"Orbital Supermax"

Un racconto di SC

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  1. amberleelessedil
     
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    CAPITOLO 1

    La psicologia è guerra. Tu cammini in una stanza, a volte per scelta, a volte perché sei stato beccato a prelevare forniture mediche dalla MedBay per portarle all'infermeria dei prigionieri, e ti siedi di fronte al nemico mentre loro cercano di fare tutto quello che possono per entrarti nella testa.
    "Devo ricordarti," chiese Cayla Wyrick, la mia psicologa, "che non seguire queste sessioni è una violazione dell'accordo che hai fatto con il capitano Fieras per mantenerti fuori da una cella di quattro metri per quattro?"
    Aveva il collo lungo e un viso stretto, ma carino che la rendeva il collaboratore [esterno] preferito di tutti. I capelli biondi erano tagliati corti, ma con stile, e il suo trucco era immacolato, come se stesse sfidando tutti quelli di quella gabbia di scimmie dell'OSP-4 per provare qualcosa. Era giovane per essere un medico, specialmente uno di stanza in un sistema così lontano come il Banshee.
    "Non so perché Fieras ha insistito con queste sessioni. Sono un contrabbandiere, non un paziente psichiatrico."
    Lei accavallò le gambe e si sistemò sulla sedia. "Se tu fossi soltanto un contrabbandiere, sono sicura che ti avrebbe semplicemente sparato. O gettato in una cella. Ma tu hai una storia, non è vero?"
    Presi un sorso di acqua ghiacciata e appoggiai il bicchiere su un tavolo vicino. Uno schermo enorme dietro di lei mostrava la veduta di un cielo stellato. In un paio di ore, Lorona, il pianeta nel cui punto di Lagrange eravamo seduti, sarebbe diventato visibile in basso a destra.
    Ovviamente aveva letto il mio file. Probabilmente aveva visto i video dell'ardente esplosione che aveva reclamato la vita di mio fratello.
    Ce l'avevo con Danny per essere morto così pubblicamente. Se fossimo stati minatori su una fascia di asteroidi senza nome, nessuno si sarebbe preoccupato dei dettagli. Ma eravamo piloti, il migliore e il secondo all'Accademia, e quando lui morì dovetti accettare la medaglia che avrebbe dovuto essere sua, perché venivo subito dopo di lui in classifica. Quel singolo incidente divenne una miniera d'oro per i cacciatori di teste che vidi negli anni a partire da allora. Qualsiasi cosa facessi veniva marcata come sindrome del sopravvissuto, o uno qualsiasi degli altri disturbi di personalità. Ora che ero stato preso con le mani nel sacco, Fieras e Wyrick facevano a gara per identificare qualcosa di diverso da quello che era: un crimine di avidità.
    Non intendevo continuare un minuto di più la terapia. Preferivo passare il mio tempo in una cella.
    "Sai che il tuo colorante rosso [cipria?] è di contrabbando? Quei tizi usano il colorante per i tatuaggi da prigione. O lo indossano. Già. Il mondo è bello perché è vario."
    "...penso che abbiamo finito per oggi," rispose, pigiando alcuni tasti sul notepad, facendo quindi diventare nero lo schermo.
    Un piccolo lampo luminoso, come se qualcuno avesse acceso un fiammifero in una stanza buia, attirò la mia attenzione verso lo schermo dietro di lei. Una delle stelle iniziò a muoversi. Crebbe dalle dimensioni di una punta di spillo a quelle di un'asola, guadagnando velocità in modo esponenziale fino a che non scoppiò nell'angolo alto destro dello schermo e scomparve. L'intero processo era durato forse cinque secondi, e mi ci volle un po' di più per capire cosa stavo vedendo.
    Mi lancia dalla mia sedia su Wyrick. La colpii di peso sulle spalle e le feci ribaltare la sedia. Un attimo più tardi la stazione oscillò violentemente e le luci tremolarono prima di spegnersi. Un soffio d'aria surriscaldata fece saltare il coperchio dell'aeratore dell'aria condizionata da cui uscirono delle fiamme, che dipinsero brevemente di ombre arancio l'ufficio diventato buio. Si accesero le luci di emergenza su tutti i muri e tornammo a vedere, anche se poco.
    Rotolai via da lei e mi misi sulle ginocchia. Devo darle credito che non disse una parola sul fatto che l'avevo atterrata. "Cos'è successo?" chiese invece.
    "Siamo stati colpiti da un missile," dissi. "Almeno uno. Per qualche ragione, le nostre difese automatiche non si sono attivate per prevenire l'attacco."
    Le luci di emergenza cambiarono da rosso a giallo e illuminarono un camminamento che indicava la porta. Una voce innocua, generata dal computer parlò contemporaneamente dappertutto. "Tenente Cayla Wyrick, come ufficiale di grado più alto a bordo della Prigione Orbitale di Massima Sicurezza 4, ora è lei in comando. Per favore segua le luci gialle fino al Ponte di Comando Ausiliario."
    "Tenente Wyrick?" risposi in modo sarcastico al computer. "Quello è il suo livello retributivo, non il suo grado!"
    I collaboratori civili venivano pagati sulla base degli stessi livelli dei militari. Wyrick era chiaramente un OS-9, questo significava che veniva pagata come un tenente. Ma questo non era esattamente come essere un tenente. Non poteva dare ordini, e non poteva neanche ricevere il saluto militare. Il computer aveva fatto un errore, e non mi ci volle molto tempo per capire cos'altro questo significasse. Eravamo stati attaccati con precisione chirurgica. Tutti quelli che avevano un vero grado erano già morti.
    Wyrick gettò il notepad sulla sua scrivania e picchiettò sulla veduta dello spazio fino a che non diventò una mappa della stazione. Le sezioni verdi non avevano riportato danni, il giallo significava che quel ponte aveva riportato danni non letali, il rosso significava che potevamo ridurre senza problemi il budget per il cibo della prigione. C'era un sacco di rosso.
    Le dita di Wyrick danzarono sullo schermo. "Comando, ingegneria, infermeria...sono tutti offline."
    Mi unii a lei allo schermo. "Posso?"
    Mi guardò, quindi con riluttanza inserì i suoi codici di accesso. Senza perdere tempo, ritornai alla veduta dello spazio e aumentai il più possibile lo zoom sulla fonte di quei missili. Non ci volle molto per trovare una piccola imbarcazione da diporto che era stata frettolosamente modificata per accogliere enormi alloggiamenti per missili. Lì intorno volavano molti caccia in formazione compatta. Dietro di loro era appostata una nave più grande, ma la limitata capacità di ingrandimento della stazione le dava un aspetto a pixel e io non riuscivo a capire che cosa fosse. All'improvviso, l'immagine fu oscurata da qualcosa così grande da avere anche questo un aspetto a pixel. Forse un caccia, che stava passando molto vicino alla stazione. E non era della UEE.
    Provai con i canali di emergenza ma riuscii a sentire solo il monotono sibilio statico a tutte le lunghezze d'onda. Eravamo stati bloccati. "Pirati. Non so cosa ci facciano qui, ma non può essere nulla di buono."
    "E' un'evasione?" chiese Wyrick.
    "Forse. Ma penso che chiunque meriti una piccola flotta sarebbe scappato immediatamente verso Kellog VI," dissi, intendendo il famigerato pianeta prigione. Impianti come OSP-4 erano delle prigioni in tutto e per tutto, ma anche delle stazioni di passaggio, degli alloggiamenti temporanei dove potevano essere tenuti prigionieri ad alto rischio in attesa di essere trasferiti su Kellog VI. "Potrebbe essere solo un raid. Una volta che un gruppo di pirati diventa troppo grande, non si può mantenere soltanto con il saccheggio occasionale di navi cargo. Un'istallazione come questa può essere un bersaglio appetibile. I prigionieri sono solo un bonus addizionale. Oppure sono sacrificabili, a seconda del capriccio dei pirati."
    "Ma non ci sono difese?"
    "Certo." Come precedente furiere della prigione sapevo molte più cose di chiunque altro ancora vivo sulla stazione. Toccai il ponte di volo. Detriti galleggiavano nell'aria. Un'ombra scura, a forma di uomo si muoveva pigramente attraverso la micro-gravità. Una scansione veloce evidenziò uno squarcio dentellato nel cranio. La decompressione era stata rapida e violenta, ma i due caccia della stazione erano ancora al loro posto. "Sembra che non abbiamo combattuto molto."
    Ci fu una vibrazione sorda quindi un tonfo echeggiò attraverso il ponte tutto intorno a noi. Sentii salire il mio stomaco man mano che la gravità fluttuava. Il sibilo minaccioso dell'aria che passava attraverso le ventole era un segno che avevamo subito troppi danni perché i sistemi della stazione potessero ripararli, e questo significava che molto presto sarebbe diventato difficile respirare.
    "Dobbiamo andare," dissi.
    Con riluttanza, mi seguì attarverso la porta e lungo il corridoio.
    I danni erano maggiori di quel che credessi. Cavi scendevano dal soffitto come piante rampicanti in una jungla, gocciolando scintille sul pavimento. L'aria odorava di ozono e gomma bruciata ed era fastidiosamente calda, come se ci fosse un fuoco fuori controllo. I corridoi attraverso i quali passavamo erano vuoti e bui, ad eccezione di lampi di luce e sfrigolii occasionali dei cavi sopra di noi. Il computer ci stava guidando verso il comando ausiliario, ma io avevo un piano diverso. Girai invece lungo il blocco di massima sicurezza della prigione.
    "Che ci facciamo qui?" chiese lei. Stavamo di fronte ad una porta rossa, di metallo con un tastierino al centro.
    "I sistemi di comunicazione sono fuori uso e questo significa che non c'è alcun modo di mandare un segnale d'emergenza. A meno che non siamo fortunati e qualcuno ci mandi un trasferimento di prigionieri fuori programma, non ci possiamo aspettare aiuto prima di due settimane da adesso. Aspettare qui non è una possibilità." Lasciai che la mia voce facesse trapelare un ulteriore significato. "Specialmente per te."
    Wyrick si spostò a disagio. "Ci sono 1600 prigionieri e duecento membri del personale a bordo di questa struttura. Non possiamo lasciarli qui."
    Soffocai la mia irritazione. "Tu sei un medico ed io un furiere. Nessuno di noi ha la stoffa dell'eroe. Ci sono ancora due caccia sul ponte di volo. Possiamo usarli per andarcene da questa stazione ed avvisare la UEE."
    Non convinta, lei alzò lo sguardo verso la porta. "Okay, ma allora cosa ci facciamo qui?"
    "Prendiamo del materiale da eroi," dissi con un sorriso furbo.
    Avevo indagato un po' quando iniziai a "mettere nel posto sbagliato rifornimenti per profitto" giusto nel caso in cui avessi dovuto aver bisogno di un piccolo aiuto interno per scappare velocemente, e tutti i documenti ufficiali su cui avevo potuto mettere le mani dicevano che quel tizio che stavo per liberare era il pilota dannatamente migliore a bordo. Era un ex militare, perciò molti dei file che avevo trovato erano censurati, ma avevo trovato una lista di medaglie che aveva ricevuto e le uniche che non aveva erano pressoché quelle che ti danno per aver preso un proiettile.
    Aprire la porta della massima sicurezza fu come aprire un forno. Un fiotto di aria surriscaldata mi bruciò il viso e distolsi involontariamente il viso. Non c'erano fiamme visibili nel corridoio, ma alcune delle fasce di plastica sul muro bollivano e si corrugavano.
    "Dammi la tua tessera," dissi agitando la mano.
    "Nylund," disse Wyrick, "non puoi..."
    Accennai al corridoio. "Non preoccuparti, tornerò. Non sto scappando."
    "Non intendevo questo," rispose, ma mi diede comunque la tessera.
    Il mio istinto mi diceva di non andare. Il calore era troppo forte, l'aria era irrespirabile, quel genere di cose. Lo ignorai. Avrei potuto trovare un altro pilota, ma quel tizio era il migliore e mi convinsi che chiunque altro ci avrebbe fatto uccidere. Mi abbassai più che potevo, tenendomi dal lato opposto del corridoio rispetto alla plastica che ribolliva, ma era quasi insopportabile. Contai due porte, quindi passai la tessera di Wyrick.
    Il pannello diventò verde e la porta si aprì. Stavo per scoprire per liberare quale uomo stavamo rischiando la vita.

    Continua...
     
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  2. amberleelessedil
     
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    CAPITOLO 2

    Nel blocco di massima sicurezza il fuoco viaggiava attraverso i condotti dei cavi nel controsoffitto, e bruciava così tanto che aveva iniziato a squagliare le fasce di plastica sui muri. Lo spesso fumo nero che si riversava nel corridoio mi sembrava inchiostro che si spandesse lentamente nell'acqua.
    Wes Morgan, l'uomo che eravamo venuti a liberare, avvicinò la sua faccia alla mia. Aveva strappato una manica dell'uniforme della prigione, l'aveva bagnata nel suo piccolo lavandino, quindi l'aveva stretta sul viso. Aveva passato l'altra manica a me. “Sopra,” indicò il soffitto, “c'è vapore surriscaldato. In basso c'è fumo chimico che ti uccide se lo respiri. Perciò stai basso, ma non troppo.” Si girò e si incamminò lungo il corridoio.
    “Dobbiamo raggiungere il ponte di volo. E' l'unica via d'uscita dalla stazione,” dissi, indicando indietro verso il luogo dove ci stava aspettando Cayla Wyrick. La prigione era bloccata e lei era l'unica che aveva i codici per farci arrivare là. Non avevamo tempo per le deviazioni. Ero armato con una pistola stordente dalla punta tozza che avevo preso da un armadietto fuori dal blocco e potevo sempre puntarla contro di lui, ma avevamo bisogno del suo aiuto per oltrepassare il blocco dei pirati.
    “Non ce ne andiamo senza Asari,” disse con voce roca.
    “Chi è Asari?” chiesi, ma Morgan aveva già iniziato a muoversi lungo il corridoio verso la cella successiva. Ero sicuro di aver già sentito quel nome ma non riuscivo a ricordare dove, perciò lo seguii con riluttanza, mezzo piegato in avanti così come mi era stato detto. Sebbene non potessi vedere le fiamme, l'aria era così bollente da far venire le vesciche e mi bruciava i polmoni ad ogni respiro, nonostante il panno bagnato.
    “Questa,” disse Morgan attraverso la manica. Era in piedi di fronte all'unica altra cella occupata nel blocco. Sulla porta non c'era altra targa di indentificazione oltre ad una riga di numeri.
    Wyrick mi aveva dato la sua tessera di identificazione, che avrebbe aperto qualsiasi porta della stazione. Ma questo era il blocco di massima sicurezza. Qui era dove la UEE parcheggiava prigionieri che non dovevano essere trovati da nessuno. Uomini che avevano commesso crimini atroci, o che si erano affiliati a pirati, o...
    Mi ricordai chi fosse Yusuf Asari.
    “Non aprirò quella porta.” dissi con fermezza. Asari era stato accusato di tentato genocidio. Era un terrorista Tevarin, aveva rilasciato un'arma virale su una delle colonie del sistema Geddon. L'idea era di far spargere l'infezione attraverso i trasporti della colonia che tornavano nello spazio UEE. La Advocacy era venuta a conoscenza del piano e aveva isolato la colonia prima che il virus potesse espandersi, ma le perdite sul pianeta erano state terribili. Era un mostro in tutti i sensi della parola.
    “Possiamo sederci e discutere, oppure posso semplicemente prenderti la tessera di identificazione e aprire da solo la cella. Lasciarti tenere la tessera è solo una cortesia.”
    Morgan sapeva che ero armato e non sembrava preoccuparsene. Pensai che forse voleva solo evitare che Asari morisse bruciato. Se era così, potevo cedere un po'. “Voglio la tua parola che non uscirà dalla stazione.”
    Morgan ci pensò su. “Non potrò evitare che lasci la stazione. Quello che fa per conto suo dipende solo da lui.” Era tutto quello che sarei riuscito ad ottenere.
    Asari non uscì immediatamente dalla sua cella. Era grande per un Tevarin e questo voleva dire qualcosa. Aveva anche cicatrici sul viso e sulle spalle, cicatrici che erano del tutto visibili perché indossava una maglietta bianca, senza maniche. “Morgan,” disse con un tono denigratorio. “Non sei affatto come mi ero immaginato.”
    “Tu sei proprio come nei cinegiornali,” disse Morgan. “Consideralo un salvataggio.”
    Lo sguardo di Asari mi oltrepassò come se non fossi neanche lì. “Non posso unirmi a te,” disse. “I miei fratelli Tevarin vengono tenuti prigionieri in un ponte inferiore. Li troverò, quindi mi unirò agli invasori, se ci accetteranno. Altrimenti, li uccideremo.”
    “Capisco,” disse Morgan. Tese una mano, che Asari strinse. “E' stato un piacere.”
    “Ci vedremo ancora, Wes Morgan, se non prima di morire, dopo.” Con questo, il gigante Tevarin si girò lungo il corridoio e scomparve più in profondità nella prigione.
    “Non stiamo ancora andando verso il ponte di volo,” disse Morgan quando tornammo da Wyrick. Parlò di nuovo prima che uno di noi potesse obiettare. “La tua pistola stordente giocattolo non servirà a molto se incontriamo le persone responsabili di aver superato le difese di un carcere orbitale di massima sicurezza, e che io sia dannato se li affronterò con niente di più che la mia forte personalità.”
    “Niente armi,” disse con fermezza Wyrick.
    Morgan la guardò dall'alto in basso. “Sei una ragazza dolce. Anche carina. Non vuoi scoprire cosa ti faranno quei tizi se ne avranno la possibilità.” Lasciò che questo raccapricciante pensiero aleggiasse nell'aria per un momento prima di continuare. “Sai chi sono?”
    Lei impallidì, ma annuì.
    “Hai letto il mio file?”
    Un altro cenno. “Kellogg IV voleva un profilo psicologico prima che ti trasferissimo. Lo avrei condotto nella prossima settimana.”
    “Bene. Quindi sai che non sono uno psicopatico. Le armi sono uno strumento di negoziazione. Se non è necessario sparare, non lo farò.”
    Lei lo studiò per un lungo momento, quindi annuì per la terza volta. Curiosamente, pensai che non fosse stata la minaccia di Morgan a farla decidere. Era uno strizzacervelli, e gli strizzacervelli erano capaci di capire le persone. Mi chiedo se avesse visto qualcosa in lui che le aveva fatto capire che stava dicendo la verità.
    Sfortunatamente, non eravamo stati le prime persone sulla stazione a pensare all'armeria. Ci arrischiammo con l'ascensore, prendendolo per scendere due livelli, quindi passammo attraverso un labirinto di corridoi. Come ci avvicinammo, iniziammo a sentire dei rumori, di metallo su metallo, urla e maledizioni. L'origine divenne chiara quando girammo un angolo. Un prigioniero così magro da sembrare che avesse il petto concavo stava tenendo una saldatrice contro una porta blindata sigillata. La pistola, usata in genere per sigillare i buchi nello scafo provocati da micrometeoriti, emetteva scintille quando veniva a contatto con il metallo. C'erano numerosi segni di bruciatura laddove erano falliti i tentativi di aprire la porta.
    Un prigioniero enorme, che sapevo essere Albus Cronock, stava in piedi con un gruppo di uomini. Aveva le braccia incrociate e supervisionava l'operazione con occhi quasi chiusi. Un'arma presa ad una guardia morta era appoggiata contro un muro lì vicino, a portata di mano.
    "Ultima occasione per tornare indietro e dirigerci al ponte di volo," proposi nervosamente.
    "Rimaniamo," disse Morgan. Tese la mano. "Dammi la pistola."
    Esitai, ma, sorprendentemente, Wyrick fu daccordo con lui. "Pensi che faccia differenza in un modo o in un altro?"
    Poteva anche non fare differenza, ma sentire il suo peso sul mio polso mi dava conforto ed ero riluttante a separarmene. Non appena gliela passai, Morgan si avviò verso uno dei pannelli di controllo che erano montati sul muro, lo ruppe con un pugno, quindi rimosse un cavo dal suo interno. Estrasse il caricatore della pistola stordente e gli fece qualcosa con il cavo provocando delle scintille. Lo ispezionò brevemente, e quando si ritenne soddisfatto, fece rientrare il caricatore nella pistola.
    "Ecco. Adesso è in grado di uccidere." Alzò la canna e ce la puntò contro.
    "Bene," dissi, guardando Wyrick, "non c'è voluto molto."
    "Fa tutto parte del piano, non è vero Morgan?" chiese ottimisticamente Wyrick.
    "E' sicuramente parte di un piano," rispose Morgan con un'alzata di spalle. "Ricordi il consiglio che viene dato riguardo al primo giorno in prigione? Trova il più grosso brutto figlio di puttana e scatena una rissa? Questo è quello che stiamo per fare."
    Ci fece segno di andare avanti con la pistola. "Ora muovetevi."
    L'uomo con la saldatrice ci mise pochi secondi a notare che gli altri prigionieri si erano azzittiti, ma quando lo fece abbassò l'attrezzo, alzò i suoi occhiali di sicurezza, quindi guardò verso Cronock. Il grosso prigioniero si staccò dalla parete, colpì la parte inferiore della carabina della guardia con la punta del piede, quindi la lanciò in aria afferrandola con le mani. Man mano che avanzava verso di noi, molti degli altri prigionieri lo seguivano. "Bene, bene. Cayla Wyrick. E' bello vedere il tuo bel viso. Chi sono i tuoi amici?"
    Avrei dovuto capire che tutti conoscevano lo strizzacervelli della prigione. Morgan mi guardò negli occhi. Strinse la presa sulla pistola e fece deliberatamente un cenno verso il tizio magro con la saldatrice, come per suggerire che avrei dovuto attaccare lui se la situazione fosse degenerata. Alzai le spalle e feci come se non avessi capito. Sono coraggioso come chiunque altro, ma una saldatrice è in grado di fondere insieme il metallo. Non c'era verso che io mi gettassi contro la sua estremità che emetteva scintille.
    "Sono il Dottor Wyrick," disse lei. "Era Dottor Wyrick la prima volta che ci siamo incontrati ed era Dottor Wyrick la settimana scorsa quando stavi piangendo come un bambino nel mio studio perché la tua ragazza si era stancata di aspettarti e se ne era andata con il suo capo."
    Cronock sbatté le palpebre come se fosse stato colpito, quindi lanciò sguardi a destra e a sinistra. "Piangere? Io? Hai sbagliato persona." Curvò le spalle e parlò con un tono di voce più soffice e supplichevole. "Non ci dovrebbe essere una specie di rapporto confidenziale dottore/paziente o qualcosa di simile?"
    Ma Wyrick non aveva finito. Guardò l'uomo che impugnava la saldatrice. "Ciao, James. Mi sorprende vederti qui. Cosa pensi che farà tua sorella quando ti prenderai altri venti anni oltre alla tua condanna per aver tentato di scappare? Rimarrà con Slade e finirà in un ospedale? Tu volevi risparmiarle tutto questo, non è vero?"
    "James" arrossì, quindi appoggiò la saldatrice al suolo. "Scusa, Cronock, non permetterò che succeda."
    "E tu! Mick Brown! Non stavi per - ?"
    Questa volta il prigioniero in questione non la lasciò neanche finire. "Ok, ok. Ti sei spiegata. Non ti torcerò un capello."
    Ero sbalordito. Wyrick era riuscita a neutralizzare uno dei gruppi più violenti di uomini della massima sicurezza. Usando delle parole.
    Gli occhi di Morgan erano spalancati. "C'è qualcuno con cui lei non abbia avuto a che fare?"
    Potei solo alzare le spalle.
    Wyrick si diresse verso il centro del gruppo. Anche con i tacchi, la sua testa non arrivava alle loro spalle, ma era come se li tenesse in pugno, anima e corpo. "Ho delle novità per voi. Sono il nuovo direttore di questa struttura. Questo significa che sono libera di rilasciare sulla parola e di fornire raccomandazioni a chiunque ci aiuti." Si guardò intorno, lasciando che queste notizie sedimentassero. Quindi impugnò la sua tessera di identificazione. "E dal momento che sono il direttore, ho accesso all'armeria."
    Morgan ammiccò, come se avesse ascoltato solo a metà fino a quel momento. "Aspetta un secondo..."
    Anche io balbettai qualcosa. Stavamo per dare loro delle armi? Ma un'acclamazione che veniva dai prigionieri soffocò le mie parole. Quindi Wyrick aprì la porta e ci trovammo al centro di un gruppo di pazzi in festa armati fino ai denti.
    Dal momento che l'unica cosa che li tratteneva dal gettarci fuori dal portellone più vicino era la mancanza di esitazione di Wyrick a divulgare informazioni confidenziali, mi assicurai di afferrare una carabina d'assalto P4SC. Se mai mi avessero attaccato, sarei stato armato.

    Continua...
     
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  3. amberleelessedil
     
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    CAPITOLO 3

    Essere al comando di un'armata di prigionieri evasi non è così bello come lo dipingono – non che io lo avessi immaginato prima. Ma quando ti assegnano la sorveglianza dei suddetti prigionieri, la tua immaginazione può lasciarsi trasportare un po'. Ora, grazie ad un attacco pirata che aveva ucciso tutti gli ufficiali anziani della stazione, il computer aveva posto al comando lo strizzacervelli della prigione, e come suo paziente graduato, mi ero ritrovato in una posizione di pseudo-comando.
    La mia uniforme blu da uffciale si distaccava nettamente da quella arancione della prigione indossata da tutti gli altri del gruppo, ad eccezione di Cayla Wirick, l'analista in questione. Avevo già attirato sguardi occasionali di curiosità e sapevo che non appena quei tizi si fossero annoiati delle nuove armi che lei aveva procurato loro in armeria, le cose sarebbero peggiorate. Il trucco per rimanere vivi consisteva nel tenerli occupati, e Wes Morgan, il mercenario che avevamo salvato dalla massima sicurezza, stava cercando di fare proprio questo.
    Morgan, Wyrick e Cronock si stavano accalcando intorno al notepad di Wirick, appena fuori dal montacarichi. Il mercenario aveva dimostrato di essere un hacker abbastanza esperto e aveva usato quello che era in realtà un giocattolo da ufficio per accedere alla banda larga della prigione. Immagini del ponte di volo, aggiustato da poco, apparvero sullo schermo.
    “E' stato danneggiato nell'attacco iniziale,” dissi. “Sembra che i pirati che hanno attaccato la stazione lo abbiano riparato, restaurando la gravità.”
    Potevamo vedere alcuni pirati che stavano lavorando a gruppi, mentre le luci di atterraggio avevano illuminato una sezione del ponte di volo e un grosso cargo stava manovrando attraverso l'airshield bluastro. Sembrava che fosse stato assemblato con parti di altre navi. Sulla prua era fissato un grande cannone a particelle, dipinto in modo da sembrare il corno di qualche bestia selvatica. Sfortunatamente, l'illusione della ferocia era distrutta da due ali sproporzionatamente piccole, che facevano sì che la nave sembrasse molto poco un predatore e molto di più un tacchino con un corno.
    “Sono i Dogs [Cani],” disse Morgan in modo arcigno. Il suo dito indicò alcuni graffiti sul lato del cargo.
    “I Dogs?” chiesi.
    “I Nova Dogs. Questo significa cattive notizie. Pesantemente armati e con una morale leggera. Hanno anche tasche profonde, per dei pirati.”
    “Cannibali,” grugnì Cronock. “Non ci permetteranno di unirci a loro.”
    Quando vide lo sguardo mio e di Wyrick, alzò le spalle. “Se vi aspettavate fedeltà, siete molto più idioti di quel che pensassi.”
    “Potremmo provare una manovra di fiancheggiamento,” disse Morgan, ignorando l'osservazione. Probabilmente aveva dato per scontato che Cronock ci si sarebbe rivolto contro alla prima opportunità. Cambiò l'angolo della videocamera sullo schermo del notepad. “Potremmo insinuarci tra questi caccia e colpirli prima che si accorgano di noi.”
    Cronock ruttò rumorosamente. “Manovra di fiancheggiamento? Questi ragazzi non sono soldati. Con loro devi usare parole corte e parlare lentamente.”
    “Potremmo parlare con i pirati.” suggerì Wirick.
    Morgan continuò come se Wyrick non avesse parlato. “I tuoi uomini non reggerebbero cinque minuti contro un attacco diretto dei Nova Dogs.”
    “C'è un solo modo per scoprirlo.” Cronock colpì con il pugno il pulsante dell'ascensore e abbaiò ai suoi uomini di entrare all'interno. Rimasi con Wyrick nella parte posteriore, cercando di capire come ero finito in quella situazione. Se avessi voluto combattere i pirati mi sarei messo alla guida di un caccia per la UEE. Avevo avuta la mia possibilità di ottenere delle assegnazioni a missioni quando ero graduato. Naturalmente, la morte di David mi aveva convinto a lavorare ovunque tranne che in una cabina di pilotaggio.
    Il livello di sicurezza era alto su OSP-4 e il ponte di volo era stato disegnato in modo da essere stretto e claustrofobico. L'ascensore si aprì su una camera stagna che era effettivamente un campo di morte. Delle guardie posizionate sul ponte di volo potevano sparare sulla camera attraverso delle postazioni verticali sulle pareti, e sapevo che vicino al soffitto c'erano degli apparati subsonici che potevano essere usati per tramortire chiunque si trovasse all'interno. Per fortuna però avevamo Wyrick, e i suoi codici ci permisero di disabilitare le difese della camera stagna e l'allarme dell'ascensore.
    Fu un gioco da ragazzi per gli uomini di Cronock sopraffare i pochi pirati che sorvegliavano le porte dell'ascensore. Questo piccolo successo fu preso come un segno che il suo piano fosse il migliore e lui corse verso il ponte di volo come la cresta di un'onda arancione che sparava in ogni direzione. I pochi pirati sparsi sul ponte di volo trovarono velocemente riparo dietro delle cataste di casse e risposero al fuoco.
    "Rimani qui," disse Morgan con calma, mettendomi una mano sul petto. Si guardò velocemente intorno, annotando la posizione dei pirati. "C'è qualcosa che non va."
    La piccola fila di pirati che aveva iniziato a sbarcare dal cargo corazzato era armata più pesantemente e meglio addestrata rispetto agli altri. Protessero velocemente un uomo enorme con una tuta nera dai proiettili e lo spinsero di nuovo indietro sulla plancia. Lui non era daccordo, e spostò di lato i suoi luogotenenti.
    "Abbassate le armi!" ruggì ai suoi subordinati, e io vidi un lampo color cromo dove era stata la sua mascella. Il resto era un ammasso di muscoli, tanto che la sua testa sembrava piccola in modo ridicolo sulle sue enormi spalle. Aveva lunghi capelli neri come la nera tuta da volo che indossava. La decalcomania sul suo petto mostrava un teschio dentro le fauci di un teschio più grande, il che aveva senso in modo macabro per il capo di un gruppo di cannibali.
    Corse direttamente di fronte alla linea di fuoco, abbassando le armi dei suoi pirati.
    Cronock, sorpreso e confuso da questa resa improvvisa, dovette pensare di non avere altra scelta che smettere di sparare, e ordinò ai suoi uomini di fermarsi.
    "Chi è quello?" chiese Wyrick con calma.
    Morgan aveva contratto la mascella. "Martin Kilkenny. Probabilmente gli diagnosticheresti un complesso di onnipotenza. Divenne famoso per aver guidato un attacco contro una nave di schiavi, solo che anziché liberarli, lui e il suo equipaggio se li sono mangiati, e poi hanno venduto la nave. Siamo nei guai." Cronock sembrò non riconoscere Kilkenny o, se lo fece, non sembrò intimidito da lui. "Siamo qui per le tue navi. Se vuoi vivere, dacci i codici."
    "Non riesco a sentirti. Avvicinati!" urlò Kilkenny, mettendosi una mano a coppa vicino all'orecchio.
    "Lo vedi quello?" disse calmo Morgan a me e a Wyrick mentre Kilkenny parlava. Fece un cenno verso i caccia.
    Seguii il suo sguardo. Le due navi erano caccia Hornet i più avanzati della OSP-4. Dopo qualche secondo vidi dei cambiamenti di luce. C'era qualcuno all'interno del caccia! I miei occhi scivolarono verso la seconda Hornet. L'angolo era troppo obliquo per me per riuscire a vedere dentro la cabina di pilotaggio, ma ero sicuro che anche quella fosse occupata. Peggio ancora, il gruppo di Cronock si era spostato direttamente nel raggio d'azione delle armi della nave.
    "Dobbiamo avvisarli," disse Wyrick allarmata.
    Morgan guardò la psicologa come se le fosse spuntata un'altra testa. "Cosa pensi che ci avrebbero fatto quei prigionieri una volta che non avessero avuto più bisogno dei tuoi codici per scappare dalla stazione? Aspettiamo qui. Non importa quale gruppo perde, noi vinciamo."
    "Non possiamo lasciare che vengano massacrati," disse disperatamente Wyrick. Mi faceva quasi pena. Avevo dimenticato che conosceva ognuno di quei uomini con l'intimità che solo uno psicologo può avere. Conosceva le loro storie, le loro speranze, i loro sogni...era il suo lavoro tirar fuori il meglio di loro nella speranza di aiutarli a riabilitarsi. Io e Morgan avevamo il lusso di poterli vedere come una massa di lunatici pesantemente armati con dei maglioni arancioni. Potevamo stare a guardare mentre venivano massacrati senza pensarci due volte. Lei non poteva.
    "Non ci è d'aiuto se Kilkenny uccide Cronock senza combattere," puntualizzai.
    "Bene," scosse la testa. "D'accordo. Rimanete calmi e seguitemi."
    Ci mantenemmo abbassati e corremmo dietro il caccia più vicino. Morgan si accucciò sotto la fusoliera e ci fece cenno di seguirlo. Dall'altra parte c'era un gruppo di casse che erano state colpite dal fuoco del blaster. Due pirati morti erano abbandonati sul ponte lì vicino.
    "Fate attenzione," disse Morgan, premendo con un coltello sulla mia mano. Indicò un sottile tubo di gomma che penzolava dal carrello di atterraggio anteriore del caccia. "Quello porta il liquido idraulico che serve al carrello d'atterraggio. Quando te lo dico, taglialo. Non toccarlo con le mani. E' dannatamente velenoso."
    Sporse la testa dal naso del caccia e controllò il gruppo di Cronock. Non erano affatto consapevoli delle armi montate sulla parte anteriore del caccia. Con un gemito, sollevò la carabina alla spalla e puntò l'arma contro il carrello d'atterraggio dell'altro caccia.
    "Fermati lì," disse Kilkenny a Cronock. Potevo vederli a mala pena da dietro il carrello del caccia.
    Wyrick si inginocchiò a fianco a me. Era disarmata, dal momento che aveva rifiutato l'arma che Morgan le aveva offerto in armeria. Immagino per motivi filosofici. Rispettavo la sua decisione ma questo non significava che non desiderassi avere una terza pistola. Mi sentivo esposto anche se ero accucciato sotto al caccia. Lei non sembrò notare il mio disagio. "Cosa ha la sua mascella?"
    "Zitta," sibilò Morgan. Indicò con la carabina sopra la mia testa. "La cabina di pilotaggio è proprio là."
    Io e Wyrick guardammo verso l'alto, quindi di nuovo verso di lui. Annuimmo contemporaneamente.
    "Ho detto, " ripeté Cronock, a voce più alta rispetto a prima. "Siamo qui per i vostri - ,"
    "Ti ho sentito," disse Kilkenny. "Avevo solo bisogno che tu fossi esattamente dove sei adesso." Il gruppo di Cronock era caduto nella sua trappola.
    "Ora!" disse seccamente Morgan. Aprì il fuoco contro il carrello dell'altro caccia, con la carabina che sussultava nelle sue mani. Diedi un colpo con il coltello, ma vidi con orrore che il tubo di gomma si era piegato a causa del mio colpo. Fui accecato da lampi luminosi non appena le armi dell a Hornet iniziarono a sparare contro il gruppo di prigionieri.
    "Nylund!" urlò Wyrick. Mi piantò le unghie nel braccio.
    "Ci sto provando," le urlai in risposta. Afferrai il tubo con l'altra mano e iniziai a segarlo. Morgan aveva iniziato a sparare agli uomini di Kilkenny, che si erano ritirati sul loro cargo. All'improvviso tagliai il tubo e il liquido idraulico si sparse ovunque. La punta della Hornet cadde all'improvviso, e mi avrebbe colpito in testa se non fossi caduto all'indietro per evitare il liquido che si stava spandendo. Colpi laser colpirono il ponte lì vicino e dell'aria bollente ci si riversò addosso.
    "Da questa parte," urlò Morgan a quello che rimaneva degli uomini di Cronock. Sentimmo un sibilo sopra di noi e lui si girò e fece fuoco. Il corpo di un pirata cadde fuori dalla cabina di pilotaggio sul ponte affianco a noi, con un buco sanguinolento al posto dell'occhio. Morgan afferrò il braccio di Wyrick, la strattonò fuori da sotto il caccia e praticamente la tirò sulla piattaforma di carico. Io seguii, scivolando fino a fermarmi di fronte al pannello di controllo della piattaforma. Una delle armi coassiali del cargo corazzato si era attivata e ci stava sparando colpi laser. Colpii con la mano quello che pensavo fosse il pulsante per abbassare e una porzione di pavimento grande quanto il caccia vibrò fino a mettersi in moto sotto i nostri piedi.
    Sentii Wyrick che urlava verso Morgan, che stava sparando verso il cargo con scarsa efficacia mentre una mezza dozzina di prigionieri stava irrompendo verso di noi. La piattaforma si muoveva in modo pietosamente lento, ma fortunatamente ci togliemmo dal raggio d'azione delle armi coassiali in pochi secondi. Appena prima che le porte della piattaforma si chiudessero sopra di noi, Morgan scivolò sul suo margine e cadde giù a fianco a noi.
    "Bene," disse, guardando indietro da dove eravamo venuti. "Dobbiamo trovare un altro modo per scappare dalla stazione."

    Continua...
     
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