiti bene? Hanroyth era una parola che significava, in Banu, sbilenco o rotto, ma si riferiva a degli strumenti, non alle persone. Proprio allora Lyshtuu entrò e subito respinse i tecnici, che ansiosamente si affrettarono fuori dalla stanza.

    "Che ci fai qui?" Chiese Charl, scuotendo la testa. "Pensavo fossi tornato su Bacchus. Niente di tutto questo ha un senso, Lysthuu. Cosa sta succedendo? "Almeno ora avrebbe potuto ottenere qualche risposta diretta.

    " Charl-Grissom, ti spiego, " il commerciante Banu iniziò. Aveva uno sguardo su di lui come se volesse chiedere all'Umano di sedersi, se ci fossero state delle sedie lì. "Ci scusiamo, Charl-Grissom. Il contratto è stato travisato volutamente ".

    "Travisato? " Egli cercò di minimizzare, per il momento. "Ascolta, Angela è malata o ferita da qualche parte."

    "Angela è qui", disse Lyshtuu rassicurante." Sta subendo delle riparazioni. " La scelta delle parole del Banu lasciarono Charl ancora più perplesso. Lyshtuu conosce il linguaggio umano meglio di così.

    "Angela è un androide. Lei è rotta”, dichiarò semplicemente il Banu.

    "Cosa?", Disse Charl, incredulo, e Lyshtuu gli ripetè.

    "Il contratto è stato travisato volutamente", Charl-Grissom. Le mie scuse. "Il Banu cercava tra le parole umane mentre Charl indietreggiò verso il muro e si appoggiò. " Lyshtuu ha mentito a Charl-Grissom. Scuse".

    Se non altro, il suo mal di testa post-sonno dovuto al gas stava andando sempre peggio, non meglio. Mi sta prendendo in giro? Qual è il suo gioco? Come potrebbe Angela essere un androide?

    "Non capisco."

    "La Torreele Foodstuffs non c’entra nulla". Lyshtuu assunse una postura da paziente.

    "Vuoi dire, che tutta questa missione non è davvero per la Torreele? Era una sorta di stratagemma? Cosa mi dici del hwasheen? "Almeno pensava di averli visti loro, ricordava confusamente.

    " Charl-Grissom non assunto per valutare hwasheen". Charl combatteva per concentrarsi su ciò che gli veniva detto, ma così tanti pensieri richiedevano così tanta attenzione che egli alla fine poteva solo balbettare confuso.

    "Charl-Grissom assunto per valutare Angela". Charl sentì come se qualcuno lo avesse preso a calci nel petto, e lui sapeva di essere stato uno stupido, c’era un'espressione sbalordita sul suo volto, ma per il momento non poteva fare nulla. Aveva elaborato tutto questo come meglio poteva.

    "Perché lei è un androide? "

    "Sì".

    "Non c'è niente come un androide", egli sostenne. Erano ancora troppo complicati, tutto ciò che aveva visto e come aveva agito era 'reale ', comunque. I robot di servizio erano ovunque, in tutto lo spazio UEE e nel Protettorato, ma non androidi. E Angela era così completamente reale. Rabbia trapelava dove la confusione si era dissipata.

    "Yeye-Weeshee, Lyshtuu!" Charl si scatenò nell'insulto peggiore di cui fosse capace, uno che sfidava la traduzione letterale, ma che avrebbe fatto infuriare anche il più passivo dei Banu. Il commerciante prese a camminare.

    "Mi scuso, Charl-Grissom".

    “Perché non hai chiesto a me di farlo, fin dal primo momento? "Chiese, sollevandosi in tutta la sua altezza, lasciandosi sfuggire un respiro esasperato.

    "Prego, Lyshtuu spiegare. Condizioni sperimentali ideali con Charl-Grissom. Invitante antipatia per gli esseri umani, perfino perfetta," Lyshtuu cercò di spiegare, adottando il suo tono più rassicurante. Il Banu cercò velocemente altre parole. "Charl-Grissom, l’umano ideale per valutare l’androide Angela".

    Charl trasse un respiro per lanciarsi in un discorso prolungato, ma si fermò subito. Quello che il Banu aveva detto suonava come vero, o almeno ragionevole. Cosa voleva veramente intendere?

    "Aspetta un attimo", disse alla fine, la testa si stava sgombrando ulteriormente. "Perché stai costruendo un androide umano?"

    "Lyshtuu non sta costruendo un androide umano. Il Protettorato sta costruendo un androide umano."

    "Quindi questo è un lavoro del governo."

    "Sì, attraverso Lyshtuu. Risorse del Protettorato. Finanziamento del Protettorato." L’istinto imprenditoriale di Charl aveva assunto il potere. Se potessero perfezionare un androide umanoide il potenziale di profitto nello spazio UEE sarebbe astronomico. Molto più di qualsiasi bestiolina arruffata cane/mucca, questo era sicuro.

    "Angela è un androide”, disse ad alta voce, come se dirlo potesse renderlo più facile da accettare. Riflettendoci rapidamente, c'erano stati degli indizi. Non sapeva molto della Torreele Foodstuffs. E aveva assunto più volte quell’espressione vuota. Era perché la sua mente sintetica cercava di recuperare terreno? E lei non aveva bisogno di respirare come tutti, pensò.

    Ma era così reale, talmente reale da sentire un autentico vuoto alla bocca dello stomaco che non aveva mai sentito in molti anni. Aveva vagato fuori dello spazio umano proprio per evitare qualsiasi tipo di sentimenti di questo tipo. Ora egli li provava due volte, sia per la perdita che per l'umiliazione di essere stato ingannato. Erano riusciti a farlo abbattere per niente, solo un bel computer.

    «Be', Lyshtuu, il vostro androide necessita di qualche lavoro, questo è sicuro. Avete bisogno di me per scrivere qualche report su di lei - su di esso? Tu sai cosa voglio dire. Questo è quello che stai cercando, giusto? Alcuni documenti su quello che ho pensato riguardo a lei?"

    "Charl-Grissom partire ora, o Charl-Grissom rimanere per valutare ulteriormente."

    "Sto ascoltando".

    "Angela è un androide imperfetto, lo sviluppo continuerà. Charl-Grissom accetta un compenso aggiuntivo per continuare valutazione."

    Così, mi vogliono bloccare qui. Charl sapeva che aveva il sopravvento ora. Lyshtuu non era riuscito a fare tutto alla luce del sole, e i Banu odiavano questo, così che ora era impaziente di rimediare.

    "Compenso aggiuntivo considerevole", continuò Lyshtuu, porgendo il suo MobiGlas a Charl in modo che potesse vederlo. C’era l’estensione del contratto su di esso, pronto per essere firmato, e una nuova somma. Era lo stesso numero del contratto originale, solo con uno zero in più su di esso. Questo tipo di “mi-sono-sistemato-per-la-vita” numero avrebbe ottenuto l'attenzione di chiunque. Lyshtuu notò che egli aveva smesso di indietreggiare lentamente verso l'uscita.
    "Angela androide con molti difetti. Non finito. Ulteriori valutazione umana preziosa."

    Posso affrontare Angela -o affrontare quell’androide- di nuovo? Charl cercò di trattarla solo come una 'cosa', ma questo non significa che si possono cancellare le emozioni. Non subito. Questo poteva richiedere del tempo.

    “Non mi piace che mi hai mentito, Lyshtuu."

    "Scusami, Charl-Grissom".

    "Hai rotto il nostro contratto", disse, cercando di far leva su quello che sapeva essere un punto chiave della loro psiche.

    "Lyshtuu capire, Charl - Grissom".

    "A me non piace tanto l'idea di rimanere, inoltre", egli trattò ulteriormente. "Per quanto tempo hai bisogno di me?"

    "Dieci giorni standard," rispose il Banu.

    “E questo frutterà a me l'intero importo", disse, stringendo le labbra e rivolgendosi verso il MobiGlas .

    "Compenso completo," acconsentì.

    "Io voglio la metà di quella in anticipo", insistette, e il Banu annuì in modo spasmodico.

    "D'accordo."

    "Allora è una corsa dello yacht per tornare alla Reacher, giusto?"

    "Esatto."

    Charl si rese conto di desiderare di poter parlare nuovamente con Angela, e sorrise tra se e se. Rimani qui e lo potrai fare, scemo. Riflettendoci, era contento di poter mettere tutti i suoi sentimenti di nuovo nella loro scatola a cui essi appartenevano. Se Angela era una macchina, poteva trattarla come una macchina e vedere di fare il possibile con essa. Eppure, si chiese quale sarebbe stata la sua prima reazione quando l’avrebbe avuta nuovamente accanto.

    E lui voleva vederla di nuovo. Vedere essa di nuovo. Aveva preso la sua decisione.

    "Okay, Lyshtuu. Lo farò." Stai pagando tutti quei soldi per dieci giorni di lavoro? Non riusciva a credere alla sua fortuna. Pochi giorni fa era disperato. Ora Charl aveva portato a casa un lavoro che avrebbe potuto cambiare la sua vita per sempre!

    Continua...
     
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  7. amberleelessedil
     
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    CAPITOLO SETTE

    “Per favore, Charl-Grissom, siediti.”
    Un tecnico in camice lo portò in una stanza fredda con due sedie ai lati opposti di un tavolo basso. Wow, hanno trovato delle sedie. Luci bianche, forti facevano giochi su sterili pareti grigie, con uno “specchio” lungo sulla parete più lontana. Era già stato in alcune stanze di sorveglianza come quella. Lasciamoli guardare, chi se ne importa?

    La porta si aprì e un altro tecnico fece avanzare Angela nella stanza, controllando i suoi movimenti con un telecomando collegato alla parte posteriore della sua testa come una specie di guinzaglio. Lei era “off”, avrebbe detto Charl, dal momento che camminava sotto il controllo del tecnico, ma in caso contrario sarebbe stata assente. Le avevano fatto indossare una tuta grigiastra e le avevano fermato semplicemente i capelli vicino alla testa. I tecnici la fecero sedere di fronte a Charl, staccando senza cerimonie il cavo di controllo dal suo cranio, e li lasciarono “soli”.
    Egli ammise che l'androide Angela era sicuramente realistica. Esaminò il suo viso più da vicino. Era come una bambola super-realistica che lo guardava con aria assente. La sua pelle era liscia e perfetta, e i suoi occhi erano perfettamente bianchi e blu, sebbene fossero dilatati in modo raccapricciante. Anche le sue labbra erano umide.
    “Un momento, Charl-Grissom.” L'aspra voce dell'intercom lo sorprese. Un tecnico ritornò indietro di fretta con uno scanner che emetteva dei beep, quindi un altro si unì al primo con alcuni strumenti sottili che essi bloccarono nella parte posteriore della testa del robot. Fecero le loro correzioni velocemente, quindi se ne andarono di nuovo.

    “Ci sono problemi?” chiese Charl a voce abbbastanza alta in modo tale da poter essere sentito dagli spettatori al di là dello specchio semiriflettente.

    “Ora sono pronta.” La voce dell'androide Angela lo sorprese molto di più di quella dell'intercom. Lei lo guardò dritto negli occhi in un modo che gli rese difficile ricordare che era solo una macchina.

    “Oh, bene. Iniziamo,” riuscì a dire. I tecnici gli avevano detto che il primo incontro sarebbe stato breve, solo per testare qualche sistema, le loro tecniche di osservazione, e così via. Gli avevano detto che l'androide avrebbe potuto sembrare confuso, all'inizio, ma lei non lo sembrava affatto.

    “Grazie per aver cercato di aiutarmi quando pensavi che fossi in difficoltà,” disse, quasi distrattamente.
    Colse un'immagine di se stessa nello specchio e fece una smorfia, quindi si mise a rimettere a posto i capelli. “I tecnici sono dei tali imbecilli. Dovresti vedere come mi vestono certe volte.”

    “Perciò, tu sai di essere un...”

    “Un androide. Sì.” La sua franchezza lo prese alla sprovvista. “Ma loro possono modificarlo. [Questa impostazione] è stata disattivata per tutto il tempo che siamo stati insieme in precedenza. Ecco, molto meglio.” Ora i suoi capelli erano molto meno spaventosi, tirati indietro in una pesante coda di cavallo.

    “Disattivata?”

    “Sì, allora ero in uno stato di completa autonomia, ma non sono mai riusciti a farlo funzionare davvero bene. Se vuoi il mio parere, su questo siamo ancora qualche mese indietro.” Charl non seppe davvero cosa rispondere. La sua prosaica consapevolezza di sé gli sembrava strana.

    “Quanto tempo fa sei stata ... cioè ... “creata”?” chiese, stirandosi un po' per allentare la tensione. Quando si rese conto che lei non aveva risposto, se ne resero conto anche i tecnici. Tre di loro irruppero nella stanza con nuovi scanner e sonde e piombarono sull'androide immobile come una pietra. Lei era congelata, le sue pupille diventarono nere in modo inquietante.

    “Charl-Grissom, riparazioni iniziate. Per favore vattene.” Charl si alzò e aggirò i tecnici indaffarati e il loro androide malfunzionante, e si ritirò negli alloggi che gli avevano fornito. Erano molto lontani dallo yacht di lusso su cui era arrivato, ma per ora potevano andare bene. Collegarono il computer dei suoi alloggi direttamente con il sistema del progetto di ricerca in modo tale che potesse caricare le annotazioni scritte e video delle sue reazioni all'androide Angela. Il loro intero progetto era lì sullo schermo pronto ad essere visionato. I tecnici non credono nella sicurezza dei dati?
    Alla fine, si stese sul letto e mise un po' di musica. Era agitato, e sapeva che lo era per aver visto di nuovo Angela. Alla fine cancellò il viso stranamente affascinante del robot concentrandosi invece sulla sua imminente ricchezza.

    Iniziò una routine di due sessioni al giorno, una ogni mattina e l'altra più tardi, dopo di che doveva caricare i suoi commenti sul loro sistema. Dapprima, l'androide Angela riusciva a fare poco più di qualche minuto per ciascun incontro, ammesso che funzionasse, per cui le interazioni di Charl con lei erano limitate. Denaro facile, pensò. Se pensano che io rimanga un solo giorno in più dopo la fine del contratto, si sbagliano di grosso. Se però volessero aumentare adeguatamente il compenso ...

    I tecnici andavano e venivano e il tempo si trascinava. Per il quinto giorno, comunque, avevano risolto la maggior parte dei bug e le sessioni divennero molto più sgradevoli.

    "Quindi, dimmi," chiese l'androide Angela, appoggiandosi sul tavolo tra di loro e avvicinandosi, "Non hai mai capito che non ero una vera donna?"

    "No," rispose, "L'ho già ammesso prima." Lei indossava una camicia stretta e i suoi capelli erano ordinatamente tirati indietro. Si chiese se l'idea era stata sua o dei tecnici. "Ti sei fermata un paio di volte, cosa che ho trovato abbastanza strana."

    "Quelli sono solo piccoli guasti tecnici," disse lei in modo conclusivo, "Alla fine i tecnici li sistemeranno."

    "Pensavo che fossi, non lo so, un po' strana, credo."

    "Davvero. Cos'è che trovavi strano in me?"

    "E' difficile dirlo," iniziò, insicuro di quello che potesse evidenziare e spiegare accuratamente.

    "Era il fatto che non ricambiassi le tue avance sessuali?"

    "Le mie cosa?"

    "Non c'è nulla di cui imbarazzarsi."

    "Non sono imbarazzato," sbottò sulla difensiva.

    "Le tue scansioni biologiche indicavano chiaramente che eri sessualmente attratto da me. Il tuo battito cardiaco e la tua respirazione erano accelerate ..."

    "Mi stavi analizzando?"

    "Sì, naturalmente." Onestamente, Charl dovette ammettere, non era sorpreso che lo stessero analizzando, ma la cosa sicuramente non gli piaceva.

    "Non ho mai veramente fatto delle avance sessuali ..." iniziò a spiegare.

    "Ti scai riscaldando parecchio. Vuoi che abbassiamo la temperatura?"

    "No!"

    "Sappiamo che sei stato lontano dalla compagnia umana per molti anni. Credi di essere ancora qualificato per valutare l'efficacia delle tue avance sessuali su una femmina Umana?"

    "Cosa?"

    "Pensi di aver avuto regolarmente successo in questo tipo di relazioni in passato, oppure queste sono state rare e occasionali?"

    "Chi stiamo valutando qui, te o me?"

    "Me, naturalmente. Le tue percezioni di me come una femmina Umana valida sono vitali per il mio ulteriore sviluppo."

    "Va tutto bene, ma ..."

    "Quante relazioni hai avuto con femmine Umane?" L'androide aggrottò la fronte in un'espressione seria, clinica.

    "Non sono affari tuoi!"

    "In realtà, estrarre questo tipo di informazioni rientra completamente all'interno dei parametri del contratto come parte dei tuoi obblighi. Se vuoi vedere il contratto ..."

    "Tre."

    "Tre," disse lei semplicemente, e fece una pausa. "Questi sono dati insufficienti per fare un confronto accurato." L'androide Angela fece di nuovo una pausa mentre Charl serrò la mascella. Alla fine, lei adottò una condotta completamente nuova e cambiò argomento.

    "Tornando al pianeta ag, pensavi che fossi una xenobiologa qualificata?"

    Le sessioni andarono avanti in questo modo.

    "Sul pianeta ag, avresti condiviso i tuoi segreti personali con me?" "Se avessi suggerito una modalità d'azione alternativa, l'avresti considerata?" "Se ti fossi ferito, ti saresti fidato se avessi prestato il primo soccorso?"

    Charl trovava le valutazioni irritanti e stancanti. Si buttava sul letto dopo ognuna e temeva la successiva. Da una parte, sentiva uno strano legame con l'androide Angela, forse perché era una donna Umana totalmente veritiera – e desiderabile. Ma dall'altra, gli sembrava sempre di più una macchina in grado di fare calcoli, conscia di sé, che faceva autodiagnostica a sue spese. Si sentiva confuso e attendeva con ansia il giorno in cui le sessioni sarebbero finite. Nel frattempo, si consolava nei suoi alloggi pianificando cosa fare con tutti quei soldi.

    Eppure, trovava il fatto che lo analizzassero particolarmente sconvolgente. Se si fossero preoccupati di chiedere prima, non avrebbe avuto problemi, ma il fatto che l'avessero fatto di nascosto gli rodeva. L'androide Angela gli aveva detto direttamente che avevano fatto vari scan medici, ma si chiese che cos'altro avessero sondato. Perciò, decise di scoprirlo tra una sessione e l'altra e guardò tra i dati del progetto di sviluppo dell'androide. Se non mi avessero voluto nei loro dati avrebbero potuto proteggerli, ragionò.

    Fu facile trovare le sue registrazioni nel computer nei suoi alloggi. Eccoli, giorni di scan medici, incluse le onde cerebrali, gli schemi dei movimenti oculari, il tono della voce. Per avere tutto quello dovevano averlo circondato di scanner laggiù, e si prese [mentalmente] a calci per non essersene accorto. Ero distratto da un bel giocattolo, ammise con se stesso.

    I dati sui progressi dell'androide furono ugualmente facili da trovare. C'erano report su report dei suoi progressi. Quelli più vecchi mostravano che l'androide Angela era basata su una reale Umana Angela. Mi chiedo quanto l'hanno pagata.

    I report tradivano che il progetto androide non stava andando bene. L'androide era molto al di sotto di quanto pianificato. Si supponeva che ormai fosse autonomo, ma non c'era nemmeno vicino. Praticamente, non poteva funzionare senza una squadra di tecnici vicino che lo controllasse come una specie di marionetta senza fili. Ci sarebbe voluto del tempo prima che potessero vendere linee di androidi Angela.

    Quando Charl si annoiò a scavare nei report del progetto fallimentare, interruppe la sua connessione e si sdraiò nel letto per dormire un po'.

    Il mattino successivo si svegliò legato con una cinghia ad un tavolo con una luce forte in faccia.

    Continua...
     
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  8. amberleelessedil
     
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    Capitolo 8

    Charl vagò al limite della consapevolezza. Un dolore imprecisato attanagliava ogni sua fibra. Tutte le altre sensazioni si piegavano ad esso. Le sue labbra e il suo naso formicolavano insensibili, e quando sbattè le palpebre verso la bianca luce accecante, gli sembrò come se qualcuno stesse lanciando sacchetti di sabbia tutt'intorno. Delle cinghie gli trattenevano le braccia e le gambe, poco strette, sebbene egli non riuscisse a fare forza per togliersele. Era la sua testa ad essere bloccata – legata stretta, dalla fronte alla colonna vertebrale, in un casco plastico, che si adattava alla forma del suo cranio. Anche se si sentiva debole come un gattino, era piuttosto sicuro che neanche nei suoi giorni migliori sarebbe riuscito a lottare per togliere la testa da quella morsa.

    “Che sta succedendo?” mormorò debolmente, ma nessuno gli rispose. Sapeva che c'erano altre persone intorno a lui. Poteva sentire le loro delicate voci da Banu. Si trascinavano intorno, fantasmi con camici gialli che si intromettevano nel doloroso stato di dormiveglia di Charl. Uno si sporse sopra di lui, eclissando la luce bianca come un profilo di luna. Venne fatta una correzione. Charl scivolò indietro in un oblio più profondo.

    Non aveva idea di quanto tempo fosse passato fino al suo momento di lucidità successivo. Questa volta avrebbe barattato un dolore specifico più forte per un po' più di consapevolezza. Sentiva come se avessero guidato dei cunei di acciaio nel suo cranio attraverso tutto il suo palato, ed era sicuro che se si fosse mosso anche soltanto un po' gli avrebbero lacerato la carne del cervello in strisce. Ora, però, poteva concentrarsi meglio e si sforzò per abbassare lo sguardo fino a vedere un gruppetto di tecnici che stavano controllando delle strane stazioni di lavoro, aggiustando dei quadranti, e facendo altre cose da tecnici.

    “Dov'è Lyshtuu?” ansimò, anche se farlo aumentò enormemente il suo dolore. Un tecnico allungò la testa e fece un cenno ai suoi colleghi, uno dei quali si avvicinò. La vista di Charl era troppo annebbiata da poterlo identificare in modo accurato.

    “Dov'è Lyshtuu?” questa volta lo ripetè soltanto, quindi lo disse di nuovo in Banu per essere sicuro.
    “Lyshtuu licenziato,” disse semplicemente il Banu. Si sporse verso la testa di Charl, toccando, forse aggiustando l'apparecchiatura cui l'avevano agganciato.

    “Lasciatemi andare,” riuscì a dire debolmente, ma si fermò quando un flusso di memorie gli si riversò a cascata di fronte agli occhi, accompagnato da tutte le strazianti emozioni associate ad esse, come se ripercorressero mesi della sua vita in pochi secondi, con il volume alzato al massimo. Finì così velocemente come era iniziato, lasciandolo come un relitto pesante, tremante.

    Un maggior numero di tecnici si radunò lì vicino, parlando a bassa voce tra di loro, e nel suo stato attuale Charl non era sicuro che sarebbe stato in grado di capire cosa stavano dicendo anche se avessero parlato di fronte a lui. La sua mente stava ancora annaspando dopo l'apertura della diga della memoria. Egli, tuttavia, colse una cosa. I tecnici non erano contenti di qualcosa. Stavano discutendo, ed egli riuscì a cogliere che stavano discutendo su qualcosa che riguardava la “cooperazione” ed il “blocco”. Al momento tutto il suo viso era insensibile e come se fosse stato toccato dal fuoco ed egli chiuse gli occhi, ma non prima che i tecnici si dileguassero, lasciandone solo uno a fare aggiustamenti al suo empio casco.
    "Può Charl-Grissom capirmi ora?" disse il tecnico che stava facendo gli aggiustamenti. La piena lucidità si depositò sulla mente di Charl come una calda coperta. C'erano ancora un po' di dolore e di disagio, ed era ancora legato, ma era come se la sua mente fosse uscita da uno jump space ed entrata di nuovo nel modo reale.

    "Lasciami andare!" Charl riuscì a mettere abbastanza forza nel dirlo da far voltare un po' il tecnico.
    "No rilascio. Clausola del contratto." Il tecnico tenne uno degli occhi di Charl aperto e vi scrutò in profondità con il proprio, accecandolo ulteriormente con una piccola luce delle dimensioni di una penna.
    "Chi se ne frega del contratto! Non potete trattarmi così! Esigo di vedere Lyshtuu!" Mantieniti forte. I Banu rispettano la forza.

    "Lyshtuu licenziato." Licenziato tende a significare esattamente questo nella lingua Banu, notò Charl, piuttosto che qualcosa di più sinistro.
    "Allora dov'è Angela?" Qualsiasi volto familiare avrebbe potuto aiutarlo adesso, capì, anche il volto di un androide.

    "Progetto Angela cancellato." Cancellato? Questo significava che era stata smantellata? Forse abbandonata? In ogni caso, era a corto di persone familiari con cui negoziare, e questi tecnici non sembravano particolarmente preoccupati dei suoi desideri. La sua mente cominciò a correre. Doveva cominciare a perorare la sua causa prima che accendessero di nuovo il loro rimescolatore di cervelli. Qualunque cosa pur di fare un qualche tipo di patto, sorprenderli in un momento di disattenzione , quindi avere una possibilità di scappare.
    "Angela è qui?" chiese, ansimando un po' ma riguadagnando un maggiore controllo del corpo. "L'androide Angela?"
    "Progetto Angela cancellato," ripeté il tecnico Banu. "Progetto Charl-Grissom iniziato."
    Charl sentì come se le sue viscere fossero collassate in una singolarità. Non c'è modo che facciano una versione androide del sottoscritto!
    "Ci deve essere qualche errore," insistette. Lo stavano veramente trasformando in un androide? Stavano preparando il suo cervello per la rimozione? Quasi a corto di parole, Charl giaceva in silenzio e a bocca aperta. L'enormità della sua situazione lo aveva azzittito.

    "Io sono Tecnico Due." Un nuovo tecnico si era avvicinato mentre Charl perdeva le forze. I Banu hanno l'abitudine di usare i numeri come pseudonimi quando vogliono rimanere anonimi, e cercavano l'anonimato solo quando facevano qualcosa di illegale o di immorale, per cui non comportava nulla di buono.

    "Nuovo progetto iniziato," cercò di spiegare il nuovo tecnico. "Clausola del contratto approvata ..." Sbagliò, cercando di esprimersi in una strana lingua. Contratto? Charl ebbe il brutto presentimento che avrebbe dovuto leggere un po' meglio il suo secondo contratto.

    "Charl-Grissom viola il contratto," continuò, "Violazione volontaria da parte di Charl-Grissom. Stipula del contratto chiara. La violazione inizia una nuova clausola..."
    "Ho violato il contratto?" chiese Charl, sperando inutilmente di potersi sostituire ad un avvocato. "Ho fatto tutto quello che il contratto richiedeva," protestò. "Sono stato presente a tutte le sessioni di valutazione..."
    "Violazione del contratto, affermativo. Dati compromessi." Merda! Lo avevano inchiodato per aver esaminato i loro dati. Forse lo avevano reso così facile per poterlo intrappolare...in questo, qualunque cosa fosse. Preparò velocemente una serie di scuse.
    "Stavo solo cercando di verificare i dati..." iniziò, ma il Tecnico Due lo ignorò. "Lyshtuu mi aveva suggerito di analizzare i dati..." Non ci stava riuscendo.
    "Dati compromessi. Contratto violato. La vittima ha diritto al rimborso." Davvero? Questi Banu mi hanno legato ad un tavolo e mi stanno dicendo che, in ogni caso secondo contratto, loro sono le vittime?
    "Il contratto dice che mi potete torturare?" Si chiese se Lyshtuu l'avesse venduto. Dicono che è stato licenziato, quindi forse non fa parte di tutto questo. Forse sono le maniere forti del Protettorato, un qualche tipo di lavoro governativo. "Pretendo che mi rilasciate subito!"
    "Charl-Grissom no torturato. No ferito. Charl-Grissom mietuto."
    Il buco nero nelle sue viscere si allargò un po' di più.
    "Mietuto?" provò a chiedere.
    "Mietuto," il Tecnico Due guardò i suoi colleghi altrove nella stanza per conferma, ma evidentemente nessuno era in grado di trovare un vocabolo migliore. "Mietitura. Mietitura mentale."
    "Okay, aspettate un momento. Ho violato il contratto riguardo al vostro androide e questo vi permette di mietere la mia mente per fare un nuovo progetto di androide basato su di me? Davvero? E questo sarebbe legale? Scordatevelo!"
    "E' come dice Charl-Grissom," il Tecnico Due confermò.
    "Perciò, non mi asporterete il cervello?"
    Un paio di tecnici scoppiarono nella versione Banu di una risata, quindi spiegarono ai loro colleghi che non avevano capito subito in modo tale che anche loro potessero cogliere la battuta. Charl non lo considerava così divertente.
    "Negativo!" Il Tecnico Due insistette con enfasi. "Charl-Grissom non è ferito. Mietitura mentale di Charl-Grissom." La singolarità nelle sue viscere si allargò un altro po', ma era ancora legato contro il suo volere.
    "Che mi dite di questo?" chiese, guardando in su per indicare con gli occhi. "Spero che questa cosa funzioni meglio del vostro androide." I Banu non alzano veramente le spalle, ma questa è esattamente l'impressione che ebbe quando vide gli sguardi che si scambiavano. "State copiando cose dalla mia mente o...
    "Solo copiando, Charl-Grissom. Nessun danno."
    "Che garanzia ho...?" Cominciò a chiedere, sperando di avere anche solo una coppia di carte [buone?] in mano. Avrebbe promesso loro qualsiasi cosa, decise, se questo gli avesse dato una possibilità di scappare.
    "Nessun danno."
    "D'accordo, allora. Questa è la notizia migliore che ho sentito in tutta la giornata." disse, sapendo perfettamente che i Banu non avrebbero capito il significato. "Ma questa roba mi sta uccidendo! Potete togliermi il dolore?" chiese, agitando le spalle.
    "Blocco è uguale al disagio," disse il Tecnico Due, premuroso ora che avevano finalmente superato quello di cui lui voleva discutere. "La cooperazione riduce il disagio. La cooperazione migliora il trasferimento. Trasferimento più breve."
    "Perciò, non sono un prigioniero?"
    "Oh, sì. Charl-Grissom prigioniero," il Tecnico Due replicò come un dato di fatto. "Obbligo del contratto."
    "Capisco." Charl perdonò a se stesso un po' di confusione. Era stato drogato, legato, e la sua mente era stata fritta da quell'estrattore di menti alieno. Lottò per elaborare tutto questo nel miglior modo possibile.
    "Quindi, ci sarà un me androide che va in giro da qualche parte?" chiese, ma non si aspettava davvero una risposta. Quanto può andare male? Posso sempre occuparmene più tardi, immagino. "Okay, collaborerò." Coopererò fino a che non avrò la possibilità da andermene da qui!
    "Cooperare. Affermativo." Il Tecnico Due sembrava sollevato.
    "E niente più dolore?" chiese Charl.
    "Cooperare riduce il disagio," rispose, il che era ben lontano dall'essere una garanzia, ma Charl sapeva che probabilmente questo era tutto ciò che avrebbe ottenuto. "Charl-Grissom rilassa. Cooperare riduce il disagio."
    Charl prese un paio di respiri profondi e cercò di rilassarsi, ma era più facile dirlo che farlo. Lasciò che la sua mente vagasse, sperando che questo potesse essere d'aiuto. Non vedo l'ora di andarmene da qua e tornare alla...la mia nave, la...perché non riesco a ricordare il nome della mia nave?
    "Aiuto Charl-Grissom a cooperare," disse il Tecnico Due, picchiettando delicatamente una siringa prima di iniettargli qualcosa nel braccio. Per un momento la singolarità che gli stava tormentando le viscere diventò un buco nero che consumava la galassia prima di dissolversi in una nebbia dalla forma di loto.

    Continua...
     
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    Parte 9


    Casa, mamma, l'esercito, Judy ...

    Gioia, perdita, rimorso, disprezzo ...

    Volti e sentimenti, luoghi e desideri ...

    Le esperienze di vita di Charl vennero strappate dalla profondità della sua mente quando l’estrattore Banu stimolò i suoi ricordi. Paralizzato dalla strana tecnologia neurale e dalle droghe che gli erano state iniettate, viveva la sua vita come se fosse uno spettatore, un testimone spettrale dei sogni caotici di qualcun altro.

    Mentre il processo andava avanti, le sue sensazioni esterne erano praticamente inesistenti. A livello quasi inconscio, forse era il suo istinto di sopravvivenza, egli desiderava un qualsiasi stimolo dall'esterno della sua mente turbata. Per lungo tempo non ottenne alcun sollievo, ma intuiva una sorta di flusso e riflusso nel processo. Come un pesce nel mare, si immergeva nelle profondità abissali per un po' e poi tornava vicino alla superficie dove poteva appena percepire il sole e il cielo al di sopra.

    Incerto delle proprie sensazioni, indirizzò la sua volontà, concentrandosi contro le ondate di memorie non volute, e ad ogni successiva salita si costrinse ad avvicinarsi sempre più alla superficie.

    Forme e suoni.

    Sfuggendo all’abisso, Charl si lanciò verso la luce.

    Volti e voci.

    Emotivamente esausto, raccolse le ultime riserve di energia.

    "Charl-Grissom riprendere conoscenza." Charl sbatté le palpebre più volte e vide l’ambiente circostante come attraverso una nebbia. Per un attimo si sentì soffocare e questo gli diede un'idea. Si costrinse a trattenere il respiro in modo sempre più deciso, cosa che non solo lo rese immediatamente cosciente, ma gli fece ottenere anche l'attenzione dei tecnici Banu.

    "Charl-Grissom in difficoltà", disse un tecnico, avvicinandosi. Charl finse una crisi di soffocamento e si irrigidì come se non potesse più respirare, contorcendosi disperatamente contro i vincoli che lo trattenevano sul lettino. "Charl-Grissom pericolo di soffocamento!"

    Il tecnico Banu cominciò a liberarlo mente Charl continuò a simulare la crisi respiratoria. L’altro tecnico si avvicinò con una siringa, un sedativo probabilmente. Una cinghia è stata slacciata, poi un altra. Nell’istante in cui il braccio fu libero Charl afferrò goffamente il tecnico con la siringa in mano e riuscì a conficcargliela in gola. Il Banu gorgogliò e crollò sul pavimento. Nel tempo necessario al primo tecnico per rendersi conto che c’era un problema, Charl era riuscito a slacciare le cinghie che trattenevano l’altro braccio.

    "Allarme!" Il tecnico cercò di trattenerlo e i due lottarono fino a che Charl riuscì a passare una cinghia intorno al collo del Banu e a tirare. Il tecnico si contorceva ma non poteva gridare e dopo un momento Charl lasciò la sua vittima cadere esanime a terra. Pensava di avere dimenticato gli anni passati a servizio dei militari, ma a quanto pare il suo corpo non aveva dimenticato le mosse del combattimento corpo a corpo.

    Era solo ora, scuotendo la testa per schiarirsi le idee. Si slacciò le cinghie che lo trattenevano al lettino liberandosi completamente. Incapace di stare in piedi, si lasciò cadere sul pavimento e strisciò per mettere l'orecchio alla porta. Non sentendo nulla, la aprì e mise la testa fuori in un corridoio vuoto. Si trascinò rapidamente in una stanza, una doccia comune, aperta dall'altra parte del corridoio e chiuse la porta dietro di sé.
    Pensa, Charl. Pensa! Fino ad ora aveva lasciato che fosse l’istinto di sopravvivenza a guidare le sue azioni. Ora la sua mente annebbiata tentava di organizzare un piano più strutturato. Premette i palmi delle mani contro le tempie e strofinò con forza.

    "Dannazione..." Charl si osservò ad uno specchio. Strappò la calotta metallica dalla testa rasata con il seguito di fili penzolanti che dovevano essersi staccati dal dispositivo di estrazione mentale Banu. Era pallido e magro, indossava una veste di carta sottile. Per quanto tempo mi hanno tenuto in questo stato?

    Vaghi ricordi tornarono a lui. La missione, il Banu che lo aveva assunto, anche l'androide. Charl lottava per dare loro un nome, ma ogni ricordo fuggiva come un coniglio in cerca della tana. Sentì un terribile brivido. E se la sua mente era rimasta distrutta? Un senso di repulsione lo attraversò. Pensa! Balbettò frasi senza senso, temendo la verità, ma al contempo temendo ancora di più il non sapere.

    "Il... il ... ehm ...", lottò, tremando sul pavimento umido delle doccie. "Andiamo ... la ... la Reacher! _" Trattenne il fiato. Sì, pensò, la mia nave è la Reacher! E l'androide era ... uh ... Angela! "Si accasciò sul pavimento estasiato, questi semplici ricordi… ma il sollievo fu di breve durata.

    "Allarme! Charl-Grissom fugge! "Voci concitate risuonavano nel corridoio, sapeva che non sarebbe passato molto tempo prima che qualcuno infilasse la testa nella stanza dove si era rifugiato. Charl si asciugò il sudore dalla fronte e si costrinse a piedi. Le sue gambe si lamentavano debolmente e dovette sorreggersi ai lavandini per rimanere in piedi, ma alla fine ci riuscì. Seguirono altre grida, e un allarme elettronico si lamentò rumorosamente attraverso la struttura della stazione orbitale.

    "Controllo la doccia comune..." La porta si aprì e Charl afferrò il tecnico vestito di giallo per la gola, chiudendo la porta in fretta dietro di lui. Spinse violentemente la testa del Banu contro il muro e lo costrinse a terra, spezzandogli il collo con un rumore secco. Figli di puttana! Lo avevano trasformato in un assassino. Con un rapido movimento sfilò il camice della sua vittima e lo indossò. Non potrò mai passare per un Banu, pensò, ma è sempre meglio che correre in giro mezzo nudo!

    La sua unica speranza era di fuggire dalla stazione. Qualsiasi stazione spaziale umana avrebbe avuto capsule di salvataggio, ed era abbastanza certo che i Banu seguissero lo stesso protocollo di sicurezza. Una volta uscito da questo posto poteva fare affidamento sulle sue abilità di pilota per fuggire, ma doveva procedere un passo alla volta. Un terminale del computer della stazione sarebbe stato utile, ma non c'era niente di simile in questa stanza. Avrebbe dovuto tentare a caso in qualche altra stanza, ma dalla curva stretta del muro ebbe l'impressione che stazione non fosse molto grande. Si sgranchì il collo e le braccia, ascoltò i rumori provenienti dalla alla porta attendendo un momento di quiete, poi uscì.
    "Ricerca corridoi qui!" Charl sentiti gli inseguitori nella loro lingua madre. Molti Banu attraversarono di corsa la giunzione alla sua sinistra, costringendolo rapidamente a voltarsi dall'altra parte e a camminare svelto verso destra. Svoltò ad un angolo, poi ad un altro, udì più voci e passi che si avvicinavano da entrambe le direzioni. Aprì la prima porta che vide e si tuffò dentro.

    "Chi diavolo sei?"

    "Angela!" Era in una sorta di acquario in plexi-glass, circondata da postazioni di lavoro e dispositivi di controllo, ma i tecnici erano tutti assenti, probabilmente in cerca di lui. Aveva la testa rasata, ma il volto e la voce erano inconfondibili.

    "Cosa sei, un altro maledetto robot?" Chiese sprezzante, e il suo cervello lottò contro la confusione.

    "Tu sei la vera Angela", disse lui, mettendo insieme i pezzi rapidamente. La osservò raggiungere una conclusione simile.

    "Chiunque tu sia, sei troppo malmesso per essere un androide! Puoi tirarmi fuori di qui?" Lei si avvicinò alla parete di plexi-glass, abbastanza vicino perché il suo respiro formasse un alone di umidità." Non vedo un altro essere umano da… da un’eternità!" Poi un secondo dubbio la colpì. “Tu non stai lavorando per loro, vero?" Indietreggiò di nuovo, osservandolo con circospezione.

    "Non volontariamente", era una mezza confessione ma decise di tenere la storia completa per dopo, supponendo che non vi sarebbe stato un secondo momento. "È questa la porta?" Chiese, indicando una porzione di plexi-glass con una linea sottile.

    "Sì," la vera Angela si avvicinò tracciato il contorno con il dito. "Operano da quel pannello laggiù." Un crepitio di passi giunse dal corridoio esterno, e Charl si preparò ad affrontare la loro ira. "Cosa sta succedendo? La cavia è fuggita pochi minuti fa."

    "Stanno cercando me", disse lui, selezionando i comandi sul pannello di controllo.

    "Stavano sondando la mente anche a te?" Chiese, guardando la sua testa calva.

    “Si.”

    "Non ti preoccupare. La confusione è solo temporanea."

    "Grazie, questo è rassicurante", disse, e condivisero un sorriso tirato attraverso la barriera di plexi-glass, prima di sentire altri passi in avvicinamento che rinnovarono la sua paura.

    "Ti prego, fammi uscire di qui!", Implorò lei, spostandosi ansiosamente sui suoi piedi e graffiando la porta con le unghie.

    I controlli erano in linguaggio di programmazione Banu, così chi non era in grado di leggerlo non sarebbe mai in stato grado di utilizzarli. Ma lui poteva, e attivò i comandi. La porta in plexi-glass si sollevò verso l'alto con un fruscio d'aria. La vera Angela rimase lì per un momento incredula, poi fece un passo fuori della gabbia.

    "E' bello essere fuori, non hai idea. E ora?"

    "Abbiamo bisogno di scendere da questa stazione orbitale ..."

    "Siamo in orbita?" Lei piegò la testa incredula.

    "Non lo sapevi?"

    “Come avrei potuto? Vedi delle forse finestre nel mio appartamento? E loro mi hanno tenuta sotto l’effetto delle droghe per la maggior parte del tempo."

    "Beh, comunque siamo in orbita, quindi abbiamo bisogno di una capsula di salvataggio o qualcosa del genere."

    "Prova a quella postazione laggiù", suggerì lei. "Forse possiamo visualizzare i piani di costruzione della stazione. O gli schemi, credo." Charl attivò lo schermo e selezionò tra i menu.

    "Qual è la tua storia?" Chiese.

    "Ho fatto incazzare qualcuno", disse lei semplicemente.

    "Benvenuta nel club", rispose lui, e lei ridacchiò.

    "Ero una giornalista e stavo lavorando per la Torreele. Hanno detto che ho violato il loro contratto o qualche merda simile."

    "Mi suona familiare. Ok... sì, trovato!" Charl trovò alcuni piani intelligibili, individuando dove erano e quelle che sembravano essere capsule di salvataggio. Tracciato mentalmente il percorso. "Okay, dobbiamo scendere di un paio di livelli. Muoviamoci, fuori!"

    "Aspetta! Vieni qui," insistette la vera Angela, afferrandolo per il colletto del camice giallo e tirandolo in un inaspettato bacio. Poi si interruppe bruscamente.

    "Okay, sei vero."

    "Che cosa vuoi dire?"

    "Gli androidi baciano in modo buffo", disse semplicemente. "Andiamo!" Charl decise di attendere un altro momento per scoprire come mai lei lo sapesse.

    Ascoltarono attentamente i rumori provenienti dalla porta e non sentendo nulla, aprirono e scivolarono nel corridoio. Ma appena voltato il primo angolo udì dietro di sé una voce Banu familiare.

    "Charl-Grissom, contratto violato seconda volta." Era il secondo tecnico, affiancato da un paio di guardie della sicurezza Banu armate di carabine laser. La vera Angela rimase a bocca aperta per la frustrazione.


    Continua…
     
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    CAPITOLO 10

    “Tu!”
    La vera Angela si caricò [rallied?] visibilmente mentre puntava un dito accusatore al Tecnico Due, e il suo grido incarnò mesi – forse anni – di rabbia e disprezzo trattenuti.
    “Tornate agli obblighi di contratto,” disse in modo conclusivo, facendo muovere in avanti le guardie di sicurezza, ma non erano preparati al suo assalto improvviso.
    “Ehi,” fu tutto quello che Charl riuscì a dire prima che Angela caricasse a testa bassa verso il Banu. Mise le sue spalle dentro le sue costole con un “thud” percepibile e lo fece cadere sulla schiena ancor prima che la guardia di sicurezza potesse reagire.
    “Banu bugiardo...” Angela mandò al tappeto il Tecnico Due, quindi piombò su di lui, facendogli piovere addosso una serie di doppi pugni e un flusso continuo di empietà decisamente fantasiose. “Mi hai rinchiusa come un animale!”
    “Necessario per studiare...” riuscì a dire, incapace di parare i suoi colpi.
    “Studiare!” lo imitò, “Bene, studia questo, brutto...”

    Angela era così riuscita a distrarre entrambe le guardie di sicurezza e Charl approfittò della situazione. Liquidò la più vicina facilmente, afferrando la sua carabina laser con la mano sinistra e colpendola pesantemente sulla parte posteriore del collo con la destra. Quel punto era vulnerabile sia nell'anatomia Banu che in quella umana, e il suo colpo andò a segno. La prima guardia di sicurezza iniziò a piegarsi, ma Charl gli afferrò il polso per usarla come scudo. Appena in tempo perché il colpo di laser dell'altra guardia disegnasse una striscia fumante attraverso la sua armatura e il muro del corridoio dietro di loro.
    “Allarme!” sentì ansimare il Tecnico Due, prima che la sua voce si strozzasse nel momento in cui la vera Angela raddoppiava il suo feroce assalto.
    Charl alzò la sua vittima e si lanciò attraverso il corridoio verso la seconda guardia di sicurezza per cui tutti loro caddero in un groviglio contro il muro più lontano. Vide la carabina della seconda guardia a terra e ci si lanciò sopra, spezzando le dita sottili del suo proprietario al di sotto. Lottando con la guardia di sicurezza svenuta per liberare la carabina, diede un calcio alla testa dell'ultimo nemico rimasto, quindi si mise in piedi e sparò in un un unico movimento veloce. Fumo e odore di carne bruciata si diffusero dal casco della guardia di sicurezza.

    “Angela!” Lei era un disastro, con il viso striato di lacrime e i pugni chiusi insanguinati, mentre picchiava ancora debolmente il Tecnico Due. Lo aveva reso o morto o privo di conoscenza.
    “Marcisci all'inferno, bastardo!” piagnucolò lei, quindi gli sputò addosso e rinnovò la sua furia.
    “Angela, dobbiamo andare! Avanti, è andato!” Charl prima urlò, quindi si avvicinò, mettendo con delicatezza la sua mano sulla spalla di lei e addolcendo il tono. “Angela, è finita, e dobbiamo andarcene.” Lei smise di picchiare e si pulì il viso con una manica, ansimando ed annuendo.
    “Okay, andiamo.” Si affrettarono lungo il corridoio verso le capsule di salvataggio. “Che razza di nome è Charl-Grissom?”
    “E' solo Charl. Grissom è il mio cognome.”
    “Idiota di un Banu,” disse lei, scuotendo la testa.

    Scesero lungo un corto corridoio, quindi ne percorsero ancora uno prima che Charl sentisse degli inseguitori arrivare alle loro spalle.
    "Continua a camminare!" sussurrò, quindi si inginocchiò e puntò la carabina laser nella direzione da cui erano venuti. Le sue impugnature non erano fatte per le sottili dita umane, ma non era la prima volta che Charl usava equipaggiamento Banu. Egli rilasciò la sua corrente continua di distruzione dietro di loro, bruciando le pareti del corridoio in uno schermo (display?) violento e fumoso.

    "Questo dovrebbe rallentarli!" Trovò un portellone d'accesso esattamente dove si aspettava in base alla mappa del computer, ma le ombre nascosero altri Banu che si arrampicavano verso di loro. "Dannazione!" si lamentò e puntò il laser contro di loro.
    "No, da questa parte!" Angela gli afferrò il braccio e lo spinse via. "Mi hanno portata da questa parte." Attraverso una porta e un laboratorio abbandonato, quindi attraverso un altro ed un corto corridoio verso quello che sembrava essere l'asse centrale della stazione, con i suoi controlli primari accessibili attraverso scale a spirale. "Dovrebbe andar bene giù di qua."
    Ma una figura familiare bloccava loro il passaggio.
    "Charl, non c'è via di scampo. Abbassa la tua arma." L'androide Angela era in piedi tra loro e la passerella, con in mano una piccola pistola alzata all'altezza del suo petto. Charl non era in grado di dire se fosse una laser, un'arma da fuoco o solo un taser di sicurezza di un qualche tipo, ma sicuramente lo stava tenendo sotto tiro. Però, pensò lui velocemente, l'androide era un pezzo di merda malfunzionante, per cui poteva cercare di...
    "Ciao, Angela," l'androide la riconobbe freddamente. La vera Angela fissò con circospezione l'arma del suo duplicato e si avvicinò a Charl.
    "Guarda, è il robot," ribadì, "e anche un robot di merda." Sperò che potesse fare cilecca come era successo molte volte in passato, ma sapeva di non poterci contare.
    Rumori di passi si avvicinavano da tutte le direzioni, e per un istante pensò di alzare la carabina laser e fare un buco direttamente attraverso l'androide Angela, fuoco di ritorno o no. Ma lei capì le sue intenzioni apparentemente in un attimo e, di contro, puntò la sua pistola contro la vera Angela.
    "Una mossa e lei muore." Charl riflettè meglio sul suo piano e rilassò la sua presa sul laser. I tecnici Banu e le guardie di sicurezza si riversarono lì da tutte le direzioni. Erano circondati e sotto tiro. La vera Angela afferrò la sua spalla, alla ricerca di sicurezza mentre cercava di lasciarlo libero di agire. Stava tremando. L'androide Angela, se fosse stata umana, avrebbe potuto sogghignare mentre si avvicinava lentamente.
    "Tu sarai utile al progetto," disse.
    "Non contarci." Charl armò la carabina laser e sparò un colpo bruciante lungo l'asse del nucleo della stazione, distruggendo una falciata di pannelli di controllo in un'esplosione luminosa e scintillante.
    L'androide Angela sparò, ma il suo colpo deviò mentre lei cadeva in modo inaspettato all'indietro per il contraccolpo. Un paio di colpi laser colpirono il ponte vicino a Charl, mentre chi aveva sparato barcollava per l'improvvisa caduta di gravità.
    "Andiamo!" Charl afferrò la vera Angela intorno alla vita e fece un balzo acrobatico verso la passerella centrale, dritto dentro il fumo e la puzza di plastica bruciata. Grazie a capacità affinate da una vita nello spazio a gravità zero, si aggrappò alla ringhiera, valutando il loro centro di gravità collettivo, e spinse in una traiettoria dietro l'asse verso il loro obiettivo. In un momento si erano lasciati alle spalle i loro sorpresi nemici a cadere tutt'intorno in una caduta libera.

    "Cosa hai fatto?" riuscì a chiedere lei, stringendolo forte.
    "Ho sparato ai controlli della gravità."
    "Come sapevi...?"
    "So leggere."

    Giudicando distanza ed angolo, si preparò per un altro rimbalzo. "Non ne siamo ancora fuori, però. Tieniti!" Fece un avvitamento in modo tale da deviare da una parete esterna e tornare indietro verso il vano delle capsule di salvataggio, girando per assorbire l'impatto con le gambe e spingerla dolcemente contro il ponte.
    "Sono colpita," ammise lei. Egli toccò i controlli delle capsule sul display Banu e il portellone si aprì. La fece scivolare all'interno e si abbassò egli stesso prima che un laser bruciasse la parete del vano dietro di loro. "Sembra che si siano raggruppati!"
    "Assicurati!" La capsula aveva quattro posti. Egli mise al suo posto una cinghia da spalla con una mano e colpì il pulsante di lancio con l'altra, schiacciando entrambi all'indietro a causa della forte accelerazione.
    "Cosa...stai...facendo?" chiese lei, facendo fatica a parlare.
    "Sto resettando la telemetria...in modo che non...torniamo indietro...sul pianeta." La capsula sbandò senza un orientamento sotto di loro.
    "Perché? Dove...possiamo andare altrimenti?" chiese lei, con la gravità zero che fece sentire metà domanda.
    "Beh, questa capsula non è realmente adatta per questo, ma posso farci arrancare fino al jump point. Se riusciamo a nasconderci, probabilmente posso attaccarci magneticamente a qualche cargo non sospetto per un giro gratis."
    "Cosa stai facendo adesso?"
    "Sto spegnendo il trasmettitore. Lascia che si chiedano dove siamo andati." Il segnale lampeggiante sui comandi di navigazione si spense.
    "Ci verranno a cercare?"
    "Non subito. Sembra che non ci fossero navi da ricerca alla stazione quando ce ne siamo andati. E' un laboratorio, non una base militare. Comunque, sono sicuro che allerteranno la flotta."
    "Probabilmente no," dissentì lei, voltandosi a guardare le stelle che giravano lentamente fuori dall'oblò.
    "Perché no?"
    "Penso che siano dei fuorilegge. Tutti i governi li vorrebbero."
    "Fuorilegge," pensò. Non lo avevo considerato.
    "Se è così, allora sono fuori controllo [off the grid]. In generale, il Protettorato Banu non è malvagio, e questa cosa degli androidi è un progetto malvagio. Mi hanno tenuta rinchiusa per quasi due anni," disse lei, piangendo, ma poi scosse la testa per controllare le proprie emozioni. "Se non fossi arrivato tu, non credo che mi avrebbero mai lasciata andare. Mi avrebbero trattenuta per sempre per perfezionare il loro androide."
    "Onestamente, il loro androide era spazzatura. Non ne rilasceranno nessuno nello spazio UEE nel prossimo futuro."
    "Questo può essere, ma perché dargi una possibilità di perfezionarlo? Dobbiamo denunciarli," disse, non accettando repliche.

    "D'accordo, ma facciamolo da una distanza di sicurezza."
    "A quanto lontano stavi pensando?" chiese, stringendo di più una cinghia per evitare di galleggiare sul sedile.
    "Che ne pensi dello spazio UEE?" Egli pregustò il pensiero di whiskey di riso non sintetico e di sigari.
    "Mi sembra dannatamente buono. Non hai idea."
    "Sai, imprehi come uno spaziale." All'improvviso lei gli rivolse un sogghigno rilassato.
    "Abituatici."

    FINE

    RIGUARDO ALL'AUTORE:
    Timothy Brown è uno scrittore che ha vinto premi, e un game designer, ha lavorato al setting di fantascienza di 2300AD, il setting fantasy Dark Sun per Dungeons & Dragons, e l' MMORPG End of Nations per Trion. "A Human Perspective" è il suo primo contributo a Star Citizen. Seguitelo su Twitter @timothybbrown.
     
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9 replies since 27/12/2013, 14:34   222 views
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