"Dateline: Sesen"

Un racconto di SC

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    Ulla Yadav rimuginava su dei potenziali titoli per i suoi articoli: Fanno danni maggiori i pirati veri o quelli di una messa in scena per frode?, Sequestrati dai banditi ... Pensa ancora… Liberi professionisti o aziende private, chi guadagna veramente?

    Edited by MaxGwenesef - 7/2/2014, 15:28
     
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    Parte 1.

    Ulla Yadav rimuginava su dei potenziali titoli per i suoi articoli: Fanno danni maggiori i pirati veri o quelli di una messa in scena per frode?, Sequestrati dai banditi ... Pensa ancora… Liberi professionisti o aziende private, chi guadagna veramente?

    L’esperta giornalista accovacciata nel sedile del pilota della sua Freelancer osservava il proprio respiro cristallizzarsi sul Plexi. Haddix aveva attivato la modalità ghost che comprendeva la riduzione del riscaldamento quasi a zero. Se qualcuno avesse rilevato la loro impronta termica residuale, l’avrebbe facilmente confusa con la luce del sole riflessa da detriti spaziali.

    Era necessario che risultassero pressoché invisibili. Non voleva rischiare di perdere la storia per un banale errore.

    "Quale titolo ti piace di più, Pseudo predatori o Sequestri folli?" Chiese.

    Le stelle fluirono sul Plexi anteriore mentre Yadav effettuava una piccola correzione di rotta per mantenere il Jump Point dritto davanti a loro. Il passaggio era visibile solo al loro NavDrive, una serie di boe lampeggianti circondavano la singolarità delimitando la zona di sicurezza.

    "Cosa?" Haddix si chinò verso Yadav. Era un uomo ingombrante, non era a suo agio nello spazio angusto della cabina. "Oh, il secondo". Era stato agitato tutto il tempo, ansioso, non era abituato alle lunghe attese. La agenzia giornalistica New United lo aveva assegnato a lei come guardia del corpo in tre precedenti missioni, missioni che si erano svolte durante violenti conflitti. Questo attendere gli eventi era una novità.

    “Cosa ti fa pensare che i rapporti sulla presenza di pirati in questo sistema indichino una messa in scena?" Le chiese.

    "I miei trenta anni di esperienza come reporter.", rispose sfacciatamente sorridendo. "Vuoi saperlo sul serio? A causa dei loro presunti obiettivi: materiale comune con valori commerciali bassi. I pirati cercano principalmente elettronica, armi, medicine, cibo, oggetti di valore oppure dei quali si ha un disperato bisogno. Perché dovrebbero dirottare navi cargo che trasportano travi in acciaio, attrezzature da scavo o tubature? Non ha alcun senso. Non rischierebbero per così poco."

    Si raddrizzò sulla sedia. Una nave da trasporto passò davanti a loro, luminosa, arancione, la denominazione sociale a lettere cubitali in nero sulla fiancata. Si arrestò a poca distanza dal Jump Point preparandosi al salto, probabilmente stava caricando i dati di navigazione.

    "Preparati," disse lei "questa potrebbe essere quella giusta." Usò il suo MobiGlas per ricontrollare il manifesto di carico di quella particolare nave.

    "Se i pirati non li attaccheranno, dove pensi che porteranno il carico?" Chiese Haddix, in bilico sopra il pannello di controllo manuale.

    "Ascolta. Questo è ciò che stiamo cercando di scoprire. Ho il sospetto che sotto ci sia una frode assicurativa che coinvolge diverse società, almeno quattro. Se questo trasporto viene attaccato o scompare il numero sale a cinque. Perché acquistare materiali per fabbricare qualcosa quando si può rubarli, ottenere il rimborso e averli ancora a portata di mano? Mi vengono i brividi a pensare quante volte un singolo componente industriale può essere stato moltiplicato con questa tecnica. ".

    Yadav recuperò un drone telecamera dal suo kit da campo lasciandolo fluttuare liberamente accanto alla sua testa. "Tutti i rapporti delle assicurazioni che ho visto indicano che i trasporti sono stati requisiti in prossimità dei Jump Point. Quanto vuoi scommettere che basta seguire questi ragazzi per trovare il loro tranquillo luogo di vacanza? "

    "Scommetto quello che vuoi", rispose Haddix. "A meno che quelle navi pirata non siano qui solo per scena ".

    Uno stormo di sei Cutlass emerse dal Jump Point. Una delle navi finì dritta sulla prua del trasporto e, slittando lungo la fiancata, lasciò una lunga, scura cicatrice sulla copertura arancione.

    Yadav attivò il drone e la telecamera prese vita, sincronizzata automaticamente con il movimento degli occhi. Il drone seguiva il suo sguardo registrando tutto quello che lei osservava. Il registratore audio auricolare, costantemente attivo, continuava a documentare ogni commento.

    Haddix trasse un oggetto dalla tasca e lo baciò. Yadav lo aveva già visto fare questo gesto alcune volte, ma non gli aveva mai chiesto nulla. Alcune persone hanno bisogno di qualche piccolo rituale, pensò, stringendo la sua imbracatura.

    Ma certo non lei. Questo era ciò per cui lei viveva. Accolse con favore la scarica di adrenalina, il sudore freddo sulla fronte, l’aumento della pulsazioni. Tutto questo significava che era dove doveva essere, nel bel mezzo di un conflitto, degno di una storia. C'era qualcosa di magico che la riempiva di euforia nell’esporre i dettagli di un criminale, nel rivelarne i segreti più oscuri e lasciare che il pubblico giudicasse chi aveva ragione e chi torto.

    Colpi di un bianco elettrico scaturirono dalle armi dei pirati, creando ferite nei punti strategici delle fiancate del trasporto. Fiotti di elementi liquefatti venivano espulsi dai fori, spinti dalla pressione interna. Yadav trattenne il respiro. Ingrandì sul display una porzione dello scafo, scansionò i detriti analizzandone la composizione e la forma. Per fortuna, tutto sembrava materia inanimata. Nessun essere vivente.

    "I pirati sapevano esattamente dove colpire, devono avere gli schemi della nave", disse lei. Non era comunque sufficiente come prova di una messa in scena. Attivò i propulsori dando un rapido impulso alla Freelancer per avvicinarsi all'azione.

    Appena i fori sulle fiancate smisero di vomitare materiale, le navi dei pirati si accostarono al trasporto come vespe ad un cocomero maturo. Dopo essersi ancorate allo scafo, individui vestiti di tute pressurizzate gialle uscirono dalle Cutlass ed entrarono nel trasporto attraverso gli squarci provocati dalle esplosioni.
    Haddix si mosse a disagio. Yadav sapeva che avrebbe voluto avvertire le autorità e richiedere soccorsi. Soppesò anche lei quest’ipotesi fino a quando si rese conto che più informazioni riusciva a raccogliere meglio sarebbe stato, anche per un’eventuale indagine. In fondo se avessero cercato di avvisare qualcuno ora, il sequestro sarebbe stato molto probabilmente concluso da tempo prima che eventuali soccorsi potessero arrivare in zona. Inoltre non voleva essere interrotta da nessuno. Aveva speso troppe settimane a monitorare aree soggette a potenziali dirottamenti per permettere a qualche agente dell’Advocacy di piombarle addosso proprio quando tutto il lavoro stava cominciando a dare i suoi frutti.

    Si stava comportando in modo sconsiderato? Cinico? Forse. Trascorrere una buona parte della propria vita ad inseguire criminali di professione modifica la percezione del senso del dovere civico.

    Dopo una quindicina di minuti alcuni segni di vita emersero dallo, quando diverse capsule di salvataggio vennero abbandonate nell’area circostante il trasporto. Pochi istanti dopo, la massiccia nave arancione attivò i motori avanzando verso il Jump Point.

    Le mani di Yadav e quelle di Haddix volarono sui rispettivi pannelli di controllo ripristinando la piena funzionalità di tutte le parti della nave. "Se perdiamo il trasporto perdiamo la storia", disse lei.

    Mentre lei inseguiva i banditi in fuga, Haddix scansionò le capsule di salvataggio. "I segnali di soccorso sono attivi. Cinque pod per cinque persone, non riesco a rilevare se ci sono feriti, ma almeno sono tutti vivi ".

    "Per un trasporto di queste dimensioni deve essere l'intero equipaggio. I pirati probabilmente non hanno ucciso nessuno." Era sospetto, ma coerente con la sua teoria della frode. Solo una morte era stata registrata durante i sette sequestri che aveva contrassegnato come apparentemente insoliti.

    "Forse qualcuno ha pagato un riscatto per l’equipaggio." suggerì Haddix.

    Lei scosse la testa. "Ho controllato - le aziende non si sono organizzate ne per fornire armi difensive al personale ne per ingaggiare società di sicurezza private. Questo significa che non prevedono di dovere pagare un riscatto, o perché nessuna azienda è stata colpita abbastanza per ritenere di dovere ricorrere a tali misure, oppure perché già sanno che l'equipaggio sarà risparmiato."

    Scintille scaturirono dallo scafo arancione qua e là mentre scivolava nel punto di salto, una lieve scarica statica. Yadav contava sulle differenze di energia tra spazio normale e iperspazio per confondere i sensori del trasporto e contribuire a proteggere la loro nave dall’essere rilevata. Si accodò al trasporto, tenendosi fuori dal raggio di azione dei propulsori.

    "Pronto?" chiese lei.

    "Pronto," confermò Haddix. Attivò il software di targeting WillsOp, nel caso in cui dall’altro lato avessero trovato il caloroso benvenuto dei pirati.

    Il viaggio attraverso il Jump Point era quasi istantaneo, ma la mente non riusciva a percepirlo correttamente. Il flusso del tempo risultava alterato, sembrava fosse passato un giorno e contemporaneamente un secondo. I Jump Point erano una maledizione per la memoria, Yadav si sentiva come se fosse stata drogata. La sensazione di scombussolamento dovuta all’inversione spazio temporale perdurò successivamente alcuni minuti. Alcune persone dicevano di non provare nulla attraversando un Jump Point. Yadav avrebbe voluto poter dire lo stesso.

    Quando emersero dall'altra parte, Yadav mantenne saldamente il contatto radar con la sua preda. Attraversarono il sistema planetario tenendosi lontani dalle orbite interne dove si trovavano i rocciosi pianeti abitati. "I miei dati indicano che questa spedizione era destinata al quarto pianeta di questo sistema " disse Yadav a beneficio del suo registratore.

    La rotta dei pirati li allontanò verso un secondo Jump Point. Prima di continuare l’inseguimento, Yadav espulse un radio faro di segnalazione. Lasciare una traccia era importante. Non avevano modo di sapere dove erano diretti, quindi era meglio assicurarsi che la New United fosse in grado di trovarli se necessario.
    Dopo altri tre salti, Yadav iniziò a chiedersi se fossero stati presi in giro. "Stiamo andando in mezzo al nulla", disse lei, guardando i le mappe. "Pochissimi pianeti sono stati resi abitabili in questo settore." Questo viaggio è troppo lungo per una normale frode. Troppo lungo anche per dei pirati che normalmente gradiscono liberarsi del bottino il più presto possibile.

    "Ricordami di controllare," disse lei. “Voglio sapere quali codici di identità stanno usando."

    L'ultimo salto li portò in un piccolo sistema con solo tre pianeti, almeno in base alle informazioni di cui disponevano peraltro non molto affidabili. "Non è neanche chiaro se l’operazione di terraforming del terzo pianeta è stata completata ", osservò Haddix. "Mappe scadenti. Dannazione."

    Il trasporto comunque non si stava dirigendo verso uno dei pianeti. Era in rotta per la fascia degli asteroidi che si trovava oltre l'orbita del pianeta più esterno.
    "Sto rilevando parecchie navi", avvertì Haddix. "Trenta o giù di lì, per lo più modelli di Drake, posizionati su alcuni degli asteroidi di medie dimensioni. Mi sembra che il trasporto sia diretto verso quel planetoide. "

    "Sembra anche a me" confermò lei. L'oggetto era abbastanza massiccio per essere arrotondato dalla forza di gravità. "Disattivo il sistema di targeting sul trasporto. Abbiamo bisogno di trovare un asteroide dietro cui nasconderci. "

    Cercò un asteroide in posizione idonea, uno al quale agganciarsi senza essere notati e che permettesse di avere una buona visuale sull’attività in corso sul planetoide.

    "Penso che dovremmo ritirarci", disse Haddix. "Non mi piace tutto questo. Quelle navi stanno scansionando l’area con i sensori attivi, potrebbero scoprirci in qualsiasi momento. "

    "Li abbiamo inseguiti per ore. Non mollerò proprio adesso. "

    "Come consigliere per la sicurezza e guardia del corpo…"

    "Come peso morto assegnato a me dall'agenzia senza il mio consenso, stai zitto e lasciami fare il mio lavoro."

    "Non sei sola su questa nave, Ulla."

    "Abbiamo affrontato situazioni peggiori."

    "Non senza aiuto."

    Ecco! Quello è perfetto. Rotazione lenta, crateri profondi, ampia orbita attorno al planetoide. Si avvicinò rapidamente, attenta al momento dell’impatto per non causare espulsioni di massa che avrebbe potuto farli notare. Solo una leggera nube di polveri si sollevò dalla superficie. La maggior parte dei detriti rimase per diverso tempo all'interno del leggero campo gravitazionale poco al disopra della ruvida superficie prima di depositarvisi nuovamente.

    Sotto, sul planetoide, era in corso una massiccia operazione di demolizione. Il trasporto era atterrato da pochi minuti che già gli addetti avevano iniziato lo smantellamento, come formiche all’opera su uno scarafaggio morto.

    Questo non era affatto quello che si aspettava di trovare. "In nessun modo questo potrebbe essere vantaggioso in una frode assicurativa…"

    Luci rosse iniziarono a lampeggiare nella cabina di pilotaggio. Una sirena di allarme emise un segnale lamentoso. "Siamo stati rilevati", disse Haddix. "Qualcuno ci ha visto. Confermo. Colpi in arrivo. "

    Yadav allungò il collo guardando attraverso il Plexi. Niente in vista, ma non importava. Spinse a fondo il thruster, sacrificando la possibilità di passare inosservati per la velocità. Le particelle di polvere e ghiaccio vennero lanciate vertiginosamente fuori del campo gravitazionale dell'asteroide a ben oltre la velocità di fuga. Un attimo dopo la roccia sotto di loro si frantumò. Pezzi di asteroide urtarono violentemente contro il loro scafo.

    L'esplosione li aveva mancati di un soffio. La prossima volta non sarebbero stati così fortunati.

    Haddix fu troppo gentleman per dire: te l'avevo detto.


    Continua…
     
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    Parte 2.

    Battaglia tra i giornalisti della New United e i pirati. Chi è sopravvissuto?


    Haddix attivò il sistema di puntamento. "Tre nemici in arrivo, sistemi di scansione attivi. Due Cutlass e un Merlin. "

    Yadav intravide una Cutlass con la coda dell'occhio mentre saliva dalla superficie del planetoide. Le attività di demolizione del trasporto arancione continuavano come se nulla fosse. Macchinari pesanti effettuavano le operazioni di scarico, macchine che Yadav aveva riconosciuto tra quelle presenti sul manifesto di carico di una delle navi scomparse in precedenza durante un attacco pirata. Se solo avesse potuto vedere il logo da qui.

    Anche durante uno scontro a fuoco, non riusciva a spegnere la parte investigativa del suo cervello.

    "Manovre evasive", disse. Affermare l'ovvio era parte del procedimento, aiutava a mantenere la mente e l’equipaggio concentrati, parlare e lavorare insieme. Impostò una rotta che li allontanasse dal planetoide. "Rotta per il Jump Point."

    "Nave ostile di coda. Armi pronte. Sparare due colpi." Una pausa tesa. "Mancata"

    Dei colpi sibilarono passando sul lato di dritta, abbastanza vicino da fare rizzare i capelli sulla nuca di Yadav.

    "Altra nave ostile in avvicinamento", disse Haddix. Il suo tono di voce mostrava preoccupazione, "Questo non è un caccia, Ulla. E’ qualcosa di più grosso. "

    Yadav effettuò una curva decisa sperando di scuotersi di dosso il pirata più vicino. "Non ce la facciamo a raggiungere il Jump Point, vero?" Attivò il sistema di comunicazione. Provare a chiedere aiuto? Arrendersi? Il pensiero dell’attività di demolizione le tornò alla mente: si era sbagliata. Una frode assicurativa non aveva senso in queste condizioni. E lei non riusciva a immaginare un gruppo di pirati capace di gestire un’operazione così su vasta scala. Nessuna organizzazione di pirati potrebbe riuscire a fare lavorare insieme le persone necessarie per un’operazione di tali dimensioni senza che scoppiassero liti interne.

    Chiunque fossero, di sicuro non erano nel business delle frodi assicurative.

    "Sto ricevendo dei segnali radio", osservò lei. "Non dalle navi, dal terzo pianeta. Forse l’operazione di terraforming è completa. Ci potrebbero essere qualcuno laggiù ".

    "Pensi che ci daranno asilo? Fuoco sul tre. Colpito! Il P-52 si ritira. "

    Yadav attivò la chiamata di emergenza a larga banda e cambiò rotta per tentare di raggiungere direttamente la superficie del pianeta. "Mayday, mayday, qui è Ulla Yadav della New United. Chiediamo il permesso di atterrare. Siamo stati attaccati nel vostro sistema da navi ignote. Mayday ".

    Il pianeta si ingrandiva rapidamente sotto di loro. L'atmosfera era di un azzurro sano, c'erano però pochi corsi d'acqua e una buona parte delle aree continentali apparivano secche e sterili.

    Yadav pilotò la nave in un’orbita a spirale intorno al pianeta perdendo quota progressivamente e continuando a chiedere aiuto. Avvolti dalla notte sul lato in ombra notarono solo tre piccoli grappoli di luci, tutti relativamente vicini l'uno a l'altro. "Non deve esserci una grande popolazione qui" avvisò.

    “Due delle navi stanno tentando di chiuderci lo spazio di manovra. Attenzione sul lato di dritta. " Haddix sudava copiosamente. "Occorre atterrare al più presto."

    "Dal pianeta non rispondono."

    “Non importa. Siamo giornalisti".

    "Ok, inizio l’avvicinamento finale. Scendiamo rapidamente. Forse quei bastardi non riescono a seguire una rotta troppo ripida." Spinse i controlli in avanti, puntando sulle luci. "Mayday, mayday", continuò a chiamare, "Qui è Ulla Yadav"

    Una forte esplosione illuminò la cabina di luce al calore bianco avvolgendo la nave e accecando Yadav. La nave sussultò violentemente e un rumore stridente di torsione metallica riempì la cabina. Haddix emise un suono metà urlo, metà ringhio. Spie colorate lampeggiavano ovunque trasformando la sua larga faccia in una maschera, ora rossa, ora arancione, ora blu.

    "Dove siamo stati colpiti?" Gridò Yadav. "Da dove veniva quel colpo?" Le navi pirata erano tutte di coda, ma quel colpo veniva dal basso. E l'unica cosa che avevano sotto era il pianeta.

    I sistemi di controllo della nave erano fuori uso. Yadav combatteva con lo stick cercando disperatamente di mantenere la rotta, ma la loro traiettoria venne alterata e la nave iniziò una picchiata scendendo in vite. L’impatto con gli strati superiori dell’atmosfera fu violento, entrambi annasparono al sussulto improvviso.

    Coraggio, coraggio, Yadav ripeteva a se stessa. Stringendo la mascella e mordendosi la lingua, tirò indietro lo stick, cercando di sollevare la prua della nave. I muscoli le dolevano per la tensione, mentre i palmi delle mani ricoprivano la finta pelle di sudore.

    Haddix analizzò rapidamente le informazioni del computer, "Il propulsore di atterraggio è fuori uso e perdiamo carburante dal serbatoio." La sua voce aveva un tono stranamente tranquillo.

    Yadav controllò il proprio respiro. Macchie luminose le ruotavano davanti agli occhi. Se fosse svenuta potevano considerarsi morti.

    L’attrito arroventava l'esterno della nave. Le fiamme lambivano lo scudo anteriore e la turbolenza faceva battere i denti a Yadav nonostante serrasse la mascella.

    "Troppo veloce", urlò Haddix.

    Riusciva a malapena a sentirlo ora, al disopra del ruggito del vento e delle fiamme. Cercò di raggiungere i comandi per regolare i propulsori di manovra, ma la nave accentuò l’avvitamento a tal punto che era quasi impossibile mantenere anche una parvenza di controllo.

    Il terreno salì verso di loro a velocità vertiginosa. La grande fascia arcuata del buio, il cielo notturno, si appiattì su di loro come un coperchio opprimente. Sapore di bile in gola e dolore martellante attraverso il cranio, fumi dall'esterno si stavano riversando nella cabina. La tenuta stagna era compromessa.

    Teneva gli occhi fissi alla superfice del pianeta, completamente impegnata nella lotta per la loro sopravvivenza.

    Haddix tirò fuori il suo talismano ancora una volta, premendolo alle labbra per un lungo momento prima di riporlo accanto al cuore.

    "Stabilizzatore" ordinò Yadav.

    Non c'era nulla in vista se non nuda roccia. Pochi istanti dopo colpirono il suolo.

    Un violentissimo urto di prua.

    L'impatto accartocciò la parte anteriore della nave rallentandola appena. La Freelancer scivolò attraverso il terreno color ocra emettendo un rumore assordante simile ad un urlo. Colpirono un affioramento del terreno, le rocce strapparono il lato destro della nave, lasciando la cabina aperta ed esposta.

    Nonostante il sistema di sicurezza che la legava al sedile di pilotaggio, la spina dorsale di Yadav fletté più volte avanti e indietro come un serpente. La polvere, i vapori chimici e il fumo roteavano attraverso la cabina. La vista di Yadav si annebbiò. Si girò alla sua sinistra e vomitò sporcandosi leggermente i capelli striati d'argento.

    La telecamera drone venne sbattuta nella cabina prima di rimbalzare fuori urtandole la testa e lasciandole una brutta ferita vicino alla tempia. Lampi di luce bianca balenarono davanti ai suoi occhi, poi più nulla.

    Quando rinvenne, non aveva idea di quanto tempo fosse passato, tutto appariva diverso.

    Si trovava ancora all'interno della cabina. Sopra il forte odore acido di componenti elettronici bruciati sentiva l'odore inquietante di carne bruciata. Le sue mani sanguinavano e non riusciva a muovere il gomito destro.

    “Haddix?”

    Non erano più nel cuore della notte. Il crepuscolo del mattino trasformava tutto in sagome e ombre. Riprese coscienza dell’udito e si rese conto delle sirene che suonavano tutto intorno. Luci rosse e bianche scintillavano in lontananza. Si sforzò di vedere fuori dello squarcio nel fianco della sua nave. Ingombranti creature nere formavano un perimetro intorno al luogo dell'incidente, simili a insetti giganti andavano avanti e indietro sulla terra screpolata. In un primo momento a Yadav sembrò un'allucinazione, ma come il sole sorse la scena acquisì una consistenza reale.

    Le bestie erano veicoli e navi di varie forme e dimensioni, gli insetti erano persone.

    Tra lo stridore delle sirene si udivano delle voci, no, una singola voce.

    "Siete circondati. Venite fuori con le mani in alto."

    Con un senso di vertigine, lei si slacciò le cinture e strisciò vicino ad Haddix. Parti annerite di pelle ricoprivano il suo lato destro dal torace alla faccia. Il suo vestito era squarciato e una barra era uscita dal pavimento della cabina e, attraversando il sedile, aveva raggiunto la sua cassa toracica. Una brutta ferita. Il sangue colava lentamente lungo il fianco come acqua da una sorgente torbida.

    I suo respiro erano leggero ma regolare.

    Un faro illuminò il relitto dall'alto. Impossibile dire con chi avevano a che fare. I pirati li avevano seguiti fino alla superfice del pianeta? Raggiunse il sistema di comunicazione solo per scoprire che era distrutto.

    Il segnalatore di emergenza della nave si rifiutò di attivarsi.

    Nessuno della New United aveva idea di dove fossero.

    L’ultima possibilità era il segnalatore interno, si trovava nel suo kit da viaggio. Era progettato per i rapimenti. Un modo sicuro, nel caso il giornalista venisse preso in ostaggio, per avvisare la New United della situazione. Il segnale era criptato e avrebbe utilizzato qualunque banda di comunicazione disponibile per raggiungere il destinatario.

    Il segnalatore sembrava una pillola di gel blu, simile ad un analgesico. Lo inghiottì rapidamente. Una volta che il suo stomaco avesse sciolto il gel sarebbe emerso il bot. Il bot si sarebbe agganciato all’interno dell’intestino tenue e sarebbe rimasto li fino alla ricezione del segnale di disattivazione da parte dei soccorritori.

    “Uscite dalla nave” ordinò la voce.

    Se non avesse risposto, avrebbero potuto decidere di bombardare il luogo dell'incidente e chiudere li la questione.

    Yadav faticò un po’ per oltrepassare il sedile di Haddix e si infilò nello squarcio sulla fiancata attraverso metallo tagliente e cavi sotto tensione. Palmi aperti, agitò le mani in segno di resa.

    Meglio ostaggio che cadavere.

    Continua…

    Edited by MaxGwenesef - 14/2/2014, 10:28
     
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    Parte 3.

    Ultime notizie: la reporter Ulla Yadav e la sua guardia del corpo James Haddix catturati durante una missione.


    "Abbiamo bisogno di aiuto", urlò lei. Aveva la gola secca, riarsa. Non era sicura che la sua voce avesse retto. Ansimò pesantemente, non riusciva ad ottenere abbastanza ossigeno. L'aria del pianeta era sottile.

    Tre figure scure le si avvicinarono rapidamente, uomini, completamente avvolti da un’armatura nera. Avevano le armi in pugno, ma non li tenevano sotto tiro. In lontananza, una vecchia Constellation stava atterrando. Il sole del mattino scintillava di luce rossastra sulla vernice che ricopriva lo scafo della nave, apparentemente pirata o da guerra. Faceva apparire la superfice come ricoperta da metallo liquido infiammato.

    Yadav rabbrividì rendendosi conto che lei e Haddix presto sarebbe stati nelle mani dei pirati. Rifletté su quante probabilità di sopravvivenza potessero avere.

    I riflettori si spostarono illuminando meglio la nave appena arrivata. Quando la osservò di nuovo notò le insegne sulla Constellation. Dovevano essere i suoi occhi, un’illusione creata dal crepuscolo. O forse i suoi nervi ottici erano stati danneggiati.

    Volute azzurre e oro adornavano la superfice dello scafo. Il sigillo di un governo.

    Non era una nave pirata.

    Gli uomini la raggiunsero e la estrassero brutalmente dalle macerie. Indossavano spesse maschere che coprivano quasi completamente il volto. Gridò quanto le misero le braccia dietro la schiena, piegando il gomito danneggiato e fissandole le mani con delle fascette. La costrinsero in ginocchio. Un uomo le chiese quanti fossero a bordo mentre le teneva la laser Arclight II puntata contro la testa.

    "Solo uno. Ha delle brutte ferite, sanguina".

    "Ho bisogno della nave medica", disse l’uomo alla radio. "I sospetti sono stati presi in custodia. Una cosciente, sembra in grado di camminare. L'altro ... " osservò suoi colleghi esaminare Haddix. "L'altro non reagisce, ma respira."

    Le porte della nave che Yadav aveva scambiato per un vascello pirata si aprirono. Due uomini con una MaxOx P4 uscirono seguiti da una donna vestita in un tailleur scuro. I capelli neri le arrivavano alla vita, lisci ed eleganti, trattenuti in una semplice coda di cavallo. Incrociò le braccia con autorevolezza osservando la scena per un attimo, prima di dirigersi a grandi passi verso la posizione dove si trovava Yadav.

    "Governatrice, le suggerirei di non avvicinarsi", disse l'uomo con la Arclight.

    "Sembra che la situazione sia sotto controllo". Sporgendosi verso Yadav, continuò “Efficace il nostro nuovo cannone planetario, vero?"

    Yadav non rispose.

    "D’ora in avanti," proseguì la governatrice, "ogni nave non autorizzata che viola la nostra atmosfera sarà abbattuta immediatamente, pirati o altro."

    "Non siamo pirati", disse Yadav, cercando di mantenere ferma la voce nonostante il dolore lancinante al braccio. "Siamo giornalisti. New United. "Girò il braccio come meglio poteva rivelando il tatuaggio sulla parte interna del polso che la identificava.

    La governatrice si chinò per dare un'occhiata. "Entrambi avete codici di identità come giornalisti allora?"

    “Si.”

    Una navetta medica tocco terra, sollevando la polvere. Tre uomini e una donna, tutti in bianco, si precipitarono fuori portando due barelle.

    “Bene”, disse la governatrice. "Possiamo darli in consegna a Mr. Sato. Vi porteremo alle mie strutture mediche, vi rimetteremo in sesto e poi passeremo ad un interrogatorio." Fece cenno al personale in bianco.

    Un membro dello staff di emergenza si avvicinò a Yadav. Una tazza di acqua le venne accostata alla bocca, lei bevve avidamente. Mr. Sato la sollevò in piedi e liberò i polsi prima di adagiarla sulla barella.

    Appena a bordo della nave medica, le inserirono una flebo nel braccio. Un medico le illuminò le pupille con una torcia e poi le appoggiò sopra una coperta. Quando lo chiese, le aggiustarono la barella in posizione seduta.

    Dopo un tempo che sembrava un’eternità Haddix venne caricato a bordo e messo accanto a lei. Sembrava meno grave ora. Non aveva un aspetto così sconvolgente come prima tra i rottami. Gli avevano bendato le ferite relativamente bene e apparentemente non sanguinava più. Qualcuno gli applicò una maschera per l’ossigeno e lo coprì con una coperta simile a quella di Yadav. Quando la nave si sollevò lui rimase immobile e non emise alcun suono. Yadav gli strinse la mano ma lui rimase inerte.

    Il trasporto medico aveva grandi finestrini, che permettevano una ampia visione sul pianeta. Le rocce brulle e gli affioramenti di terreno erano accompagnati da un accenno di vegetazione. Occasionalmente si intravvedeva qualche coltivazione malaticcia. Quando entrarono nella città, il sole era quasi sorto. Yadav notò l'abbondanza di edifici scalcinati, squadrati e accatastati l’uno contro l'altro. Tondini grezzi per armare i pilastri di cemento spuntavano dai tetti piatti come zampe di insetti morti mentre blocchi da costruzione fatiscenti giacevano disseminati sulla strada. Molte finestre erano senza vetri, coperte solo da scarti di stracci sporchi e tarmati.

    Qua e la tra gli edifici erano montate tettoie in lamiera. Baracche, realizzate con materiali indefinibili, intervallavano le file di edifici e avevano fornelli di cottura comuni al centro. Le povere abitazioni erano collegate tra loro da corde con panni stesi. Bambini seminudi, coperti da polvere grigia, correvano accanto al trasporto sanitario agitando le mani in segno di saluto. Yadav rispose loro con un cenno.

    "La popolazione è povera," sussurrò, sperando che il suo registratore funzionasse ancora. "I pirati devono essere una importante minaccia. Chiedi alla governatrice quali altre misure che adottano per tenere al sicuro la popolazione." Un singolo cannone planetario in grado di abbattere una nave non sarebbe sufficiente se i pirati decidessero di attaccare in massa. "Chiedi quando sono comparsi la prima volta i pirati e se è a conoscenza dei motivi per i quali sequestrano materiali così atipici."

    La navetta medica atterrò in cima ad una ripida collina che dominava l’insediamento. Alti edifici eleganti raggruppati in un complesso protetto da recinzioni in metallo. Yadav notò immediatamente l’apparenza moderna e high-end, metallo lucido e vetro. Era in netto contrasto con gli edifici angusti e fatiscenti di prima.

    Aveva visto molte volte disparità economiche simili. Spesso si trattava di un sintomo di un governo autoritario e oppressivo.

    La squadra medica trasportò Haddix e Yadav giù dalla navetta. L’atrio del palazzo in cui entrarono era sontuoso, simile a molte delle sedi aziendali che Yadav aveva visitato. Un medico e diversi assistenti li attendevano e presero il controllo della sua barella. L’infermeria era al settimo piano, accessibile tramite un ampio ascensore in acciaio.

    Yadav venne spogliata e trasferita in un vero e proprio letto medico. La camera era spaziosa, e aveva il familiare odore di antisettico di tutti gli ospedali moderni. Uomini e donne si affaccendavano in maschere e retine per capelli. Il medico dava ordini con calma mentre monitorava Yadav attraverso gli scanner gestiti dai suoi assistenti.

    "Il gomito è fratturato, e lei ha subito un grave colpo di frusta", disse il medico. "La sua pelle e i problemi muscolari possono essere riparati facilmente con innesti rapidi. Non si preoccupi," i suoi occhi sorridevano al disopra della mascherina medica. "andrà tutto bene."

    “E Haddix?" gracchiò Yadav.

    “E’ con il Dr. Yang.”

    "Che ... posso ...?"

    "Vi aggiorneremo non appena sarete entrambi in fase di recupero. Ora, ho bisogno conti all’indietro da cento." Stavano per somministrarle l’anestesia

    Yadav cercò di mettersi seduta. "Prima mi dica di Haddix."

    "Tutto a tempo debito." Il medico prese un anestetico aerosol

    Anche nel suo stato di confusione, la mente di Yadav combatteva. Non sapeva nulla di questo pianeta, o queste persone. Istinti primordiali le suggerivano di non permettere che l’anestetizzassero, che se avesse potuto, avrebbe dovuto lottare, liberarsi, fuggire.

    Quattro paia di mani la tenevano ferma mentre la maschera le scendeva sul viso ed il medico contava per lei, "Cento, novantanove, novantotto, novantasette ..."

    L'oblio fu tutt'altro che dolce.


    Continua…
     
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    Parte 4.

    Ulla Yadav accusata di pirateria. Il governo del piccolo pianeta rifiuta di estradare la Yadav alle Autorità Competenti. La UEE sospetta che la reporter sia stata giustiziata senza processo.


    Quando era in missione, Yadav non si era mai svegliata nello stesso posto due volte, ma erano ormai passati decenni da quando aveva aperto gli occhi dopo un lungo sonno sentendosi disorientata. Tuttavia, quando riprese conoscenza nella med bay della governatrice, scivolò in un raro momento di panico puro.

    Non era mai sentita così impotente prima d’ora. L'informazione era il suo mestiere e la sua alleata. Non era mai entrata in una situazione senza sapere che tipo di conflitti si sarebbe trovata ad affrontare. Campi di ribelli, roccaforti di criminali, organizzazioni di signori della guerra. Aveva passato anni della sua vita circondata da criminali e pirati senza facili vie di fuga, ma mai in una situazione come questa.

    Sulla banca dati della sua nave non risultava chiaramente nemmeno il fatto che questo pianeta era abitabile, figuriamoci abitato. La ricerca di informazioni era impossibile. Erano andati alla cieca. Lei non sapeva nulla circa le abitudini, le tradizioni, o cosa avrebbe potuto essere una semplice gaffe rispetto ad un errore mortale.
    Le informazioni erano l'unica cosa che garantivano ad un giornalista una certa sicurezza. E qui lei non ne aveva.

    La camera dove si trovava in convalescenza era tranquilla. Niente musica, niente rumori dal corridoio. Un bagno senza porta in un angolo, accanto a una piccola finestra che lasciava entrare un flusso di luce intensa. Da quanto tempo si trovava li? Qualcuno aveva lasciato un piatto coperto su un comodino vicino. Il suo era l'unico letto.

    Dove era Haddix?

    Provò a muovere il gomito scoprendo che funzionava anche se le provocava ancora un leggero dolore. Strano. Le ossa avrebbero dovuto essersi fuse abbastanza bene per cancellare tutti i segni delle lesioni. Si toccò la tempia, almeno la cicatrice era completamente sparita.

    Era stata vestita con un grembiule azzurro pallido e una veste sottile era stata appoggiata accanto al letto. Era stata completamente lavata e profumava di fresco come un bambino. Su alcune delle dita aveva dei sensori senza fili mentre una soluzione salina intravenosa era collegata al suo avambraccio.

    Tutto ciò che riteneva inutile era facile da rimuovere.

    Dopo essersi appoggiata la tunica sulle spalle si alzò in punta di piedi e andò scalza verso la porta. Tutto era tranquillo, non sembrava un normale ospedale.

    Provò la maniglia della porta. Bloccata.

    Yadav si allontanò con un salto quando una voce si rivolse a lei dall'altra parte. "Signora?"

    "Uh, sì?"

    "E’ pregata di allontanarsi dalla porta e di tornare a letto." Era Sato, l'uomo che le aveva tenuto l’Arclight puntata alla testa. "Il medico verrà presto."

    "Puoi dirmi dove è il mio collega? C'era un uomo con me."

    Silenzio. Per un attimo si chiese se fosse andato via.

    Poi ci fu un colpo di tosse disagio. "Non sono autorizzato a risponderle."

    Yadav barcollò all'indietro. Sapeva che cosa intendeva dire. Le buone notizie non sono mai riservate. Ma le cattive notizie potevano comprendere un milione di differenti possibilità. La sua mente saltò immediatamente all’estrema conclusione. "Come avrebbe potuto morire?" La sua voce si alzò di parecchi decibel. Anche se lei aveva fatto un salto di logica, il suo istinto le diceva che era vero. "Haddix era vivo quando siamo arrivati qui. Se è riuscito ad arrivare in sala operatoria, le ferite che aveva non avrebbero mai portato ad una morte permanente. Non in queste strutture."

    A meno che non lo avessero lasciato morire.

    Aveva fatto diverse interviste ad assassini AntiLaz. C'erano diversi modi di fare si che quando si assassinava qualcuno la persona rimanesse morta. Distruzione del life pod, disintegrazione ad alta temperatura, frantumazione delle ossa. Ma il metodo di gran lunga più semplice era assicurarsi che non ricevesse la corretta rianimazione. Negare il trattamento medico. Lasciate che il corpo muoia definitivamente.

    “Sta scherzando, vero?" Colpì la porta con violenza, tirando la maniglia. "Me lo faccia vedere. Ora."

    "Signora, è pregata di tornare a letto. Il dottore sarà qui a breve. "

    Arretrò fino a quando urtò contro il letto e si sedette pesantemente. Come può essere morto? Pensò. Era proprio qui, in un ospedale. Perché è morto?

    Un tremito incontrollabile la assalì. Lei strinse le mani in grembo per sostenersi. Non capiva se era rabbia o shock. Altri colleghi erano rimasti feriti durante le missioni sotto la sua responsabilità. Ma questa era la prima morte.

    Lui voleva tornare indietro. Non perché avesse paura, ma perché era un professionista. Sapeva che le probabilità di successo erano molto basse. Sapeva che una volta entrati in quella cintura di asteroidi uscirne vivi sarebbe stato difficile.

    Lui aveva due figlie. E una moglie. Yadav le aveva incontrate una volta, durante una festa aziendale molto tempo fa. Oltre a ciò, non sapeva molto di Haddix. Lei non socializzava mai sul lavoro preferendo rimanere concentrata ed evitando questioni personali che potevano essere d’intralcio. Le piaceva comportarsi in questo modo, era efficace per lavorare. Ma significava anche non avere avuto mai modo di conoscere i suoi colleghi.

    Questo doveva essere un semplice caso di frode. Pulito. Basso rischio.

    Yadav avrebbe voluto urlare, prendere porta a pugni e lanciare gli oggetti che aveva intorno. Ma non era il momento per rimproverarsi.

    Se avevano lasciano morire Haddix, doveva uscire assolutamente di qui.

    La sua tuta di volo non era in camera. Nessuno dei suoi effetti personali era lì. Ne MobiGlas, ne drone macchina fotografica, ne kit da viaggio. Le sue dita volarono al suo orecchio. Per fortuna non avevano estratto il suo registratore. Era stato inserito chirurgicamente, ma il supporto di registrazione poteva essere estratto per essere sostituito.

    Esaminò rapidamente la finestra. Completamente sigillata. Le dimensioni del condotto erano minime, magari abbastanza grandi per consentire ad un gatto di attraversarla strisciando, ma certamente non una donna matura. L'unico modo per entrare o uscire era attraverso la porta, e aveva almeno una guardia.

    Poteva aspettare il medico per tentare la fuga. Ma questa era una struttura governativa, sicuramente il medico sarebbe stato accompagnato dal personale della sicurezza. Le possibilità che aveva Yadav di raggiungere l’uscita senza che qualcuno la bloccasse erano praticamente nulle.

    Forse c'era un modo per ottenere aiuto dalla guardia. Non la corruzione, qualcosa di più sottile. Come poteva convincerlo a lasciarla uscire? Lei non poteva simulare un soffocamento o delle convulsioni niente che avesse a che fare con qualcosa di medico ovviamente.

    Che cosa poteva farla scortare fuori dalla stanza? Dall'edificio?

    Il fuoco.

    Se fosse riuscita a raggiungere alcuni cavi scoperti ...

    I sensori di monitoraggio che aveva sulle dita inviavano i suoi dati altrove, nella stanza non c'erano schermi o macchinari, nulla che avesse un cablaggio facilmente accessibile. Tutte le lampade erano troppo in alto perché lei le potesse raggiungere, anche stando in piedi sul letto. C’erano diverse prese elettriche ma avevano tutte una piastra di sicurezza. Aveva bisogno di uno strumento, qualcosa con cui fare leva.
    Estrasse l'ago per la flebo, ma si rese conto immediatamente che non era abbastanza robusto per sollevare le piastre di sicurezza.

    I ganci che sorreggevano la sacca con la soluzione salina erano troppo spessi, così come lo era il bullone che controllava l'altezza del cavalletto.

    Forse c'era una parte del letto che avrebbe potuto usare. Controllò sotto il materasso e trovò un telecomando wireless, bene! Era un letto elettrico. Avrebbe potuto cercare il motore, ma decise che le batterie del telecomando sarebbero state sufficienti. Aveva acceso parecchi fuochi ai suoi tempi, di solito per sopravvivere nel deserto o nella giungla. Remoti luoghi inospitali. Tutto per ottenere un indizio, un’informazione, una notizia.

    Smontare il telecomando fu un lavoro rapido. Ora le occorreva qualcosa di infiammabile. Il cestino era vuoto, naturalmente, così lei appallottolò il camice blu e ce lo gettò dentro

    Ora, come formare un circuito e provocare una scintilla? Ancora una volta guardò l'ago, ma non era possibile piegarlo correttamente. Prese il piatto che era stato lasciato per lei. Sotto la copertura in cartoncino c’era del couscous. La copertura aveva la parte inferiore metallizzata, perfetto. Predispose una strisciolina, poi la assottigliò un po’ al centro. La parte metallica avrebbe permesso la conduzione riscaldando la carta e la carta avrebbe prendere fuoco.

    Fissò meglio la stretta tunica intorno alla vita e si accucciò sopra il cestino. Furono necessari diversi tentativi ma alla fine una scintilla si trasmise alla stoffa nel cestino che iniziò a fumare prima di sviluppare una piccola fiamma.

    Il poco fumo prodotto era insufficiente per attivare l’allarme. Yadav sollevò il cestino sopra la testa sperando di attivare i sensori di fumo. Niente. Aveva bisogno di un fuoco più grande.

    L'unica cosa rimasta da bruciare era il materasso.

    Svuotò il contenuto del cestino sul letto d'ospedale. Per un attimo temette di aver spento la piccola fiamma, ma presto si sentì un forte odore di tessuto sintetico bruciato.

    Sbuffi di fumo grigio chiaro si gonfiavano da sotto l'abito spiegazzato seguiti da fiamme arancioni. Piccole nuvole nere si accumulavano vicino al soffitto.

    Yadav attese. Il fumo pungeva il naso e solleticava la gola. Attese ancora. Iniziava a sentirsi soffocare. Si coprì il viso con la manica della vestaglia.

    L’allarme avrebbe dovuto attivarsi, il sistema di spegnimento avrebbe dovuto emettere acqua da compartimenti nascosti nelle pareti e nel soffitto. Ma non accadde nulla.

    "Aiuto," gridò, correndo verso la porta. Batté il palmo aperto contro il metallo. Notò la guarnizione stagna intorno alla porta, una misura destinata a ridurre la diffusione delle infezioni trasmesse per via aerea. "C'è un incendio, fatemi uscire." Starnutì. "Il fumo"

    "Signora, senza offesa, ma questo non è il mio primo giorno di lavoro."

    Non riusciva a credere che il sistema antincendio fosse guasto. Doveva essere un qualche tipo di scherzo cosmico. Era stata catturata e tenuta sotto tiro da un gruppo di prigionieri malati mentali privati dei loro psicofarmaci. Era stata intrappolata nella sede della New United con una bomba a meno di cinque minuti dalla detonazione. Ma era proprio questo il modo nel quale sarebbe morta?


    Continua …
     
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    Parte 5.

    Ultime Notizie: Ulla Yadav soffoca in ospedale a causa di un incendio provocato da lei stessa. Nessuno se ne era accorto.



    Ad ogni respiro sentiva punture di spilli affilati nei polmoni, la gola era in fiamme.

    "Dai, bastardo", disse lei tra un colpo e l’altro sulla porta. "Non lo senti il fumo?"

    “Quante volte le devo dire di tornare nuovamente a letto?"

    "E' in fiamme!"

    "Signor Sato, signore… " una voce femminile "…qualcosa filtra da sotto la porta."

    Yadav lo immaginava ora accovacciato mentre osservava la fessura sotto la porta. Si udivano rumori di stivali strascicati, grida, il segnale acustico del tastierino di apertura codificata della porta. Si permise un lieve sorriso mentre indietreggiava. La porta si aprì violentemente verso l'interno. Due addetti del personale medico le passarono accanto con gli estintori. Dietro di loro, due guardie bloccarono l’accesso alla porta, lasciandola senza possibilità di fuga.

    Sato le afferrò rapidamente il polso. "Chiama la sicurezza per effettuare l’evacuazione del piano", disse al suo collega. Poi rivolgendosi a Yadav "Questo non è un comportamento corretto per una ospite."

    "Ospite? Pensavo di essere in stato di arresto" rispose lei.

    Sato estrasse una fascetta industriale e le fissò le mani dietro la schiena, poi la scortò fuori dalla stanza.

    La gente si affannava rapidamente per raggiungere le uscite di emergenza, ma non c'erano ne luci di avvertimento ne sirene o annunci preregistrati. Solo spinte, urla e fuga caotica.

    Nella confusione una donna la urtò con violenza, poi si allontanò rapidamente, il suo medico. "Ehi" chiamò Yadav "Cosa è successo a Haddix?" Cercò di liberarsi della guardia per inseguire la dottoressa, ma l'uomo aveva una presa ferrea.

    Si mossero insieme nella direzione opposta agli altri, nuotando nel flusso delle persone. "Non si può utilizzare un ascensore durante un incendio!" disse Yadav come si fermarono di fronte alle porte di acciaio.

    "Correremo il rischio", rispose Sato in tono burbero.

    Presero l'ascensore scendendo per diversi piani, ma non fino al livello del suolo. Quando le porte si aprirono Yadav si chiese se era ancora nello stesso edificio.

    Niente pareti bianche ed incontaminate qui, ne marmo ne vetro o acciaio lucido. Nemmeno intonaci, rivestimenti in legno o materiali plastici.

    Niente era stato completato. Materiale Isolante e supporti di ferro sporgevano dalle pareti. Lampadine semplici con interruttori a catenella pendevano dal soffitto. Le porte erano in composto sintetico a buon mercato. Tutti i condotti dell'aria erano visibili nel soffitto, ei pavimenti erano ricoperti in vinile di bassa qualità.

    "Ristrutturazione?" Chiese.

    Un uomo vestito di tela grezza emerse da una stanza. Sembrava sorpreso di trovare una guardia con una prigioniera.

    "Abbiamo una stanza vuota dove possa tenerla per un po'?" Chiese Sato.

    L'uomo indicò in fondo al corridoio. "Settantaquattro B" disse incerto.

    La stanza presentava sbuffi di sostanza isolante rosa tra le travi, una scrivania traballante e due sedie erano gli unici arredi.

    Dopo aver fissato Yadav a una delle due sedie, la guardia si allontanò, brontolando tra sé.

    Il primo istinto di Yadav fu ancora una volta di fuggire. Spingere e tirare contro le fascette sarebbe stato inutile. Aveva visto abbastanza prigionieri con i polsi sanguinanti da sapersi regolare. Poteva provare a logorare le fascette contro una delle travi di sostegno.

    Oppure poteva semplicemente distruggere la sedia di scarsa qualità e correre fuori attraverso la porta aperta. Scrutando attentamente, poteva dire che la porta era tenuta insieme da una semplice chiusura con una manopola. Non c'era nulla ad impedirle uscire, sedia legata alla schiena o meno.

    Notò la completa mancanza di polvere nell'aria. Non c'erano fumi, gesso o limature metalliche. Neanche vernice. Niente materiali da costruzione in giro ne operai al lavoro.

    Questo non era un piano in ristrutturazione. Questo piano era quello che era: uno schifo.

    Iniziò a riflettere. Qualcosa non andava. La guardia l'aveva trattata come un fastidio, non come una pericolosa criminale sospettata di pirateria.

    Sicuramente non c'erano segni di rilevatori di incendio o custodie per estintori alle pareti. La sua stanza nell’infermeria non era malfunzionante, semplicemente non era quello che sembrava. Peggio. L'intero edificio doveva essere una trappola mortale. Anche nelle nazioni più povere non aveva mai visto una struttura di governo come questa. Scadente, mal progettata e mal costruita.

    Ma su che razza di pianeta era atterrata?

    Ecco perché il suo gomito non era completamente guarito. Ecco perché Haddix era morto. Loro non lo avevano ucciso, non erano semplicemente stati in grado di aiutarlo. Non sapeva se questo la facesse sentire meglio o peggio, più comprensiva o più arrabbiata.

    In realtà si sentiva frastornata.

    Dei disegni verdi sui rinforzi montati sulla parete nuda attirarono la sua attenzione. Un logo aziendale, composto da un ovale con una freccia che lo attraversava. Lo aveva osservato di recente su un manifesto di carico. Il logo apparteneva a una delle società sospetta di frode assicurativa.

    Era una coincidenza o alcune parti del bottino dei pirati erano arrivate sul pianeta?

    Alla governatrice probabilmente non importava in quale modo ottenevano i rifornimenti, soprattutto in un contesto così trasandato e pressappochistico. Non sarebbe la prima politica a chiudere un occhio sulle origini di materiali a basso costo.

    Però il governo non sembra essere in rapporti amichevoli con i pirati. Forse i banditi hanno scaricato sul pianeta articoli che non potevano essere collocati altrimenti. Un pianeta povero e quasi vuoto poteva essere un’ottima discarica. Gli abitanti avrebbero potuto raccogliere gli avanzi, appropriandosi di tutto ciò che potevano riutilizzare.

    Voleva osservare più da vicino quelle baracche.

    "Perché l'avete portarla qui?" Chiese una donna dall'altra parte della porta. Fu sufficiente un attimo a Yadav per riconoscere la sua voce. "La avrei portata nel mio ufficio, quando si fosse svegliata”. Ah, la governatrice.

    "Capisco," disse la guardia. "ma lei ha appiccato il fuoco nell’infermeria. E' stata un'emergenza. Avevo bisogno di un posto dove tenerla temporaneamente. Alla luce della sua natura violenta, io non consiglierei di condurre l’interrogatorio nella suite principale."

    "Noi ... la trasportiamo ad una cella più sicura", disse la voce di un nuovo uomo. Manteneva un tono uniforme e silenzioso che rende difficile per Yadav seguire il discorso, anche attraverso le pareti sottili. Riusciva a cogliere solamente dei frammenti. "Mi piace mantenere ... complesso. Ma non credo che ... cosciente... "

    "Posso avere un veicolo disponibile in pochi minuti, e una squadra di uomini per scortarla", disse Sato.

    "Grazie," rispose la governatrice. "Ma penso che stia bene qui. Torni ai suoi doveri, signor Sato."

    "Qualsiasi prova ... deve essere sedata fino a quando effettueremo il trasporto... il mio consiglio," insistette l’altra voce.

    "Per favore, Wei", disse la governatrice, "tu non riesci a vedere l'opportunità che abbiamo. Non è questo quello che noi stiamo aspettando? Una via d’uscita? Un modo per porre fine alla pirateria?"

    “Tu non mi stai ascoltando", insistette lui. "Reporter... propri obiettivi... vogliono, è il sensazionalismo. Sangue, violenza, sporcizia umana ... non sono interessati ad aiutare qualcuno, basta documentare la carneficina."

    Yadav non poteva dargli torto. Guardando le cose con onestà, avidità e potere dominavano la condizione umana. Aveva scavato in queste cose per decenni, esposto tutti i particolari meno edificanti. Era stato il suo lavoro, arrivare fino alla sostanza di una situazione per mostrare quanto corroso l’animo umano poteva diventare.

    Non era una giornalista schizzinosa o delicata.

    Ladri e bugiardi ovunque tu vada, pensò. Forse quella era la vera ragione per cui non si era mai avvicinata agli altri, mai chiesto della loro vita personale. Inevitabilmente l’avrebbero delusa.

    "Dobbiamo proteggerci," continuò l’uomo. "Anche gli uccelli canori cercano di cavarci gli occhi quando viene minacciato il loro nido." recitò con voce piatta, come se fosse un vecchio proverbio.

    "Il nostro nido non corre pericoli, Wei."

    “Va bene”, ammise con un sospiro. “Ma, a mio parere, è il momento di accecare l'intruso".


    Continua…
     
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    Parte 6.

    Il sensazionalismo impedisce un reportage onesto? Speciale: New United, i particolari.


    Anche gli uccelli canori potrebbero cavarci gli occhi se minacciamo il loro nido. Yadav non ebbe il tempo di immaginare in che modo avrebbe potuto minacciare il nido di qualcuno. Un attimo dopo la porta si aprì verso l'interno, e la governatrice entrò.

    "Le presento un membro del gabinetto e mio primo consigliere, Wei Martinez" disse la governatrice, indicando l'uomo che la seguiva.

    Capelli lisci e neri lunghi fino alle spalle e un paio di baffi sottili appollaiati sulle labbra. Entrando si abbottonò e si aggiustò la giacca che calzava alla perfezione. Se avesse indossato una cravatta, Yadav ne era sicura, avrebbe aggiustato anche il nodo. Legata alla cintura portava una fondina con una pistola cinetica.

    Yadav osservò la pistola con diffidenza.

    "Io sono la governatrice Tentopet Jones. E lei? "Incrociò le braccia in attesa.

    Yadav, sotto esame della Jones, si sentiva un po' come una bambina nell'ufficio del preside. Ma l’espressione di Martinez le dava i brividi facendole pensare ad un addetto del cimitero.

    "Sono Ulla Yadav," disse senza esitazione, mostrando il tatuaggio, "della New United."

    Jones annuì, soddisfatta.

    “È atterrata illegalmente sul nostro pianeta," intervenne Martinez, "non sono stati fornito ne visto ne permessi. La sua nave è stata distrutta. Quando e come ha intenzione di lasciare il sistema?"

    "È così importante?" Chiese Yadav.

    Il suo sguardo si fece attento. "Sì".

    Le loro scansioni mediche non avevano nemmeno rilevato il segnalatore nel suo intestino. Ma in quale epoca vivono queste persone?

    "Perché semplicemente non mi espellete?" Chiese.

    "Non abbiamo risorse da sprecare", continuò Jones. "Chi sa che è qui?"

    Yadav misurò con attenzione il tono della domanda di Jones. La risposta era incerta, forse tutta la New United, forse nessuno. Era impossibile dire se qualcuno avesse già rilevato il suo percorso o no, soprattutto perché non sapeva quanto tempo era passato dall’incidente. Ma non era importante. Yadav doveva dire loro, soprattutto a questo Martinez, esattamente ciò che avevano bisogno di sentire.

    "Ho un contatto subito fuori da questo sistema", disse. "E’ in attesa di informazioni. Sa di dover avvisare la società se non ha mie notizie ogni 48 ore."

    "Ha" disse gravemente Martinez, che fosse perché non le credeva o perché non le voleva credere, Yadav non ne era sicura.

    “Perché il mio collega è morto?" Sbottò lei.

    Jones non rispose subito. Sembrava di essere alla ricerca delle parole giuste. "Non siamo stati in grado di salvarlo. Mi dispiace. Non so quanto ha visto dalla navetta medica, ma non siamo una società molto avanzata. Le nostre capacità si sono dimostrate inadeguate."

    “Ma a prima vista non sembrano insufficienti", ribatté Yadav. Aveva bisogno di prendere confidenza con le dinamiche politiche in gioco. Esattamente che tipo di leader era questa Tentopet Jones? "La città in fondo alla collina è nel caos, ma si è tentato di costruire qualcosa di imponente e moderno qui. Avete un bel complesso privato, non è vero?"
    Martinez sembrava potesse esplodere da un momento all'altro. Emanava frustrazione come fosse cattivo odore. "Cosa intende dire?"

    "Non sembrate avere molti mezzi, ma sicuramente avete fatto del vostro meglio per far sembrare il contrario".

    "Permette alla gente di credere che la prosperità sia realizzabile", disse Jones. "Se sapessero la verità, che nemmeno il loro governo ha un minimo di benessere, arriverebbero alla disperazione".

    Yadav la osservò con evidente ironia. Signori della guerra e pseudo-imperatori amavano le loro alte torri ed i loro palazzi dorati. Tali realizzazioni erano manifestazioni di potere allo scopo di mantenere le persone al loro posto. Sottolineavano il divario enorme tra gli oppressi e gli oppressori facendo sentire la gente debole, incapace. Era sorpresa che Jones tentasse di rivendicare il loro complesso governativo come qualcosa di più che un’assicurazione contro un’eventuale rivolta.

    La governatrice si sedette di fronte alla giornalista sporgendosi in avanti "Wei ed io siamo cugini," disse, indicando Martinez, che alzò gli occhi, "nel nostro luogo di origine, nessuno ha soldi. Nessuno sembra avere soldi. Questa società potrebbe apparire povera a lei, ma non ha mai visto la stazione spaziale sulla quale siamo nati.”

    "La maggior parte dei miei ricordi d'infanzia si confondono. Ogni giorno, era quasi come il successivo. Ma ce ne è uno che risalta nella mia mente come un punto di svolta, è il motivo per cui ho scelto di essere una leader, la ragione di questi edifici.”

    "C'era un recinto, beh, più che altro un muro. Era fatto di stecche di metallo arrugginite e bloccate in un fatiscente deposito di materiale tossico. L'odore di sostanze chimiche era orrendo, il luogo era stato usato per produrre sostanze illegali. Dei ragazzi avevano trovato un barattolo mezzo vuoto di vernice spray e avevano ricoperto il muro di volgarità. Il muro stava li, un pugno in un occhio, nauseante nel cuore della nostra stazione spaziale, fatiscente da anni. Fino a quando alcune persone si decisero a comprare della vernice da un commesso viaggiatore di passaggio. Come comunità, abbiamo ripulito quel muro, lo abbiamo fatto risplendere.

    "Quel muro ci ha fatto credere che le cose potevano andare meglio. Uno sciocco muro, finto, schifoso che abbiamo reso bello. Qui la situazione è la stessa."

    Jones si appoggiò allo schienale. "Sono una dipendente pubblica, Signora Yadav, stò cercando far crescere il morale del mio popolo. Se devo fare una piccola sceneggiata per farli credere in un miglioramento, lo faccio senza esitazione."

    Fantastico, un altro politico con una storia strappalacrime, armato di dovere civico come una croce romana, pensò Yadav. "Qual è il suo rapporto con i pirati?"

    La governatrice rispose tranquilla. "Tenue".

    “In che modo sta proteggendo la sua gente? Sta proteggendo la sua gente?"

    "Il nostro cannone ha funzionato abbastanza bene, non è vero?"

    “Ma che altro?"

    "Non ha motivo di sprecare il tempo della governatrice," protestò Martinez. "Non abbiamo bisogno di dimostrare niente. Siamo qui per interrogare lei, non il contrario."
    Jones alzò una mano conciliante.

    "Invece di un interrogatorio, perché non un’intervista?" Chiese Yadav. "Per le strade, tra la gente." Forse sarebbe riuscita ad ispezionarle quelle tettoie, dopo tutto.

    Un fuggevole sorriso apparve sulle labbra di Jones, come se avesse atteso questa opportunità. "Se le faccio vedere la nostra colonia, farà una storia su di essa? Ci porterà all’attenzione del pubblico? "

    "Se c'è qualcosa di interessante che accade su questo pianeta lo scriverò” rispose Yadav astuta.

    "Questa non è una buona idea", disse Martinez.

    "Mandami qualcuno in grado di liberarle le mani," decise Jones, ignorando le sue preoccupazioni, "porterò la nostra nuova amica a fare una passeggiata."

    Martinez si chinò vicino all'orecchio di Jones posando una mano ferma sulla sua spalla. Yadav notò le nocche tese contro la giacca. "Rimpiangeremo tutto questo", disse cupo, "Avresti dovuto seguire la mia raccomandazione iniziale."

    "Grazie per la tua preoccupazione", disse Jones piatta, “ma, date le circostanze, seguirò la mia valutazione", continuò dandogli uno sguardo significativo.

    "Bene," disse lui, spostandosi verso la porta. “Ma la prima preoccupazione di un governante deve sempre essere la tutela del suo popolo. Non lasciare che questa giornalista ti faccia cambiare idea. Le relazioni pubbliche non significano nulla se le persone non hanno di che sopravvivere."

    Yadav avrebbe voluto rassicurarlo che l'ultima cosa di cui doveva preoccuparsi era la possibilità che lei interferisse con le loro relazioni pubbliche. Rimanere però in silenzio quando necessario era altrettanto importante quanto tirare fuori le domande giuste al momento giusto.

    “Grazie” disse ancora Jones. "Per favore, fammi avere una scorta e qualcosa per liberarle le mani."

    “E dei vestiti?" Suggerì Yadav. Una veste da ospedale non era certo opportuna per una visita alla città.

    "E il vestito di riserva dal mio ufficio", aggiunse Jones.

    Martinez aprì la bocca per protestare di nuovo, ma Jones abbaiò "Vai."

    Lui annuì, improvvisamente gentile. Poi permise al suo sguardo di incontrare quello di Yadav per una frazione di secondo prima che sparisse.

    Yadav si sentiva come se avesse appena disturbato un formicaio e stesse aspettando la prima di mille punture.


    Continua…
     
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    Parte 7.

    Governatrice Tentopet Jones: Combatte per la verità, per la giustizia e per trovare una soluzione per i sistemi esterni, o è solo un altro politico corrotto?


    Passò parecchio tempo prima che Martinez tornasse con un gruppo di guardie e il tailleur di ricambio. Terminate le consegne se ne andò senza una parola.

    Dopo essere stata liberata, Yadav venne lasciata sola a cambiarsi. L'abito color melanzana era troppo stretto e troppo lungo, ma si adattò. Era bello essere nuovamente in abito da lavoro. Il grembiule la aveva lasciata scoperta, vulnerabile, una cosa di cui non si era resa conto fino a quando non si era rivestita in modo adeguato.

    Il gruppo per l’intervista era composto da sette persone, Yadav, Jones e cinque guardie del corpo. Si divisero tra la Cosntellation di Jones ed un secondo trasporto, volando poi oltre la collina. Dopo avere abbandonato la protezione delle navi iniziarono una piacevole passeggiata per le strade coperte di polvere.

    Sorprendentemente, Jones prese Yadav sotto braccio. Camminarono in quel modo come vecchie compagne di scuola, mentre le guardie le seguivano a poca distanza come un branco di randagi locali.

    A volte, durante le interviste, era Yadav a dover sostenere la conversazione. Non con Jones. Lei aveva chiaramente una storia da raccontare, e stava aspettando qualcuno con cui condividerla.

    Ma lei non iniziò immediatamente. Ci fu un piacevole momento di silenzio mentre Jones li condusse su una via principale, l'unica strada asfaltata. Il sole batteva sull'asfalto asciutto, caldo abbastanza da provocare una piacevole sensazione sulla pelle di Yadav, senza però provocare sudore.

    La gente non si allontanò mentre il gruppo della governatrice si avvicinava. Nessuna protesta. Neanche però applausi e lacrime per un falso culto dell'eroe, come tanti dittatori richiedevano. Erano cordiali, educati.

    Giovani madri trasportavano i loro neonati in imbragature o in rinforzi legati ai fianchi mentre contrattavano per acquistare prodotti da forno. Molti vecchi, uomini e donne, lavoravano insieme per rattoppare un muro di fango fatiscente. Alcuni bambini ricoperti di polvere davano calci ad un pallone sgonfio gridando l'uno all'altro con l'autorità di atleti professionisti.

    "Questi sorrisi" disse Jones, indicando due ragazzine che costruivano una piramide di sassi "sono stati conquistati con difficoltà." Solo quelli sotto i vent'anni sono nativi di questo pianeta, Sesen lo abbiamo chiamato. Fiore di loto, è un simbolo di rinascita. La maggior parte di noi sono coloni originali, trapiantati qui. Dopo la prima ondata, nessuno è venuto più. Se fosti venuta un decennio e mezzo fa, avresti visto il perché. Non siamo una colonia normale."

    L’attenzione di Yadav si divise. Mentre Jones parlava, le orecchie (ed il suo registratore) ascoltavano attentamente, ma i suoi occhi si fissarono sull’ambiente circostante prendendo istantanee mentali. Non c'erano ne cani ne gatti, neanche polli che corressero in giro. Nessuno degli animali che potevano essere associati a una zona povera. Si rese conto che non aveva visto un solo uccello volare o ratto strisciare fuori dalla sua tana. Una lucertola solitaria, movimento nell'ombra di un edificio, era un raro segno di vita non-umana. La colonia non aveva abbastanza scarti per sostenere qualunque altra cosa oltre la sua gente. "Questa non è terra buona, vero?" Chiese. "Il pianeta è considerato inadatto alla colonizzazione da parte della UEE?"

    "Sì. Ma i risultati ufficiali del terraforming non significano molto. Nessuno abbandona un pianeta dopo tutto quel lavoro. Gli Ispettori non alzano le spalle e se ne vanno. Anche se era inutile, hanno trovato un modo per ricavarne un profitto.

    "I trafficanti di persone sono venuti alla mia stazione spaziale, dove vivevo. Ci hanno riuniti tutti e ci hanno raccontato di questa nuova grande frontiera. Hanno convinto i miei genitori che questo posto era ricco come l’antico delta del Nilo. Immagino che uno di loro avesse riconosciuto il mio nome. Tentopet era una regina egiziana. Mia madre era ossessionata dalla storia delle antiche civiltà, le loro abitudini, il loro cibo, i loro abiti. I trafficanti raccontarono a mia madre una storia che le illuminò gli occhi.”

    "Wei è il figlio del fratello di mia madre. I suoi genitori ei miei genitori hanno dato i risparmi di una vita ai trafficanti, in modo da permettere a noi di ricominciare da capo in questo glorioso paradiso." Le sue affermazioni erano colme di sarcasmo ma prive di vero disprezzo. "Una volta fatto fortuna saremmo dovuti tornare a prendere anche loro."

    Yadav continuava ad osservare con attenzione ogni persona che si avvicinava realizzando di colpo un fatto singolare. Non c'erano ne uomini ne donne adulti ad eccezione delle madri con bambini piccoli. Yadav non aveva visto altre persone in età comprese tra i quindici e i cinquanta a parte quelli del gruppo di Jones.

    Dove erano tutti gli adulti? Non erano impegnati in attività edilizie, di coltivazione o di realizzazione di vestiti, erano semplicemente assenti. Sicuramente non tutti erano necessari nel palazzo di governo.

    Annotò l’osservazione mentalmente ma la tenne per se.

    Un uomo anziano offrì a Jones un pezzo di pane dalla pagnotta che aveva messo da parte per i suoi nipoti. Lei accettò con un piccolo inchino.

    "Com'è vivere qui?" chiese Yadav all'uomo "in confronto a dove vivevi prima?"

    "Più caldo" disse. Nella sua voce si sentiva il peso della vecchiaia, ed il timbro di qualcuno che aveva abusato dei propri polmoni in gioventù. "Il clima è piuttosto mite. Non possiamo crescere molto, però. Anche ora che non abbiamo da pagare la tassa. "

    Yadav si voltò verso la Jones. "Che tassa?"

    "La tassa degli Ispettori. I trafficanti ci scaricarono qui, ed gli Ispettori pensavano che il loro guadagno non fosse sufficiente. Dal momento che possedevano la terra, che fosse riconosciuto legalmente o no, ci tassarono in prodotti. Il meglio che abbiamo potuto coltivare è andato a loro".

    "O rimanevi affamato e lavoravi la terra oppure rimanevi affamato e venivi sepolto sotto di essa." disse il nonno. "A loro non importava. Ora se ne sono andati, quindi possiamo tenerci tutto. Ma il terreno è debole, e l'acqua non è buona. Oceani e laghi sono così pieni di batteri tossici che non riusciamo mai filtrare l’acqua a sufficienza. L’acqua piovana pulita non rimane quasi mai in superfice, filtra nel sottosuolo oltre la nostra portata".

    Yadav premette la punta di una sbarra contro una crepa sul bordo dell'asfalto. Lo sporco si frantumò in una nuvola di polvere che si diradò rapidamente. Nessuna pianta o radice che trattenesse alcunché. "Cosa è successo agli Ispettori?"

    "Chiedilo a questa signorina qui" disse, puntando il pollice verso la Jones. "Lei e i suoi amici ci hanno organizzato contro di loro. Li abbiamo costretti ad andarsene." Sorrise al ricordo mostrando i denti rovinati.

    “Amici?”

    “Io, Wei ed alcuni altri della mia stazione spaziale. Abbiamo rubato alcune delle loro navi…”

    “E dato loro ragioni sufficienti per non venire più a curiosare in giro su Sesen." concluse l'uomo, battendosi il ginocchio.

    Jones sorrise. "In seguito abbiamo costituito insieme una semplice struttura di governo e abbiamo iniziato a cercare di rendere questa la nostra casa per davvero. Dovevo rimanere alla guida solo temporaneamente. Ma eccomi qui, oltre un decennio più tardi. Ho offerto più volte di dimettermi.”

    Sicuro, pensò Yadav cinicamente.

    "Ma noi non abbiamo mai accettato le sue dimissioni." Confermò il vecchio.

    "Così, quando ti presenti come governatrice Jones?"

    "Non sono autorizzata ufficialmente, ne riconosciuta. Nessuno di noi è cittadino della UEE. Come potremmo esserlo? Non credo neanche che la UEE sappia che esistiamo."

    Yadav ringraziò l'uomo per le risposte alle sue domande. Lei e Jones continuarono oltre.

    Una folata di vento forte scompigliò i capelli di Yadav. Portava il profumo di cereali arrostiti, marciume e metallo caldo. "Hai mantenuto la tua promessa poi?" Chiese dopo una lunga pausa.

    Jones sembrava confusa. "Quale promessa?"

    "Portare i tuoi genitori qui dopo aver fatto fortuna. Devono essere avanti negli anni."

    "Non sono ancora venuti qui. Non siamo pronti. Ma ci stiamo lavorando. Una nuova prosperità arriverà alla nostra gente. Faremo molto di più che sopravvivere. Prospereremo. Dopo di che Wei ed io torneremo alla nostra stazione spaziale e prenderemo tutti. Non solo i nostri genitori. Cugini, nipoti, parenti. Tutti quelli che vorranno."

    "Sembra bello" ammise Yadav. "Ma da dove arriverà questa nuova prosperità? Le risorse non sembrano sufficienti per il commercio con altri mondi…"

    Un’aspra serie di schiocchi consecutivi risuonò davanti al loro, sbuffi di polvere sul terreno davanti ai piedi di Yadav. Lei istintivamente fece un salto indietro.

    Il rumore delle armi da fuoco le era fin troppo familiare.


    Continua …
     
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    Parte 8.

    La governatrice di Sesen, Tentopet Jones, assassinata. La reporter del New United, Ulla Yadav, sulla scena del crimine.


    Due guardie raggiunsero Yadav, un uomo e una donna, e la tirarono fuori dalla strada. Gli altri fecero lo stesso con Jones cercando rifugio sul lato opposto della strada.

    Si udirono delle urla mentre i passanti si precipitavano nelle case.

    I ripari erano minimi, la maggior parte degli edifici non aveva nemmeno tetti o tettoie adeguate. Yadav si incollò alla parete dell’edificio mentre le guardie brandivano i loro fucili scrutando i tetti.

    Jones chiamò Yadav, ma venne immediatamente tirata giù dalla sua scorta e portata in un vicolo fuori dalla loro vista.

    Lo sapevo, pensò Yadav maledicendo se stessa. Altro che rose e fiori, schifo. Qualcuno aveva saputo che la leader stava passeggiando senza paura in mezzo alla gente e aveva deciso che era il momento giusto per fare un po’ di tiro a segno. A Yadav non piaceva trovarsi così vicino al bersaglio di un killer.

    Con la governatrice sulla via del ritorno alla sua torre d'avorio, Yadav si permise di riprendere fiato fino a che l’uomo della scorta uscì dall'ombra avvicinandosi alla finestra priva di ripari. La raffica di colpi consecutivi riecheggiò tra gli edifici di cemento. La donna tirò indietro il compagno e lo costrinse a mettersi a riparo contro la costruzione.

    Un gorgoglio gli sfuggì dalla bocca. "Resta con me, tieni gli occhi aperti", gridò la donna colpendolo sulle guance. Una attimo dopo lui si accasciò su un lato, senza vita.

    Il volto di Haddix balenò davanti agli occhi di Yadav.

    Perché l'assassino non aveva seguito la governatrice? Chi era il bersaglio?

    Si accucciò a terra, osservando i tetti alla ricerca di segnali di movimento. E’ la, la! Una figura scura, quattro edifici più avanti. L’assassino si spostò rivelando una lunga canna. Yadav fece un cenno alla donna superstite della scorta. "Laggiù".
    "Merda! Di qua." La donna tirò Yadav dietro di se oltre un angolo. Osservò la figura per un istante ma decise di non attaccare. "Seguimi", disse, afferrando Yadav per un braccio e guardandola dritto negli occhi. La donna era bionda e aveva una faccia da bambina. Da lontano, senza il casco ed il giubbotto corazzato, Yadav mai l'avrebbe immaginata come una militare. Da vicino, però, la sua figura trasmetteva autorità. "Muoviti solo quando lo dico io. Se grido stop significa che ti fermi immediatamente, chiaro? "

    “Chiaro.”

    Indicò una via secondaria. “Avanti!”

    Un gioco di luci e ombre confondeva il percorso di Yadav mentre correva lungo lo stretto corridoio. Doghe in legno e pezzi di lamiera ondulata creavano ponti di fortuna tra gli edifici. I tetti piani e incompiuti erano apparentemente serviti da una seconda serie di strade e passaggi dando al tiratore una facile via per inseguirle.

    La donna gridava continuamente le direzioni. " Sinistra. Destra. Sinistra. Sinistra. "

    Il respiro di Yadav divenne profondo e affannoso. L'aria era troppo sottile. Si sentiva la testa leggera e un formicolio sulle labbra e sulle dita, ma l'adrenalina le permetteva di continuare.

    Il centro della città, e la collina del palazzo di governo rimanevano sempre più in lontananza. Gli spari dietro di loro continuavano, motivando Yadav ad eseguire prontamente gli ordini della sua scorta, ma non le piaceva l’impressione di essere dirette alla periferia della città.

    "Abbiamo bisogno di supporto" la donna gridò nella sua radio. "Siamo inseguite da un singolo killer, uomo, incappucciato, nero. Il sistema di targeting indica…"

    La donna venne interrotta dalle pallottole che rimbalzarono a pochi centimetri dalla testa di Yadav, rivelando i tondini di ferro arrugginiti sotto il cemento armato. La scorta spinse Yadav a terra, voltandosi e rispondendo al fuoco con la sua arma a energia.

    Quando smise di fare fuoco, tutti era tranquillo. Yadav soffocava per la polvere di calcinaccio che vorticava nell'aria.

    "Conto fino a tre," disse la donna. "E quando dico vai, corri fino a raggiungere quella porta davanti a noi. La vedi?"

    Yadav si sollevò appena. Un ingresso aperto si trovava circa venti metri più avanti a ore 12. "Sì".

    "Ti darò un fuoco di copertura. Non esitare. Corri più veloce che puoi e attraversa la porta. Ok? Andiamo. Uno. Due. Tre!" Lei tirò Yadav facendola alzare, poi le diede una spinta in avanti.

    Il rumore delle armi risuonò nelle sue orecchie mentre correva, lanciandosi oltre la distanza per raggiungere la porta. L’ombra scura dell’edificio la inghiottì, l’interno fresco del palazzo le diede l’impressione di un mantello sicuro.

    La luce all'esterno sembrava accecante ora. Yadav schermò i suoi occhi mentre guardava e aspettava che la donna della scorta la raggiungesse.

    Schivando a zig zag, la donna seguì un percorso meno diretto, fino agli ultimi metri. Si sporse in avanti lanciandosi anch’essa verso la porta ma la oltrepassò con una forza innaturale.

    In un primo momento sembrava come se si fosse tuffata oltre la porta, atterrò però sul pavimento di faccia, lasciandosi cadere come un sacco di pietre. Yadav si inginocchiò accanto a lei, ma la donna non si mosse.

    Un sottile rivolo di sangue scendeva lungo la parte posteriore del collo della donna. Cautamente, Yadav le tolse il casco.

    La parte superiore del collo era stata perforata nel punto in cui la colonna vertebrale si unisce al cranio. Yadav immaginò che fosse morta prima di toccare terra.

    Con le mani tremanti, Yadav prese il casco e se lo assicurato sulla testa. Girò il corpo della donna e le slacciò il giubbetto. Liberatolo, lo indossò sopra la giacca.

    Sapeva che avrebbe dovuto usare la radio per chiamare aiuto. Sapeva che sarebbe dovuta rimanere nascosta fino a quando gli aiuti non fossero arrivati. Sapeva che avrebbe dovuto mantenersi in copertura e fuori dalla vista.

    Ma sapeva anche che non poteva fare nessuna di queste cose.

    Yadav doveva scoprire perché qualcuno su questo grazioso pianeta la voleva morta.

    Prendendo l'arma alla donna, si accucciò bassa, guardando fuori attraverso le lamiere. Il cielo azzurro era visibile nonostante lo spesso strato di granelli di polvere. Qualcosa frusciò, come ali di un piccione, sopra l’apertura della porta. Solo che su Sesen, Yadav non aveva visto ne piccioni ne altri uccelli urbani di qualsiasi genere.

    Un passo fuori dalla porta lei sarebbe morta.

    Forse c'era un'altra via d'uscita. Tavole di legno bloccavano la maggior parte delle finestre e frammenti di chiodi arrugginiti erano visibili negli stipiti della porta. Era riuscita ad entrare solamente perché la porta era stata probabilmente rubata.

    Schegge di luce brillavano attraverso le tavole da una finestra alla sua destra. Se riusciva ad aprirla silenziosamente avrebbe potuto essere in grado di scivolare fuori da li.

    Rapidamente controllò il giubbetto. Le dita sudate le impedivano di avere una buona presa sui lembi delle tasche, ma alla fine riuscì ad aprirle. Una conteneva salviette disinfettanti, un altra mentine. La terza conteneva una batteria nuova. La quarta, una granata di qualche tipo.

    Ciò di cui aveva veramente bisogno era una distrazione.

    Gli stivali neri della guardia attirarono la sua attenzione. Erano molto più efficaci in una situazione come quella rispetto alle scarpette leggere che la governatrice le aveva prestato.

    Sperando di avere a che fare con un killer paziente, Yadav tolse gli stivali dai piedi della morta. Mentre se li allacciava notò quanto le scarpette che aveva prima erano lisce e leggere.

    Bene.

    Percorse in punta di piedi i tre metri che la separavano dalla finestra, scarpette in una mano e la pistola nell'altra, preparandosi all’azione.

    Tre. Due. Uno. Gettò le scarpe in un angolo, in modo da farle scivolare sul pavimento attraverso la porta aperta. Il bandito abboccò e quando iniziò a sparare così fece Yadav mirando alla finestra.

    Il legno secco delle tavole esplose in una miriade di schegge, lasciandole uno stretto passaggio attraverso cui strisciare. Atterrò nel vicolo adiacente. Invece di fuggire, Yadav tenne la pistola in pugno e girò l’angolo trovandosi davanti al killer.

    Non voleva ucciderlo, voleva interrogarlo. "Ehi!"

    La figura si girò e si bloccò, ma rimase incerto solo per un istante. Avrebbe sparato? No. Iniziò a correre.

    Cambiando ruolo in una frazione di secondo da cacciata a cacciatrice, iniziò l’inseguimento. Con ogni respiro, una maledizione le sfuggiva dalle labbra screpolate. I nuovi stivali, anche se di una misura troppo grandi, avevano una buona presa sul terreno e la aiutavano a tenere il passo.

    "Fermati", gli gridò di nuovo. Sorprendentemente lui obbedì, ma solo per aprire il fuoco.

    I ruoli si capovolsero di nuovo. Perché non aveva tenuto la bocca chiusa?

    Un barile zincato per l’acqua piovana era la sua unica possibilità di copertura. Da una posizione accovacciata individuò una linea di fuoco in direzione dell'assassino.

    Lui iniziò a pressarla, gli spari si avvicinarono. Riprese a fuggire.

    Un paio di volte, Yadav si voltò e lo colse di sorpresa, ma sempre lui recuperava e riprendeva ad avere il sopravvento. Continuavano ad allontanarsi dalle persone in un quartiere fatiscente pieno di case quasi in rovina. Alcune pareti si erano completamente sganciate ed allontanate dai sostegni dell'armatura.

    Graffiti ricoprivano tutto. Sulla strada che Jones aveva seguito c’era povertà ma anche pulizia. Le persone avevano un certo grado di orgoglio per il loro ambiente. Non qui. Brutte strisce nere e rosse erano disegnate dappertutto. In alcune aree, lo stesso metro quadrato di muro era stato coperto ancora e ancora, una banda cercando di cancellare l'altra.

    Yadav prese il sopravvento una volta di più. Voleva fermarlo, convincerlo a restare. Ancora una volta esaminò il giubbotto.

    Tirò fuori la granata. In mano era pesante e fredda, come una pietra di fiume. Si rese conto che sembrava diversa dalle granate esplosive di cui lei era a conoscenza.

    Non era esplosiva. Aveva una granata acustica, uno strumento per il controllo della folla. Emetteva una forte raffica di suoni a bassa frequenza, progettato per buttare a terra la gente, comprimere organi interni e causare nausea. Perfetto per bloccare l’aspirante killer sulle sue tracce.

    Il killer saltò l’ampio divario tra due tetti. Yadav ebbe la sua occasione. Premette il pulsante e lanciò la granata con tutte le sue forze. Rimbalzò sul metallo ondulato ai piedi di lui. Si voltò sorpreso.

    Yadav si rannicchiò in posizione fetale, faccia a terra e mani a coprire la testa.

    Una vibrazione profonda e violenta attraversò i suoi muscoli svuotandole l'aria dai polmoni, ma per il resto lasciandola inalterata. Quando si alzò, si schermò gli occhi contro il riverbero del sole scrutando la parte superiore dell'edificio. L'uomo non era in vista.

    Deve aver perso l’equilibrio ed essere caduto.

    Yadav si precipitò dietro l'angolo e rimase a bocca aperta. Lui giaceva sulla schiena, sospeso sopra il terreno, sostenuto da diversi tondini di ferro per cemento armato che uscivano dal pavimento, sporgenti attraverso il petto.


    Continua…
     
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    Parte 9.

    Reporter del New United uccide un uomo durante una missione. Yadav sostiene legittima difesa. L’Advocacy sostiene omicidio.


    "No, no, no, no ..." ripeté Yadav più e più volte, mentre frugava la tuta cercando un Medkit.

    Il sangue colava da un angolo della bocca del killer, e un rumore gorgogliante gli salì dal petto quando cercò di parlare. Girò la testa verso Yadav con uno scatto, supplicando con gli occhi.

    "Aspetta," disse. Anche se le sue dita frugavano ancora, sapeva che non c'era nulla che potesse fare.

    L'inseguimento non doveva finire in questo modo. La bile le salì alla gola e lei dovette lottare consapevolmente per ricacciarlo indietro. Cercò di essere razionale con se stessa, aveva tentato di ucciderla. Non doveva sentirsi colpevole per essersi difesa.

    Ma era così giovane. Da lontano e con il cappuccio nero non era stata in grado di valutare la sua età. Non poteva avere più di diciotto o diciannove anni.

    Tirò fuori le salviettine igieniche, ma a cosa potevano servire? La pelle sintetica per le ustioni era inutile. Ma forse questo, uno stimolante. Una dose avrebbe potuto permettere di guadagnare un po’ di tempo. A patto che fosse in grado di inalare qualcosa.

    Tentò comunque.

    Non c'era altro che potesse fare per lui. Certo non poteva intervistarlo ora. Tutto quello che poteva fare era attendere la fine.

    Gli controllò il polso. Il ritmo rallentava ad ogni battito. Dopo l'ultima pulsazione attese un minuto prima di chiudergli gli occhi.

    Poi gli aprì la giacca nera. Aveva bisogno di controllarlo prima di partire. Non intendeva tornare indietro alla collina prima di sapere perché aveva cercato di ucciderla. Non indossava una camicia e su petto e braccia portava una miriade di tatuaggi. Di tutto, da un profilo di Banu, a due Cutlass in combattimento ravvicinato, ad una forma astratta, ornavano la sua pelle. Sembrava tutto fatto in modo artigianale, forse qualcuno poteva anche esserselo fatto da solo.

    Tirandogli su entrambe le maniche, esaminò gli avambracci. Sulla parte interna del polso sinistro, in una posizione simile al suo tatuaggio di giornalista, era presente un simbolo che attirò la sua attenzione. Aveva visto il simbolo da qualche parte. Recentemente. Era lo stesso alcuni dei graffiti, quelli che aveva visto sulle pareti coprirne altri precedenti.

    Era membro di una gang?

    Mordendosi le labbra continuò a riflettere. Forse era solo un drogato, un folle senza alcuna motivazione particolare per uccidere Yadav. Uno tiratore casuale. Forse semplicemente non gli piaceva il suo viso.

    Ma i suoi occhi sembravano puliti, come probabilmente erano le sue vene. Osservando meglio però indossava una strana lente a contatto.

    Delicatamente, assicurandosi che non si strappasse o danneggiasse, estrasse la lente dal suo occhio. Una immagine olografica sembrava essere presente al suo interno.

    Alcune considerazioni sull’igiene la fecero esitare ma vinse la curiosità. Abbassò la palpebra inferiore e fece scivolare la lente sul suo occhio destro. Una sensazione secca e graffiante la costrinse a battere più volte le palpebre prima che l'immagine si mettesse a fuoco. Aveva voglia di strofinarsi gli occhi ma sapeva che avrebbe solo peggiorato l'irritazione.

    Era una mappa, ma non una mappa statica. Un piccolo punto rosso lampeggiava sulla sinistra della sua visione. Indipendentemente da come si voltava, il punto continuava ad indicare un edificio in lontananza.

    Dimenticando il corpo, si alzò e si avviò nella direzione della luce lampeggiante. Fu condotta a solo pochi edifici di distanza, in un complesso residenziale di tre piani abbandonato con un gigantesco foro attraverso il suo centro. Poteva vedere dal piano terra fino al cielo. Questo posto aveva un odore strano, a differenza del profumo asciutto di terra cotta dal sole del resto della città, aveva un odore pungente di sostanze chimiche. Qualcosa di industriale era stato qui di recente, pulito e nuovo. Forse lavato di recente con acido.

    Incastonata in una parete interna era visibile una grande porta blindata. Spessa e con i bulloni massicci. Le ricordava un vecchio deposito di albergo.

    "Sei fuori posto", disse tra sé, sorpresa di trovare una cosa del genere. Ma la luce rossa lampeggiante indicava il centro della porta.

    Il killer la stava guidando a quel punto? Era quello il luogo dove avrebbe portato il suo corpo? Strano modo di far sparire un corpo. Ma che altro poteva esserci la dentro? Perché avrebbe avuto bisogno di una mappa per arrivare qui? A cosa serviva?

    Troppe domande. Odiava avere così tante domande e nessuna risposta. A volte pensava che fosse questa sensazione che la costringesse a cercare risposte, per mettere a tacere tutte le incertezze che si agitavano nella sua testa.

    Sulla porta, appena sotto una maniglia bloccata, c’era uno scanner che sembrava essere della Chimera Communications. Chiaramente controllava il meccanismo di apertura. Ma qual era la chiave? Che tipo di segnale lo avrebbe attivato?

    Come prova mise il palmo della mano sul vetro dello scanner. Non accadde nulla. Sembrava troppo grande per uno scanner retinico, ma lei si chinò in avanti comunque sperando che la lente a contatto fosse sia la mappa che la chiave. Niente.

    Si guardò intorno in cerca di indizi. Qualcuno doveva essere già stato qui. Forse avevano lasciato qualcosa in giro.

    Più macerie. Più graffiti. Niente di straordinario, tranne quella maledetta porta.

    Yadav si sedette su una lastra sbilenca di quello che una volta era un muro. Macchie rosse e marroni le macchiavano le mani, un misto di polvere e sangue. L’eccitazione dell’inseguimento causata dall’adrenalina era andata. Si sentiva svuotata, fisicamente e mentalmente esaurita, non si mosse per diversi minuti. Continuò semplicemente a fissare la porta sperando che prima o poi qualcosa sarebbe saltata fuori.

    La sua mente tornò ad Haddix. Forse, una volta tornata al quartier generale, avrebbe potuto rintracciare i suoi parenti più prossimi e... e che cosa? Il pensiero era alieno, strano. Non aveva mai pensato, prima di allora, di cercare la famiglia di un collega morto. Ma non aveva mai dovuto assumersi la colpa per una morte.

    Il senso di colpa era un'emozione insolita per Yadav, mai provata per molti anni. Era arida, come la pelle danneggiata dal sole. Aveva vissuto distaccata da tutti, senza legami verso alcuna persona, lei e null’altro a parte il New United. Le cose erano semplici in quel modo. La gente era l'unica vera causa delle tragedie. Le persone dragavano su tutto ciò che c’era di marcio nel mondo e lasciavano nella loro scia emozioni complesse e nauseanti: dolore, rabbia, colpa, tristezza.

    Le persone erano complicate ma le storie erano semplici. Lei era una giornalista di tipo tradizionale. Solo i fatti. Niente divagazioni, nessuna analisi. Solamente chi, cosa, dove, quando. Analizzare le motivazioni complicava le cose rendendole disordinate, dipendeva sempre dall'interpretazione. Non le piacevano le interpretazioni, falsavano la realtà.

    Ma questa volta non era semplice. Haddix era morto e questo cambiava tutto. I suoi figli avrebbero chiesto il perché, e lei avrebbe dovuto dare una spiegazione, interpretare la situazione per loro. I fatti non sarebbero stati sufficienti.

    Si strofinò le mani contro il bordo della lastra. Sospirando inclinò la testa di lato, cercando di ottenere una nuova prospettiva sulla porta. Bloccava fisicamente l’accesso ma sembrava anche rappresentare un blocco mentale. Se fosse riuscita a passare che cosa avrebbe trovato dall'altra parte?

    Il suo sguardo venne nuovamente attratto verso l’insieme di graffiti accanto alla porta. Era una ulteriore stratificazione di simboli con l'emblema rosso sulla parte superiore, quello che corrispondeva al tatuaggio sul polso del killer.

    Fece due più due.

    Il tatuaggio era la chiave.

    Trascinando i piedi, a malincuore lasciò l'edificio e tornò al corpo. Era ancora lì, intatto, impalato attraverso le aste di ferro.

    Come avrebbe dovuto portare il tatuaggio davanti allo scanner?

    La prima opzione prevedeva sfilare il corpo delle aste e trascinarlo alla porta. I tondini da cemento armato superavano di dieci centimetri la sua testa. Fattibile, forse, se riusciva a trovare la forza. La seconda opzione era quella più semplice, ma il suo stomaco si ribellò. Se tutto quello che serviva era il suo tatuaggio, perché non tagliarlo via semplicemente? Sicuramente nella tuta c'era un coltello.

    No, niente seconda opzione. Aveva già causato la morte del ragazzo, non aveva intenzione di profanare il suo cadavere, era troppo.

    Yadav si posizionò sotto la sua cassa toracica e spinse in su con le scapole e la schiena. Il sangue denso e appiccicoso avvolse i pali di ferro come melassa scura. Con il suo primo tentativo riuscì a sollevarlo di mezzo metro. Furono necessari quattro tentativi per portarlo completamente sopra la sua testa e un quinto per liberarlo completamente.

    Colpì la terra con un tonfo nauseante.

    Si fermò per un attimo. Stringendo le labbra, si allontanò dalla forma prona. La morbosità della situazione la rendeva priva di forza. I suoi polmoni si inceppavano ad ogni respiro e dovette costringersi a respirare profondamente due volte prima di riacquistare la sua compostezza.

    La distanza tra il punto in cui era caduto il corpo e l'edificio con la porta della camera blindata era sembrata più breve poco prima. Forse poche centinaia di metri. Ma ora che doveva tirare un corpo inerte attraverso vicoli irregolari sembrava di anni luce.

    Finalmente arrivò di nuovo alla porta. Mentre avvicinava il corpo lo scanner si attivò. Evidentemente poteva percepire la chiave.

    Senza fiato, con i muscoli doloranti, Yadav fece un ultimo sforzo. Issò il corpo tirandolo per un braccio e posizionò il tatuaggio sullo scanner. La porta fece il resto.

    I meccanismi all'interno delle mura gemevano e scricchiolavano. I bulloni ben lubrificati scivolarono indietro con facilità. Lentamente la porta si aprì automaticamente verso l'esterno costringendo Yadav a spostare il corpo del killer.

    Non era sicura di ciò che avrebbe potuto trovare all'interno. Altri cadaveri? Armi? Una scorta segreta di diamanti e rubini?

    Qualunque cosa aveva immaginato, ciò che trovò era completamente diverso. Sull'altro lato della porta si vedeva una scala a chiocciola. Si avvolgeva sempre più giù scomparendo nel buio sotto la città.


    Continua …
     
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    Parte 10.

    Rifugio antiaereo? Nascondiglio di contrabbandieri? Il labirinto del Minotauro? Cosa si nasconde sotto la capitale di Sesen?


    Qualcosa di strano stava decisamente accadendo nel sottosuolo di Sesen. Jones aveva costruito una bella storia, ma aveva evitato di tutti i dettagli reali. Come erano riusciti a cacciare gli Ispettori? Ha qualcosa a che fare con la comparsa dei pirati? Il governo è sotto ricatto da parte dei banditi? Forse i pirati hanno avuto un ruolo nella rivolta del popolo, e ora hanno presentato il conto.

    Jones aveva parlato di prosperità come se la loro colonia fosse ancora in debito con qualcuno, avesse ancora bisogno di liberarsi. Erano tenuti in ostaggio, l’intero pianeta, ma lei aveva recentemente ideato un modo per liberarsi dei loro nuovi oppressori?

    Ed in che modo concedere un'intervista dovrebbe essere utile alla loro causa? Yadav aveva sentito Jones dire che la venuta della reporter era un opportunità, che avrebbe potuto porre fine alla pirateria. Come?

    Forse le risposte giacevano in fondo a questa scala.

    Senza ulteriori indugi e lascando al suo destino il cadavere ai suoi piedi, scese i gradini. Magari questa doveva essere la via di fuga del killer. Avrebbe ucciso Yadav per poi scomparire come un fantasma.

    La scala sembrava infinita. Al termine, molto al di sotto-livello della strada, trovò una serie di gallerie. Una piccola luce, collegata a una delle cinghie del giubbetto, illuminava il percorso.

    In un primo momento pensò di avere trovato l’ingresso alle fogne più segrete dell'universo, ma i muri di cemento curvi erano liberi dalla sporcizia. Nessun cattivo odore, niente muffa o rifiuti sulle pareti. Poteva identificare le tubature per l'acqua ma tutto era asciutto ed in perfetto stato.

    Dopo un po’, continuando a seguire il punto lampeggiante rosso attraverso una serie svolte e ramificazioni, si rese conto di aver perso il senso tempo e della direzione. Nello spazio aveva un forte senso d’orientamento, dai tempi della scuola di volo aveva sempre avuto la percezione di dove si trovava e della direzione da seguire. Ma sotto metri e metri di roccia, la sua bussola interiore girava come una trottola.

    Di tanto in tanto arrivava ad un bivio e seguiva le indicazioni datele dal punto rosso. Ben presto si rese conto che la stava conducendo verso una zona da cui provenivano deboli rumori. Man mano che si avvicinava i rumori divenivano più intellegibili, ronzio di motori e colpi metallici. Rumore di officina.

    E poi, un rumore diverso. Navi.

    Infine luci di fronte a lei.

    Svoltato un angolo, Yadav si trovò in una vasta caverna. Rapidamente, si ritrasse inchinandosi.

    Proiettori di luce illuminavano una grande officina. Giovani lavoratori strisciavano sulla superfice di un’enorme macchina da perforazione in costruzione. Una gru sollevò delle casse per spostarle verso la zona operativa. I simboli sulle casse erano inequivocabili. Questo era il carico del trasporto dirottato dai pirati.

    A destra, sopra ad una spianata di cemento, si trovava la pista di atterraggio coperta da vecchie Cutlass. Grandi saracinesche aperte permettevano alle navi di volare lungo un condotto da e verso la superficie. Un modo rapido ed efficace per depositare merce rubata.

    "Non dimenticare di aggiornare l'elenco", disse una voce maschile familiare. "Siamo ancora a corto di bulloni che possano sostenere il peso. Quelli che abbiamo ora non sono adatto."

    Wei Martinez apparve da dietro una nave pirata. Quel bastardo.

    Il governo deve ottenere una sovvenzione dai pirati, concluse Yadav. Permettono ai banditi di utilizzare Sesen come magazzino.

    Ma chi ha inviato il killer? Il governo, o i pirati? Due delle guardie della governatrice erano morte, sicuramente ciò significava…

    Qualcosa vibrò nelle budella di Yadav. Si strinse l’addome confusa, spasmi muscolari? No, si ricordò il segnalatore interno che aveva inghiottito. La stava avvisando della presenza di una nave del New United.

    Le tracce che avevano lasciato erano state sufficienti. Erano venuti per salvarla.

    Tempo di effettuare una ritirata veloce.

    Proprio mentre stava per seguire il puntino rosso lampeggiante nella direzione da cui era venuta, una nuova nave entrò nell’hangar. Una Constellation, decorata dai simboli governativi, simboli tremolanti sotto gli occhi di Yadav, che si trasformarono nei colori da battaglia dei pirati una frazione di secondo più tardi.

    Non era stati gli occhi di Yadav compromessi dall’incidente. La nave di Jones era rossa.

    Le porte si aprirono e la governatrice sbarcò. Afferrò per la manica il tecnico più vicino. "La copertura mimetica continua a non funzionare correttamente."

    Il governo non è sovvenzionato dai pirati. Loro sono i pirati. Jones era altrettanto squallida come qualsiasi altro politico che Yadav avesse mai intervistato. Il che significava che Yadav era su un pianeta controllato da un gruppo di pirati. Ecco dove si trovavano tutti gli uomini e le donne giovani in grado di lavorare, erano qui nell’officina o lassù sugli asteroidi.

    Tutto aveva un senso ora.

    Fatta eccezione per il fatto che non l'avevano uccisa quando era morto Haddix. Non sarebbe stato difficile sostenere che erano entrambi morti nello schianto nel caso qualcuno fosse venuto a curiosare.

    Dopo la breve conversazione con il tecnico, Jones affrontò Martinez.

    "Che diavolo hai fatto, Wei?"

    Il magazziniere di Martinez osservò per un po’ i due cugini, incerto se dovesse o meno rimanere. Martinez non gli diede alcuna indicazione.

    "Ho fatto ciò che era necessario fare. Era troppo rischioso averla qui intorno", disse Martinez a Jones senza dare troppo peso alla sua affermazione. Come se nulla fosse riprese il discorso con il magazziniere.

    "Hai mandato qualcuno ad uccidere una donna innocente, senza il mio permesso. Proprio come li hai abbattuti senza il mio permesso. Non puoi dare tali ordini senza la mia autorizzazione." Jones tremava di rabbia trattenendosi a stento. "Quell'idiota che hai mandato ha ucciso alcune delle nostre persone, Wei."

    "Altre persone sono morte lungo il nostro percorso in passato".

    "Non come in questo caso. Non perché li hai trovati scomodi. Abbiamo deciso di lasciare in pace la giornalista, per cercare di convincerla a raccontare la storia della colonia. Abbiamo bisogno di aiuto. Lei può attirare l'attenzione sui nostri bisogni, sulla nostra mancanza di beni di prima necessità"

    "Lei può attirare l'attenzione sui nostri crimini", rispose lui con fermezza, trasferendo tutta la sua attenzione su di lei. Il magazziniere si allontanò rapidamente." Eri d’accordo quando ci ribellammo, eri in grado di fare ciò che era necessario fare durante la guerra. Ma ciò di cui non ci rendiamo conto è che siamo ancora in guerra. Stiamo ancora combattendo per la nostra sopravvivenza. Se l'Advocacy scopre la nostra organizzazione, non commenterà bonariamente che in fondo non abbiamo avuto scelta."

    "Se riusciamo ad ottenere aiuto, dalla UEE, da una società privata, da qualche consorzio ricco, da chiunque, possiamo smettere di requisire navi. Il novanta per cento di quello che rubiamo risulta necessario per continuare questo maledetto affare: più navi, più armi, più scanner, più ID falsificati. Denaro e beni che dovrebbe andare alla nostra gente. Non possiamo continuare a far crescere il gruppo di pirati. Quando la colonia avrà un beneficio dai nostri crimini? Questa è l'unica ragione per la quale abbiamo iniziato. Se troviamo mezzi alternativi, possiamo smettere di essere criminali."

    "Non è possibile un taglio netto. Non ti rendi conto di quanto sei ingenua? Cosa pensi che sia tutto questo?" Indicò le officine e la pista di atterraggio." Questo non è per il popolo?"

    "Non è abbastanza".

    "Deve essere abbastanza, perché non c'è un'alternativa. Abbiamo scelto la pirateria e tutto ciò che comportava. Non è uno stile di vita si può semplicemente abbandonare quando si desidera reinventare se stessi. Devi accettare il fatto che sei un boss del crimine, non un camaleonte."

    Lei fece un passo avanti, invadendo il suo spazio personale. "Non importa quello che tu pensi io abbia accettato o meno. La responsabilità è mia. Io do gli ordini. Abbiamo deciso di lasciare in pace la giornalista"

    "Non ho mai accettato il fatto di lasciarla vagare in giro per la città, frugando e analizzando".

    “Non importa. I miei ordini erano che lei non doveva essere danneggiata. Questo avrebbe dovuto essere sufficiente."

    Yadav cominciò lentamente a ritirarsi, lungo il tunnel. Aveva tutto ciò di cui aveva bisogno, più che sufficiente per preparare la sua relazione. Era tempo di andare. Quando veniva messa in discussione la gerarchia non finiva mai bene.

    Doveva raggiungere una zona in cui la nave di soccorso potesse atterrare. A parte questo, doveva capire come rubare una nave e per andare incontro alla squadra.

    Si allontanò in punta di piedi fino a raggiungere l’oscurità, a quel punto girò sui tacchi pronta a correre.

    E si trovò di fronte ad un uomo molto alto e ben piazzato. Era affiancato ai lati da altre guardie, cinque in tutto.

    "Mi dispiace vederla qui”, disse uno si loro, Sato. Era la guardia che era rimasto fuori dalla porta della camera di ospedale dove era stata ricoverata prima. "La governatrice ci ha mandato a cercarti. Pensava che fossi morta. Considerando come hai ridotto quel ragazzo di sopra direi che sei una donna capace di badare a se stessa."

    "E’ anche una donna che non sa quando è meglio rinunciare", disse il gigante. La afferrò per entrambe le braccia. La sua mano era quasi interamente avvolta attorno al bicipite di lei. “Non avresti dovuto venire qui. Mr. Martinez non sarà contento."

    "Mr. Martinez può baciarmi il culo", rispose Yadav.

    Il gruppo la fece girare, poi la condusse nella caverna. Uomini e donne smisero le loro attività osservando la scena.

    Le teste di Jones e Martinez si voltarono di scatto in direzione di Yadav.

    "Hai visto?” Gridò Martinez. "I giornalisti sono come scarafaggi. Entrano dappertutto. Scavano in tutto. E non muoiono, non importa quante volte li schiacci."

    Jones sospirò e scosse la testa delusa. "Ora ti spiego", disse a Yadav.

    "No, non lo farai", disse Martinez. "Ha visto troppo. Non si può pretendere che lei si comporti bene e stia zitta. Questa maledetta donna porterà qui la legge interplanetaria, l'Advocacy. Dobbiamo sbarazzarci di lei."

    "Dobbiamo darle una spiegazione", sostenne Jones.

    Martinez fissò Jones per un minuto, sembrò che la governatrice avesse vinto. "Al diavolo", disse lui all'improvviso, estraendo la sua arma da fuoco dalla fondina.

    La canna era puntata direttamente al cuore di Yadav.

    Tutti si mossero contemporaneamente. Yadav tentò di abbassarsi come se le sue ginocchia si fossero trasformate in gelatina, ma la guardia la mantenne in piedi. Jones si spostò davanti alla pistola. Martinez premette il grilletto.

    Un colpo secco. L'odore del gas di propulsione riempiva l'aria.

    Jones crollò sul pavimento. Una pozza di sangue si allargava sul cemento.


    Continua...
     
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    Parte 11.

    Tradimento o ammutinamento? Cosa succede quando una faida familiare coinvolge lotte politiche e pirateria?


    La guardia lasciò cadere Yadav e si precipitò su Martinez. Durante la lotta partirono altri colpi. Furono necessarie tre delle cinque guardie, ma alla fine Martinez fu bloccato a terra.
    Yadav scivolò in ginocchio davanti a Jones. Agendo in fretta, tirò fuori le salviette igieniche e le accostò premendo contro la ferita.

    "Grave?" Gemette Jones. Il suo viso sbiancò, e lei rabbrividì come se fosse presa in una raffica di vento gelido.

    Yadav non rispose.

    Sato e un'altra guardia si avvicinarono e cercarono di sollevare Jones. "Abbiamo bisogno di portarla all’infermeria," disse Sato. "la Med Bay."

    "No, fermi," li implorò Yadav, afferrando la manica di Sato. "Ho visto le vostre strutture. Li lei ha nessuna possibilità." Yadav continuò abbassando la voce. "C'è una nave in arrivo per me. Si tratta di un trasporto di salvataggio. Avranno l'equipaggiamento d'emergenza a bordo. Se siamo in grado di volare loro incontro, Jones potrebbe farcela. "

    Entrambi osservarono l'hangar. Solo Cutlass, a parte la nave con cui era venuta Jones '.

    Insieme, Yadav e le guardie portarono la governatrice sanguinante alla sua Constellation. Jones cercò di protestare. "La copertura mimetica a falsi colori non funziona" disse, la sua voce flebile e distante.

    "Non abbiamo scelta, signora governatrice," rispose Yadav.

    L'interno della nave era elegante ma datato. Sicuramente non era stato progettato per il trasporto medico. Dovettero fissare Jones in posizione eretta con il bendaggio di fortuna pressato sulla ferita.

    Sato saltò nel sedile del pilota, e Yadav aprì i canali radio chiamando il trasporto in arrivo. "Qui è Ulla Yadav del New United", disse. "Mi sto avvicinando con una nave governativa. Vi stiamo inviando i codici di identificazione." Disattivò la trasmissione. "Abbiamo codici di identificazione validi, non è vero?"

    "Non saremmo un gran ché come pirati se non li avessimo" rispose Sato.

    "Ulla, Ulla", chiamò Jones, agitando le braccia debolmente in direzione di Yadav.

    "Cosa?"

    Jones scosse la testa lentamente da un lato all'altro. "Abbiamo trovato questo sul tuo collega", disse lei cercando di tirare fuori qualcosa dalla tasca della giacca. L'altra guardia prese l’involto e lo passò a Yadav.

    Era una foto stampata su un foglio di carta. Yadav la osservò perplessa per un momento prima di capire cos’era e da dove veniva. Due giovani ragazze, una donna e Haddix stavano insieme, sorridenti, negli uffici del quartier generale del New United. Sullo sfondo diverse scrivanie, ad una di quelle era seduta Yadav con il MobiGlas in mano e la bocca semi aperta intenta in una conversazione.

    I bordi della foto erano logori e morbidi e diverse pieghe e curve correvano attraverso il centro.

    Questo era l’oggetto che aveva visto in mano a Haddix subito prima dell’incidente, quello che lei aveva considerato il suo talismano o portafortuna. Era la foto della sua famiglia venuta fargli visita sul posto di lavoro.

    Yadav strinse la foto petto.

    La nave vibrò accelerando attraverso il tunnel che permetteva di raggiungere l’uscita dall’hangar. Jones emetteva gemiti e lamenti ad ogni nuovo colpo.

    "Riusciremo a uscire fuori dall'atmosfera o cadremo a pezzi prima?" Chiese Yadav.

    "Mi dispiace ma la nostra tecnologia non è aggiornata come quella della sua azienda" brontolò Sato.

    "Ulla." Jones faticava a parlare man mano che si alzavano verso il cielo. "Voglio finire la nostra intervista."

    "Non credo che questo sia il momento migliore", rispose Yadav.

    "Potrei non averne un altro."

    "Ti porteremo sulla nave del New United e andrà tutto bene."

    "No, devi sapere. Non che noi siamo pirati, ma il perché siamo pirati."

    Perché. Yadav aveva trascorso tutta la sua vita cercando di stroncare quella parola. Quella parola equivaleva a delle scuse.

    "Non è necessario…"

    "Wei aveva ragione, siamo coinvolti in una guerra. Una guerra economica. In altre nazioni le persone svolgono un servizio militare presso l’esercito. Noi abbiamo esigenze diverse. Tutti, per un certo periodo della loro vita, svolgono servizio come pirati." Uscirono dall'atmosfera luminosa entrando nello spazio tempestato di stelle mentre Jones continuava a parlare. "Vogliamo essere autosufficienti. Ma per arrivarci abbiamo bisogno di risorse. Non abbiamo nulla da offrire. Possiamo solo prendere."

    "Nave in avvicinamento, vi abbiamo individuato" la risposta della nave del New United arrivò in quel momento. "Non siete una nave governativa. Riteniamo che i codici di identificazione siano stati falsificati. Disimpegnatevi. Non vi avvicinate o saremo costretti a difenderci."

    "I colori mimetici." tossì Jones. “Te l’avevo detto."

    "Sono Ulla Yadav del New United", ripeté. "Invio ora i miei codici di giornalista e di identificazione personale."

    “Come faccio a sapere che non sono stati rubati anche quelli? "

    “Hai seguito fin qui il segnale della sonda che ho ingerito, non è vero? Da dove proveniente il segnale?" Che idiota.

    "La sezione 32B delle linee guida di prevenzione dirottamenti della Advocacy afferma che se i codici di validazione di una nave sono ritenuti falsi deve essere rifiutato l’accesso a bordo."
    Perché avevano mandato una squadra di pivelli? Sembrava che questo ragazzo non fosse mai stato sul campo prima d’ora. "Non mi interessa quello che dicono le vostre maledette linee guida. Abbiamo una donna ferita a bordo che rischia di morire dissanguata a meno che non venga accolta a bordo della vostra nave. Potete autenticare i miei codici ed il segnale della sonda o no?"

    "Lei potrebbe essere tenuta in ostaggio. Non avvicinatevi", ripeté lui.

    Sato lanciò a Yadav uno sguardo interrogativo. Lei gli fece cenno di continuare l’avvicinamento.

    Il trasporto di salvataggio attivò le armi. Brillavano verde acqua sullo sfondo stellato. "Non avvicinatevi".

    "Dannazione, siete qui per salvarmi o no? Questo è un codice blu. Io non sono sotto costrizione. Aprite le maledette porte di attracco così possiamo salire a bordo. Non avete sentito che qui ho una donna gravemente ferita? "

    “Non importa signora. Anche senza il sospetto di rapimento e pirateria, abbiamo solo il permesso di prendere a bordo le persone per le quali siamo venuti. James Haddix e Ulla Yadav. Nessun altro è autorizzato a salire a bordo di questa nave."

    "Quando sei sul campo, la vita diventa un casino", riprese Yadav. “A volte devi trasgredire alle regole. O mandi a quel paese le tue regole, il relativo manuale, prendi a bordo la governatrice di questo pianeta e le salvi la vita oppure lasci una donna morire solo perché il suo nome non è sulla vostra lista. Non importa cosa sceglierai, renditi conto di questo: io sono Ulla Yadav, e scriverò di quanto sta accedendo qui. Preferisci essere il codardo che, così spaventato per la propria pelle, ha lasciato una donna indifesa a morire dissanguata? O piuttosto preferisci essere l'eroe che ha recuperato la giornalista naufragata e salvato la governatrice di un pianeta? "

    Si rivolse a Jones. "La tua nave ha un sistema di videocomunicazione interno?"

    La governatrice indicò un interruttore che Sato attivò. "Date un’occhiata" disse Yadav. "Pensate che questa donna possa sopravvivere ancora a lungo a queste stronzate burocratiche?"
    Seguì un lungo silenzio. Poi, "Fermatevi per l'attracco."

    Mentre le guardie si preparavano a spostare Jones, la governatrice allungò la mano verso Yadav. Erana passati meno di due giorni da quando si erano incontrate. Ora si trovavano nella stessa situazione del loro primo incontro ma con ruoli invertiti.

    "Ci aiuterai? Scriverai di noi? Il macchinario che hai visto costruire nell’hangar serve a raggiungere la falda acquifera profonda. Se possiamo ottenere acqua pulita a sufficienza per l'irrigazione, possiamo coltivare in modo più efficiente. Coltivazioni migliori significano più animali. Saremmo in grado di sviluppare il commercio. Poi possiamo…"

    "Smettila di cercare convincermi", le ordinò Yadav. "Tornerò indietro a visitare la vostra colonia. Scriverò delle persone. Andrò… a conoscerli, se è quello che vuoi."

    "Ti prego."

    "A patto che nessuno cerchi di uccidermi."

    “Mi assicurerò che questo non avvenga" disse Sato.

    La squadra di soccorso li accolse con le attrezzature mediche pronte. Una guardia si imbarcò insieme a Jones.

    Yadav tirò fuori la fotografia sgualcita e la baciò, proprio come a volte aveva visto fare Haddix. Forse questo era il modo migliore per rendergli omaggio. Non lo aveva mai conosciuto veramente, ma poteva arrivare a conoscere queste persone. Poteva scoprire qualcosa oltre i fatti. Avevano delle ragioni per fare quello che stavano facendo. Motivi sbagliati? Motivi giusti? Lei non poteva giudicare. Ma i loro perché non erano certamente scuse.

    Nessuno li aveva aiutati quando i criminali avevano rovinato le loro vite, ma ora che erano diventati loro stessi criminali, la gente li voleva togliere di mezzo. Questa non era una storia di avidità e potere. La storia di Sesen era una questione di pura sopravvivenza. Jones era disposta a sacrificare la vita in modo che la sua colonia potesse trovare alleati attraverso il lavoro di Yadav.

    Riusciva ad immaginare un nuovo titolo:

    Naufraghi e sfruttati, ma non distrutti. Una colonia lotta per la propria salvezza al di la di ogni speranza. Combatte contro sotterfugi politici, fame e insicurezza.

    Dopo tutti questi anni, l'umanità aveva trovato ancora il modo di sorprendere anche il più cinico dei giornalisti.


    Fine.


    L’autore.

    I racconti di Marina J. Lostetter sono apparsi su InterGalactic Medicine Show, Galaxy’s Edge, and Writers of the Future. Originaria dell’Oregon, Marina ora vive in Arkansas con il marito Alex. Su twitter è @MarinaLostetter. La sua homepage è www.lostetter.net/.

    Edited by MaxGwenesef - 14/4/2014, 17:32
     
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11 replies since 31/1/2014, 10:14   260 views
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