Guerra giusta o ingiusta - filosofia

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    C'è qualcuno tra voi che ha studiato filosofia per caso?
    Martedì ho un quodlibet di filosofia, una specie di dibattito tra noi studenti in cui
    dobbiamo portare argomentazioni di filosofi riguardo appunto la giustizia della guerra o meno.
    Il problema è che il mio prof è stato abbastanza vago sull'argomento.
    Anzi, ci ha fornito solo il tema e in parole povere ci ha detto di arrangiarci.
    Se non ho capito male la nostra idea non è fondamentale, lo scopo è quello
    di controbattere il relatore senza sapere quali fonti citerà...
    Qualcuno mi sa fornire qualche indicazione o suggerimento?
    Grazie :D

    Questo è ciò che ho trovato finora:
    CITAZIONE
    Carl Schmitt: «tutte le questioni importanti dell'ordinamento giuridico internazionale finiscono per convergere sul concetto di guerra giusta» allora il mezzo essenziale per comprendere le mutazioni del concetto di 'guerra' e la riemersione dell'idea di guerra giusta è costituito dalla rappresentazione, o meglio, dalla qualificazione del nemico.
    Stefano Bernini: «Sebbene l'espressione filosofia della guerra sia in circolazione da vari decenni presso chi si occupa di guerra non solo da un punto di vista strettamente tecnico-militare, di fatto non c’è stata una istituzionalizzazione, come è avvenuto per la filosofia della scienza, del linguaggio, della storia. La filosofia della guerra sembra esistere soltanto in via ufficiosa»
    Eraclito, considera la guerra elemento necessario per la pace poiché egli è convinto che l'armonia, l'ordine e la stabilità del mondo si basino sull'equilibrio degli opposti senza i quali neppure esisterebbero gli esseri. È pura illusione pensare ad una condizione umana vissuta in un'eterna pace, questa c'è perché vi è anche la guerra che simboleggia nel suo pensiero la fonte di ogni realtà: «Polemos (guerra), è di tutte le cose padre, di tutte re, e gli uni rivela dei e gli altri uomini, gli uni fa schiavi e gli altri liberi». Il significato metafisico della guerra si accompagna nell'aristocratico Eraclito alla convinzione che la guerra crei anche un ordine sociale dove gli schiavi sono gli sconfitti dagli uomini forti, vincitori consapevoli del logos, dell'ordine razionale fondato sui contrari. Dalla guerra quindi si genera una società gerarchicamente ordinata e giusta poiché «bisogna sapere che, essendo la guerra comune, anche la giustizia è contesa, e tutto nasce secondo contesa e necessità»
    Platone: «Quella che la maggior parte degli uomini chiamano pace non è nient'altro che un nome, ma nella realtà delle cose, per forza di natura, c'è sempre una guerra, se pur non dichiarata di tutti gli stati contro tutti... È giusto perciò che lo stato di buona costituzione sia amministrato e organizzato in modo da vincere in guerra tutti gli altri, e tutto il costume la vita pubblica e privata devono essere in funzione della guerra.»
    Sant’ Agostino: «Fare la guerra è una felicità per i malvagi, ma per i buoni una necessità... è ingiusta la guerra fatta contro popoli inoffensivi, per desiderio di nuocere, per sete di potere, per ingrandire un impero, per ottenere ricchezze e acquistare gloria. In tutti questi casi la guerra va considerata un brigantaggio in grande stile»
    Voltaire: «La carestia, la peste e la guerra sono i tre ingredienti più famosi di questo mondo [...] Questi due regali [carestia e peste] ci vengono dalla Provvidenza» la guerra, dalle lotte di religione e dalle stolte pretese dinastiche dei principi.
    Hegel, «Senza le guerre la storia registra solo pagine bianche», ossia le guerre promuovono il cambiamento e lo sviluppo progressivo della storia. La guerra non è da considerare né come male assoluto né come un'accidentalità meramente esterna, ma è lo strumento con cui i diversi spiriti dei popoli realizzano la missione che l'Assoluto ha a loro affidato: la fiaccola della civiltà conquistata con la guerra passerà quindi da un popolo ad un altro migliore di lui.

    Il 99% si Wikipedia :asd:
     
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    Come è andato il tuo dibattito?

    Sul punto, anche se tardivo il mio punto di vista.

    Studiando legge, storia ed un po' di economia debbo concordare con tutti quelli autori che dicono che le tre cose si legano ciclicamente.
    Pensando alla storia infatti, ad una grande crisi economica è sempre succeduta una guerra-
    Alcuni esempi:
    - Roma era in crisi per l'insonstenibilità, da parte della Repubblica, delle spese dello stato; in quel frangente Cesare decise di invadere le Gallie per cercare nuove fonti e nuove risorse.
    - La crisi delle fonti Auree Europee determinò la "caccia" spietata ai tesori del nuovo mondo con tutte le guerre e i massacri che ne derivarono.
    - La crisi del '29 sfociò nella seconda guerra mondiale. Hitler infatti motivò l'uscita dalla crisi con l'esigenza di conquista della Nazione Tedesca.

    La Storia insegna che questi fattori (economia e guerra) sono legati in modo indissolubile.
    Alcuni giuristi sostengono infatti che è solo grazie alla CE (ora UE) se, dagli anni 50 ad oggi, le potenze Europee non si sono scontrate.
    Viceversa è comunque possibile affermare che la Germania è riuscita, economicamente, a fare quello che si era proposta nel '39, conquistando, di fatto, l'Eurozona.
    Dalla presente crisi economica non si uscirà se non daremo vita a nuove guerre. Visto che le potenze di NATO e ONU non si possono scontrare, ciò che rimane sono i focolai in Medio Oriente, con scontri che non debbono mai avere termine, e nuovi nemici che nascono quando altri vengono eliminati.

    Preoccupante, premesso tali fattori, la situazione con la Russia. Se la crisi economica dovesse proseguire nonostante le "piccole" guerre attuali, lo scontro, dice la storia, sarà inevitabile....
     
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    Sarebbe stato bello citare anche Grozio padre dello jus gentum (diritto internazionale)
     
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2 replies since 24/5/2014, 13:20   418 views
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