Di Rose Scarlatte e Rovi di Spine

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  1. Gormenghast
     
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    L'infinita lastra di gelo si stendeva da orizzonte a orizzonte. Piatta, eterna, illimitata. La sua superficie liscia e bianca lasciava intravedere fini venature simili a ghiaccio azzurro, appena distinguibile dal candore che ne costituiva la tonalità principale. Al tatto un essere vivente avrebbe potuto rimanere sconvolto per ciò che quella materia gli avrebbe comunicato, appena prima di sottrargli in un istante tutto il calore vitale e annullare così la scintilla presente nel suo fragile cuore mortale. Non era semplice ghiaccio e nemmeno qualcosa di paragonabile ai freddi detriti cosmici che vagano nei vuoti spazi interstellari, la cui temperatura si avvicina allo zero assoluto. Quella sostanza era più la negazione filosofica del calore, qualcosa che avrebbe fatto impallidire il concetto stesso di freddo; il principio assoluto del gelo, dell'immobilità e della stasi.

    Due piccoli piedi candidi e nudi muovevano talora piccoli passi su di essa, aggirandosi attorno all'unico elemento che interrompeva l'infinita monotonia di quel paesaggio.

    In quello che poteva definirsi "sopra", non vi era nulla. Non era un nulla simile a un cielo fosco e coperto, né la volta di una caverna profonda abitata da creature capaci di nutrirsi di gemiti e oscurità. Era il Nulla: un intollerabile vuoto, una mancanza dove la ragione avrebbe indotto il desiderio di vedere l'estensione dell'impalpabile immensità del cosmo, oppure il semplice tetto della propria rassicurante dimora. Niente di tutto ciò tuttavia sovrastava la landa interminabile, poiché era come se un distratto creatore si fosse intollerabilmente dimenticato di riempire una delle due metà dell'universo.

    Al di sottò di ciò, due occhi cristallini e giovani come l'eternità contemplavano le guglie e i pinnacoli della propria creazione.

    Il castello di ghiaccio rifulgeva immobile di fronte alla bambina che lo rimirava da tempo già quando gli oceani sulla terra erano ribollenti pozze di acqua sulfurea e i vulcani eruttavano getti di lava in un'atmosfera priva di ossigeno. Le forme fantastiche in cui la sua struttura aveva definitivamente preso una forma si riflettevano una nell'altra, in un infinito caleidoscopio di specchi deformanti. Le dimensioni stesse della reggia sembravano piegarsi in sé stesse per evitare che i corridoi avessero mai fine o che le sale dovessero limitarsi a mostrare solo la propria larghezza, altezza e profondità. Appariva in tutto e per tutto un castello degno solamente di una regina immortale, e così in effetti era.

    Nel silenzio del suo Regno, di fronte alla perfezione assoluta della sua opera, la bambina ne percepiva acutamente l'unico, intollerabile difetto.

    Il castello era vuoto.

    Mentre il suo sguardo permaneva in contemplazione di ciò che le si parava di fronte, d'un tratto la bambina non fu l'unica entità presente nella vastita senza limiti di quel Reame. Un puntino all'orizzonte ne spezzava la perfetta linea continua, portando con sé il sapore di un universo estraneo eppure ineffabilmente affine a quello in cui era appena comparso. Trascorse poco più tempo di un battito di cuore di un colibrì e poco meno di quello trascorso da una stella sul punto di spegnersi quando, con un frullare di ali e piume, la forma estranea a quel mondo si poggiò su un ramo poco distante. Naturalmente non vi era, in quel punto e fino a un istante prima, nessun albero scheletrico dalla corteccia ruvida e annerita; una mente acuta tuttavia avrebbe dato ben poca importanza a quella insignificante anomalia, soprattutto nel momento in cui avesse dedicato la propria attenzione al singolare visitatore annidato fra i suoi sottili rami.

    Il corvo era avvolto in un manto di piume lisce e regolari, il cui colore avrebbe fatto vergognare la tenebra della notte più scura. Riflessi cangianti, di quelli che solo sulle pozze di petrolio appena sgorgato dalle viscere della terra si vedono, arricchivano la picea tonalità del suo piumaggio. Un becco nero e fine, liscio come l'ossidiana e altrettanto pericoloso, separava i lucenti occhi di rubino che brillavano di intelligenza e astuzia nella scura forma del suo capo. Appena meno scura del resto del corpo, l'unica mano che emergeva da sotto le piume dell'addome stringeva con le sue cinque dita il ramo, adorna di raffinati anelli nobiliari d'oro e zaffiri e altre pietre molto preziose. Su di essa scorreva denso un icore nero che, dopo essersi accumulato in grosse e pesanti gocce, cadeva sul terreno in una pozza sempre più grande di oscurità.

    "Intessuti fra le mie piume tempestose reco i miei omaggi, Sneedronningen; ahimé rotto è il contratto con le Note del Crepuscolo e dal mio becco nessun chiurlo si leverà mai più, per tessere le tue lodi" disse il corvo, con voce roca e lingua tagliente.

    "Conte Piumanera, Alasottile, Unodidue...perché mi visiti nel mio Castello d'Inverno? Leggo la brama nei tuoi occhi rossi e vedo sangue che sgorga copioso" rispose la bambina, volgendo il suo antico viso all'ospite non convocato.

    "La Guerra imperversa per tutti, anche per chi lentamente dimentica e nella dimenticanza svanisce, Regina dei Fiocchi di Neve!" fu l'acre risposta del gracchiante pennuto.

    "Come osi!? Per diritto di nascita tu, Signore a Metà, devi chinare il capo al mio cospetto! O forse la Quarta Sorella ha fatto violare a te e ai tuoi pari i vostri contratti con la Pazzia, lasciando che essa vi rivendicasse come propri sudditi?"

    "Ecate è stata per ora sconfitta, mia signora, ma quale bene ne può venire se l'oblio distruggesse quello che lei non è stata in grado di demolire? E' per questo che porto con me una Leggenda. Una Leggenda che riempirà le stanze dei vostri palazzi una volta ancora, laddove ora solo il silenzio tesse la sua sottile tela" un bagliore negli occhi del Conte, un fremito nel becco aguzzo.

    "Una Leggenda tu proponi? Desideri strappare il mio titolo per nutrire il tuo ventre nero, ignobile insetto..." ma con occhi vitrei la bambina fissava il suo bel castello, vuoto e silenzioso proprio come il corvo aveva astutamente fatto notare. "Quale è dunque, questa Leggenda che tanto vai offrendo?"

    "Questa è la Leggenda della Regina dal Cuore Freddo, che abitava nel Castello di Cristallo. Nessun dono lei gradiva più del calore nascosto nel cuore dei figli di Adamo e delle figlie di Eva, poiché traeva grande piacere nel vederlo spegnersi fra le stanze e i saloni della sua Reggia. Fregi e arazzi di ghiaccio mai si sarebbero disciolti se l'amore si fosse infine spento, come sempre accadde e per sempre accadrà; fu per questo che offrì la sua mano a chi le avesse portato in dono la fiamma eterna, consapevole che nessun fuoco può sopravvivere in eterno. Così narrò il Conte Piumanera, nel recare i suoi doni nelle Lande della Regina; questa è la storia e dritta è la via, voi dite la vostra che io ho detto la mia".

    Un fremito vibrò ineffabile eppur potente quando l'antico potere di cui la Leggenda era intrisa si liberò. Per un attimo i magnifici lampadari di cristallo nei saloni del castello tintinnarono e un vento sottile sollevò cristalli di brina dagli angoli più reconditi delle segrete. Con occhi luminosi e avidi, la Regina parlò: "Doni? Dove sono dunque i doni!? Avanti, buon Conte, mantenete fede alle vostre promesse e mostratemi di quali nuove suppellettili adornerò il mio trono!"

    E fu così che la mano del corvo, stretta sul ramo, allentò la sua presa. Da essa cominciarono a cadere al suolo diversi oggetti, accumulandosi in un mucchio scomposto ai piedi dell'albero: uno specchio dalla cornice barocca che si infranse colpendo il terreno d'alabastro, una figurina intagliata nel ghiaccio ma dal cuore liquido, gemme luminose dai colori cangianti, una rosa cremisi i cui petali spruzzati di brina parevano ricoperti da polvere di diamanti e altro ancora. Sbattendo le sue ali il corvo si diresse dunque nella direzione da cui era venuto, lasciando che due piume nere discendessero pigramente vicino al cumulo di cianfrusaglie presenti sul terreno.

    "E sia" furono le sue parole, volandosene via.

    "E sia" rispose la bambina, iniziando a raccoglierle da terra.

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  2. Gormenghast
     
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    Dublino, giovedì 8 novembre 2007

    Dubh Lynn, Baile Atha Cliath, Dublino. La capitale dell'isola di Eire, costruita su una palude da braccia forti e abitata da persone dal cuore sempice e saldo, appartenenti a un popolo antico e rinomato per la sua tenacia e la sua cocciutaggine. Una città cresciuta e divenuta moderna, un luogo che per molti è l'unico degno di essere chiamata "casa".

    Tuttavia, ora, le ombre gravano dense fra le sue strade e i suoi vicoli. Le giornate sono sempre più corte per l'inverno che pare aver anticipato la propria venuta con un gelo insolito e pungente, accompagnato da un senso di inquietudine e preoccupazione che è divenuto quasi palpabile. La gente che percorre le strade con passo frettoloso le vie della città non lo fa solo per il freddo inclemente, ma soprattutto perché ormai a Dublino il clima di operosa tranquillità che un tempo si respirava pare essere solo un lontano ricordo. L'onda di criminalità dilagante che ha investito la città con sanguinose aggressioni e violenze efferate ha reso le sue vie un luogo insicuro e pericoloso, costringendo la Garda a fronteggiare un numero sempre crescente di crimini a cui, tuttavia, pare impossibile porre un efficace freno. Il cielo notturno è invaso da nubi basse e opprimenti e rifulge di una malsana luce rossastra, quasi a voler riflettere il sangue che scorre sotto di sé.

    Se questo è ciò che lo sguardo umano può scorgere, ben peggiore è la visione di chi ha occhi per poter vedere una diversa realtà: sagome scure animano le tenebre e creature maligne attendono nell'ombra le vittime incaute, per saziare le proprie brame più fosche. Rumore di zoccoli riecheggia laddove solo suole umane dovrebbero calpestare il terreno, denti e corna lanciano riflessi mortali attorno ai parchi e al giardini, rozze armi mostrano le incrostazioni del sangue secco rappreso sulla propria opaca superficie.

    Questa è Dublino oggi. Un luogo di paura e violenza, avvolto dal gelo e dal sospetto che si è annidato nei cuori e nel buio sempre più denso che scorre nelle sue vene.

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    Il silenzio della Siepe è nuovamente rotto da un inquietante ululato lontano, di quel tipo che ha animato sempre più la notte crepuscolare di quel luogo al confine fra due mondi. Il rifugio di cui Maya, Ossian e Ruari hanno fatto la propria isola di relativa tranquillità pare ora un posto ben diverso da quello che gli occhi di Mike videro al suo primo ingresso: la piccola radura ora è notevolmente più spaziosa, separata in spazi da mura opalescenti di cui difficilmente i Changeling avrebbero potuto sospettare l'origine.

    Il lavoro di tessitura dell'esercito di ragni operosi è stato tuttavia ben sotto il loro sguardo, lasciandoli sbigottiti nel constatare la perizia e la capacità dei piccoli aracnidi nel migliorare quella che è ora la loro dimora. Pareti di rigida e resistentissima tela pressata separano gli ambienti, donando privacy e confort agli abitanti del Rifugio; un perimetro di densi tendaggi appiccicosi nasconde numerose spine strappate a rovi velenosi e rende quantomeno molto doloroso il tentativo di penetrare al suo interno; mobili creati sfruttando legname tenuto assieme dal filo dei ragni offrono un allestimento spartano ma funzionale; un piccolo orto garantisce infine frutti gustosi e nutrienti, che i piccoli artropodi fanno spesso accompagnare a carne di piccole creature catturate nelle loro ragnatele in qualche fitto tratto di boscaglia.

    Tutte queste comodità non riescono tuttavia a rasserenare il cuore dei tre abitanti del rifugio, ben consapevoli che qualcosa di terribile sta accadendo attorno a loro. Le notizie tratte dai giornali sono inquietanti, ma non quanto la percezione del pericolo diffuso garantita loro dai sensi infusi di Glamour. Sfidando la sorte un giorno dopo l'altro i tre sono riusciti a trovare piccoli impieghi in nero, sufficienti a garantire delle entrate basse ma necessarie. Durante il periodo trascorso nessuno dei tre ha incontrato altri Changeling, aggiungendo così un altro tassello all'inquietante puzzle della situazione attuale.

    Le serate di Amber come corista in alcuni gruppi le hanno fatto conoscere i Penelope's Dream, con i quali questa sera canterà dal vivo per la prima volta al Dragon. La band è nata da poco su un progetto del chitarrista shoegazer William, entusiasta di aver trovato una voce promettente per il suo nuovo progetto di unire darkwave agli strumenti della tradizione irlandese. Le prove non sono state molte ma il primo ingaggio vero è stato accolto con euforia; l'appuntamento è davanti all'ufficio postale, dove il furgoncino della band dovrebbe arrivare a prendere la fatata cantante attorno alle 20.

    Ruari si è lentamente ripresa dallo stress del suo traumatico ritorno, affidandosi a lunghe dormite capaci di rigenerare il suo spirito scosso e all'esplorazione dei dintorni del Rifugio nella Siepe e nel mondo mortale. Lentamente il suo carattere ottimista è tornato a mostrarsi, rivelando un atteggiamento energico e risoluto; indubbiamente l'energia vitale della Luminosa ha offerto spesso ai suoi compagni un sostegno concreto, rendendo meno opprimente la sensazione di inquietudine e pericolo che aleggia ormai ovunque. Le sue conoscenze della legge sono state d'aiuto per definire i rischi pratici della situazione in cui versano i tre Changeling, soprattutto basate sui problemi legati alla loro identità; consapevole del fatto che questa potrebbe essere ora in possesso dei loro feticci, il rischio di ricevere una denuncia per sostituzione di persona o di appropriazione indebita di identità è un pericolo pratico che va evitato, soprattutto ora che la presenza della Garda è aumentata in tutta la città. La giovane investigatrice ha trovato per sé stessa un piccolo introito come badante della signora Emma Flannery, una tranquilla vecchina di 87 anni a cui offre assistenza la mattina del martedì e del venerdì, e del signor Andrew McLoughlin, 80 anni, ex soldato e grande amante degli scacchi. Ruari lo aiuta la mattina del lunedì e il pomeriggio di venerdì, momento in cui l'anziano frequenta con metodica costanza il suo club di scacchi all'aperto.

    Le mani di Ossian sono ora quasi sempre macchiate d'inchiostro. Scampato ai terrori della spedizione di quasi un mese prima, il Darkling ha ritrovato la forza di riprendersi nella scrittura. Il fatto di dover ripartire dal basso non sminuisce l'importanza di mettere in parole i suoi sogni e la sua fantasia, spingendolo a dedicare molto del suo tempo alla passione della sua vita. Un piccolo editore associato a Book Upstairs (la libreria in Grafton St., proprio di fronte al Trinity College) si è dimostrato interessato a pagare una modica cifra per i suoi racconti brevi; consapevole delle difficoltà di sfondare per gli esordienti e obbligato a non poter fare perno sul suo nome, Mike O'Bannon ora vende la sua produzione sotto pseudonimo. A ciò, per arrotondare, si dedica a lavori saltuari come cameriere di catering e in qualche pub, quando l'occasione si presenza.

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    La siepe è silenziosa attorno al Rifugio, quasi ipnotizzata dal suono della voce di Maya che accopagna con la chitarra le note dei pezzi che canterà da quel momento a qualche ora. Ruari legge una rivista comodamente acciambellata su una poltrona-sacco la cui serica tela è interamente prodotto degli operosi ragni che hanno creato quel piccolo angolo di tranquillità. Sia sul dorso della sua mano quanto su quello di Maya si intravede la piccola cicatrice a spirale che sigilla il loro patto con i piccoli esserini a otto zampe; la terza mano marchiata è infine intenta a trascrivere in parole i pensieri di Ossian su un foglio poggiato sul piano della scrivania a cui si trova, chiuso nel suo mondo come sempre accade nei momenti di maggiore ispirazione.

    L'orologio presente nella stanza comune segna le 6 di pomeriggio e la luce del crepuscolo ha iniziato ad affievolire tutti i toni, annunciando il prossimo arrivo della notte tanto nella Siepe quanto nel mondo dei mortali.

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    La vita non è stata facile per Alex e Lily, soprattutto i primi giorni trascorsi nel timore di qualche inaspettato pericolo, all'addiaccio e costretti a vivere di espedienti. Una nota positiva è stata la guarigione estremamente rapida della giovanissima Changeling, nonché la sua inaspettata reazione ai terribili eventi vissuti durante l'attacco; Lily, pur sempre in bilico fra la realtà e la fantasia, ha mostrato una capacità di accetazione e una forza d'animo che, pur provenendo da un'adolescente dal passato probabilmente tanto traumatico da lasciare segni profondissimi sulla sua psiche frammentata, si è dimostrata di supporto anche per l'Elementale che ora si prende cura di lei.

    Alex si è dato da fare per sfruttare i suoi contatti col sottobosco di Dublino, così da trovare qualche lavoretto più o meno legale ma sempre senza dover dare troppe risposte; anche se pochi i soldi sono cominciati a tornare, permettendogli di affittare un monolocale in un vecchio stabile dei sobborghi. Il proprietario, un tizio avido, rozzo e ben poco educato (soprattutto con i numerosi extracomunitari a cui da alloggio in quello che chiama "il suo albergo"), è di quel tipo che non si fa problemi a lasciare uno dei suoi ospiti per strada se non vede i soldi a fine mese. Il pagamento in contanti è stato sufficiente per garantire ad Alex l'affitto senza dover offrire alcuna credenziale o identità. Da una sordida battuta lanciata dall'uomo nel constatare l'età di Lily e da uno sguardo untuoso in direzione della ragazza, Alex ha istruito la piccola a barricarsi in camera quando è assente.

    Le notizie giunte alle orecchie dell'Uomo di Ghiaccio sulla criminalità dilagante a Dublino sono preoccupanti: un vero e proprio fenomeno legato alla microcriminalità ha fatto nascere numerose bande che si contendono la città, apparentemente incuranti dell'attenzione che i loro gesti sempre più eclatanti e violenti hanno attirato. La Garda è in difficoltà tra il dovere di aumentare il controllo e l'evidente scarsità di uomini e risorse per fronteggiare una simile esplosione di illegalità. La gente si ammazza per le strade e i rischi, soprattutto nei quartieri poveri quale quello in cui ora lui abita, sono elevati. Nessuno può più dirsi al sicuro.

    La necessità di racimolare soldi per sé stesso e per Lily e l'urgenza di lasciare il meno possibile da sola la ragazza non hanno permesso ad Alex di scoprire altro su che fine abbiano fatto i fatati che un tempo abitavano la città. La Reggia è ormai un rudere sottoposto a sequestro giudiziario e, almeno sino ad ora, l'Elementale non ha incontrato nessuno dei suoi simili. Una sua sortita al magazzino dove più di un mese fa incontrò Tom Thumb ha offerto ad Alex solamente l'amara scoperta che nessuno ha più visto il gigante dalla notte di quei tragici eventi al Botanic Garden; fino ad ora non ha ancora avuto il cuore di rivelare alcunché a Lily, soprattutto per le implicazioni che la scomparsa potrebbe tristemente significare.

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    E' quasi sabato sera e Lily è eccitatissima all'idea di poter visitare il centro della città e di passare qualche ora fra i suoi rumorosi locali. Alex è più che consapevole dei rischi della notte Dublinese e della necessità di risparmiare su ogni singolo centesimo ma vedere Lily appassire in silenzio, stoicamente, come un giglio che non riceve più nutrimento gli ricorda che anche lei non può fare a meno del Glamour per così tanto tempo. Così, due giorni fa, la promessa di passare una notte in Downtown e di cercare di dimenticare la situazione difficile in cui i due Changeling cercano con ogni forza di non sprofondare.

    Le parole di una canzone in filastrocca inventata sul momento, così tipico di Lily, provengono dal piccolo bagno; Alex è appena tornato da una faticosa giornata in un magazzino del quartiere industriale a nord, attraversando le strade sempre più buie a bordo del bus doppio fino a casa. Nonostante la stanchezza, la fame che si fa sentire attraverso i forti gorgoglii del suo stomaco e la consapevolezza del rischio di girare per la città di notte, ha ormai preso la sua decisione.

    Uno dei suoi rari sorrisi si dipinge sulle sue labbra in risposta al piccolo strillo di sincera allegria proveniente dalla ragazzina intenta a prepararsi, per la quale si è stupito di provare un senso di protezione capace di crescere giorno dopo giorno sempre più e che, in uno strano modo, gli da la forza di tirare ancora avanti.
     
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  3. Melisande
     
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    "Finalmente...mph!" Ripongo la Crafter nella sua custodia, assieme agli spartiti dei pezzi. Finalmente una serata con la S maiuscola, finalmente la possibilità di essere in prima linea sul palco. "Devo ricordarmi di ringraziare meglio Sam per avermi prestato la chitarra..." Con un sorriso, raccolgo tutto e sparisco nella mia camera, non prima di ricordare ai miei due coinquilini la cosa. << Ruari, Mike...stasera suono con il gruppo al Dragon...so che non è proprio un locale "normale", ma se vi va...beh, io sono li! >>

    Poggio la custodia a fianco del letto, osservandola affondare nelle soffici lenzuola generate magicamente dalla tela dei piccoli ragnetti con cui condividiamo quest'interstizio nella Siepe. Non nego che il ribrezzo iniziale fosse molto forte...il ricordo di quei momenti, passati nella Siepe, sono ancora vividi...ma tuttavia le cose si sono dimostrate decisamente a nostro vantaggio. Il posto è tranquillo e abbastanza confortevole, ottimo rifugio dopo tutto quello che è successo. Se le nostre nature fatate non fossero costantemente presenti, quasi verrebbe da dubitare dell'intera Cadwallion, e dell'esistenza di altri Changeling. Il mese trascorso senza incontrar nessuno è volato, ma la sensazione che ci fosse sempre qualcosa dietro ogni ombra era onnipresente.

    Maglietta, pantaloni della tuta e biancheria vengono gettati senza troppa cura sul letto, mentre mi reco in doccia. Per questa sera dev'essere tutto perfetto...

    L'acqua calda scivola sul mio corpo, e sui miei pensieri. Con Mike, e soprattutto con Ruari, le cose stanno proseguendo bene. La luminosa è decisamente di ottima compagnia, anche nel gestire le piccole cose...ed io...ho imparato tanto. Mi sono rafforzata, è vero. Qualcosa di più di questo nuovo mondo è alla mia portata. Ma lui sembra sparito. Nessun confronto, una cosa buona...ma come affrontare ciò che non c'è, ciò che non si vede? Ho deciso di aspettare a muovermi, per affrontar prima le conseguenze dell'attacco alla Corte di Dublino, ma ora il tempo trascorso mi par sufficiente. Siamo in pericolo, ma non è possibile vivere continuamente in una bolla. Ormai è il momento di mettere in atto ciò che voglio.

    Nuda, lascio orme bagnate sul pavimento, mentre torno al letto. Ancora avvolto nel cellophan, il vestito di questa sera. Più di metà tra mance e compensi sono volati via nel suo acquisto. Un tubino di seta e lino, rosa, molto semplice ma aderentissimo, spalle scoperte, nessun reggiseno, giusto una collana di pietre verdi per contornare il tutto e scarpette bianche a laccetti. Decisamente di classe, ma anche molto seducente.
    Leggera acconciatura di capelli, tenuti mossi e sciolti, un filo di trucco e di rossetto, una controllata allo specchio e sono pronta.

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    Recupero il cellulare. Dopo una decina di squilli, William mi risponde.
    << Will, ciao, sono io...Senti, tu e gli altri andate direttamente al Dragon. Io ho un paio di cose da fare in zona, a due passi dal locale. Ci vediamo all'ingresso! >> Dati i rumori di sottofondo presenti, forse a causa della Siepe, ripeto un paio di volte la frase a William, per esser sicuro che abbia capito e, una volta d'accordo con lui, dò un occhio all'orologio.

    Ormai sono le sette passate. Rollo una sigaretta, inserisco borsello, cellulare e due cavolate nella borsetta ed esco.

    << Come sto? >> chiedo loro, mostrando il vestito, e facendo una piroetta su me stessa.

    << Che fate allora? Venite dai! Il Dragon è a 100 metri da qui, potete accompagnarmi e sentir i pezzi...ci sarà molta gente e anche le occasioni per raccogliere Malia non mancheranno...vi offro da bere! Sarà una bella serata! >> la gioia per la "prima" traspare dalla mia voce, così come la speranza che i due unici miei amici siano presenti...

    SPOILER (click to view)
    nuovo font utilizzato, Jose Fernandez: http://www.dafont.com/jose-fernandez.font


    Edited by Melisande - 28/9/2009, 14:55
     
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  4. Stramarvelous
     
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    Il Rifugio...Quello che un tempo era stato un semplice buco al di la del muro, ora, grazie al conmtributo del suoi amici e all'opera incredibile degli aracnidi, era una casa.
    Forse sia come edificio che come luogo, finalmente un luogo personale, confortevole e privato, nel quale vivere e sopravvivere insieme a Maya e Ruari.
    Il Legame con loro si stava rafforzando, dopo le esperienze passate Mike sentiva per loro sentimenti liberi e forti, che rendevano l'atmosfera e il suo lavoro ancor piu tranquillo ed efficace..
    Nonostante dovette far fronte ad iniziali imbarazzi ed attenzioni differenti, per evitar di continar ad entrar nei bagni senza bussare, o per ricordarsi che girar in casa nudi non era il caso, la convivenza diveniva sempre piu salda e serena..
    Mike sorrise mentre con una vecchia macchina da scrivere poneva le lettere FINE sul suo ultimo racconto..

    Il Cuoco di Fate
    Era l'ultima sua piccola e breve opera,intrisa di suspance e macabro senso della narrazione, dove una bambina salvava una fatina dalle grinfie di un grosso, grasso ed unto gigante che cucinava le fatine per i suoi commensali...
    "Se quell'essere sapesse che ho scritto di lui...se tutti sapessero che ho scritto di loro.."
    Mike sorrise..Era l'ora di consegnare il lavoro, solito posto,Book Upstairs , per la cifra solitamente stabilita...Non molto ma abbastanza per vivere, grazie anche ai lavori extra che stava facendo da tempo...Questo lavoro però serviva da tramite, per il suo libro...eran mesi che lo scriveva e il lavoro proseguiva alla grande, ma le difficoltà di esser considerato un neofita della scrittura (seppur molte ottime critiche iniziavano a piovere dai lettori sempre piu appassionati ai suoi racconti) era un ostacolo non da poco...
    Mike prese i fogli e si alzò, guardando l'incantevole figura di Maya nel suo vestito nuovo..
    Lo scrittore balbettò parole senza senso, arrossendo leggermente per l'imbarazzo..Ne era ancora capace, dopo tutto..

    <<maya....sei splendida......davvero...Io ci sarò di sicuro, non mi perderei mai il tuo debutto....>>
    Sorrise e cercando di distoglier lo sguardo da Maya si voltò e nello stesso istante in cui il suo sguardo ricadde su quello di Maya, il suo aspetto era totalmente cambiato...
    Grazie alla sua abilità innata, Mike prese l'aspetto di Ossian, ma l'ossian scrittore, coperto da questo pseudonimo per vendere...
    Da quando aveva preso questa decisione, usava sempre questo aspetto per vender i suoi racconti, quello di un passante incontrato per caso durante uno dei suoi lavoretti nei pub..aspetto ovviamente modificato per aver grandi somiglianze, ma non esser uguale all'originale..

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    <<devo passar dalla libreria...Poi verrò direttamente al Dragon ok?>>
    Sorrise ancora ma questa volta non lo fece Mike O'Bannon, ma Ossian....strizzando l'occhio alle sue compagne..

    Edited by Gormenghast - 14/10/2009, 10:23
     
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  5. Azeot
     
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    La porta si richiuse dietro le spalle dell'uomo di ghiaccio. Rimase in piedi qualche attimo davanti alla soglia, accanto ad un vecchio appendiabiti; era giunto il buio, prima di quanto fosse giunto il giorno prima, e di quello prima ancora. Sulla carta c'era scritto che l'accorciamento delle ore di luce era minimo a distanza di un giorno, pochi secondi, ma ad Alex sembrava che il cambiamento fosse enorme, improvviso. Si ricordava dell'ultimo giorno in cui il sole era stato alto fino a sera come se fosse stato ieri. Ora le uniche luci erano quella del bagno, dove Lily si stava preparando, e la luce di un lampione dell'altra parte della strada, che fievole entrava dalla finestra e illuminava la vecchia cucina economica. La chiave girò nella toppa, con leggera difficoltà. Il legno scricchiolò, poi uno scatto e tutto era a posto. Perciò che non ricevesse accidentalmente colpi, con un piede spostò una bottiglia di vetro appoggiata in angolo accanto alla porta: il suo dispositivo di allarme. Niente di eccezionale, lontano da qualsiasi tecnologia moderna, ma ugualmente efficace in locale di tre stanze, bagno e camera da letto inclusi. In realtà era un cesso integrale, ma sembrava che per un po' fossero costretti ad accontentarsi. Era una situazione temporanea, si era ripetuto più volte. Giusto il tempo di assestarsi, raccogliere soldi, scoprire che cos'era successo quella notte in cui ogni cosa era andata a puttane. Era solamente una situazione temporanea, un'esigenza che prima o poi avrebbe cessato d'essere, come tutte le altre esigenze. Bisognava sola aspettare e darsi da fare.
    Mentre sorrideva a Lily, si sedette sul divano marrone a destra dell'entrata, per riposarsi un po'. Ma era un sorriso poco divertito, per niente felice, e la stanchezza più di quella che voleva dar a vedere.
    Non perché non gli facesse piacere vedere Lily. Aveva invece cominciato a provare un certo affetto per lei, come un fratello maggiore che si ritrova con una sorellina appena scoperta a cui badare. Era l'unica traccia di colore e allegria in una situazione dove tutto sembrava svanire nel nero, un'ancora di "normalità" e bellezza in una situazione che non aveva nulla di tutto ciò. Ma era fuori posto. Non era quella la casa per lei, né quella la sua vita. Solo Dio, se veramente esisteva, sapeva cos'aveva subito quella ragazza in passato, ma sapeva anche che avrebbe meritato di meglio rispetto ad un buco puzzolente nella zona degradata di Dublino, durante un periodo in cui la feccia dell'umanità vomitava sé stessa in ogni angolo di quel grande sistema creato dagli uomini chiamato "civiltà". Non che gliene fregasse molto a Loro Signore, poi, ma quello era un altro discorso.
    Era una cosa a cui pensava praticamente ogni santo giorno, ogni volta che tornava a "casa" e vedeva lei, sempre allegra, sorridente. Non era giusto che fosse così per lei, ma nemmeno per lui stesso. Tutto gli ricordava troppo nitidamente un'altra vita, di un altro Alex nemmeno maggiorenne, da qualche parte in un'altra epoca. E questo lo faceva infuriare.
    Ma non questa volta. Non poteva permettersi, quella sera, di ritirarsi un beato isolamento, di restarsene solo con sé stesso a meditare con efficiente pragmatismo su ciò che avrebbe dovuto fare il giorno dopo, su come spendere e risparmiare il denaro, su come migliorare la propria condizione, su come raccogliere informazioni riguardo all'"evento", rifiutando e sopprimendo senza riguardo ogni deviazione verso i ricordi, le preoccupazioni e le speranze, alla rabbia e alla frustrazione. Niente di tutte queste emozioni, di tutto questo rimuginare su ciò che era avvenuto era consentito, se volevano sopravvivere.
    Quella sera faceva però eccezione, con la differenza che pur sempre nella prudenza e nei limiti dell'accettabile Alex si sarebbe dovuto sforzare di essere felice per la felicità di lei, spensierato per la spensieratezza di lei, vivo per la vitalità di lei. Ma cosa più importante di tutte, appena uscito da quella soglia che aveva da poco varcato avrebbe dovuto tenere gli occhi ben aperti.
    Ma, come c'era scritto sul volantino di quella famosa cantante irlandese di musica celtica? "Quando cammini sulle colline spazzate dal vento e sulle spiagge infinite del Donegal, tutto ha un senso".
    Se fosse stato veramente così, Alex vi si sarebbe precipitato anche a piedi.
    << Ciao, sono tornato. >>

    Edited by Gormenghast - 14/10/2009, 10:22
     
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  6. Jolirouge
     
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    Ruari si stiracchia languidamente nella sua poltrona-bozzolo. Deve ammettere che i bizzarri amichetti di Mike non se la sono cavata affatto male. Inizialmente, la ragazza aveva quasi rifiutato di mettere piede in quel covo di aracnidi, soprattutto dopo la traumatizzante esperienza vissuta non molto tempo prima, quando era rimasta prigioniera per chissà quanto tempo di quelle creature a 8 zampe, anche se di dimensioni decisamente più grandi.
    Poi, con un estremo sforzo di volontà, aveva accettato la sua nuova abitazione, considerando che era l' unico rifugio che potesse avere.
    Fortunatamente era riuscita a vincere gran parte del ribrezzo e della paura in poco tempo, e adesso si trovava QUASI del tutto a proprio agio.
    Inoltre, la convivenza con Maya ed Ossian non va male. Anzi.
    Se inizialmente Ruari aveva pensato che il rimanere sul chi va là nei loro confronti fosse la cosa migliore, ora si rende conto di iniziare a fidarsi davvero di loro, anche se ancora molti interrogativi le girano in testa circa la loro identità e le loro esperienze. Ma ogni cosa a suo tempo.
    Il ragazzo-specchio è costantemente preso dalle sue scritture, e più di una volta Ruari ha allungato l' occhio incuriosita da che cosa potesse scrivere 'Più tardi gli chiedo se mi lascia leggere qualcosa' pensa, anche se non pensa di ricevere un rifiuto; Mike è sempre gentile e pronto a donare un sorriso, e questo all' Alba non dispiace affatto.
    Anche i rapporti con la ragazza-rosa sono migliorati.
    Nella Siepe Ruari aveva avuto qualche piccolo screzio con quella donna, che le era sembrata in più di un' occasione fredda e opportunista. Ma col tempo aveva intuito che c' era molto di più da sapere di Maya sotto quella sua specie di maschera insensibile 'E ora mi sta perfino simpatica' sorride tra sè.

    << Che fate allora? Venite dai! Il Dragon è a 100 metri da qui, potete accompagnarmi e sentir i pezzi...ci sarà molta gente e anche le occasioni per raccogliere Malia non mancheranno...vi offro da bere! Sarà una bella serata! >>

    Ruari posa la rivista che fino a quel momento stava catturando tutta la sua attenzione. Una Maya tutta rose e sorrisi invade il suo campo visibile "Hmm..." finge di pensarci su "Okay...mi hai convinta. Vengo con te"
    Con leggerezza la ragazza si alza e si dirige velocemente verso il bagno "Cinque minuti il tempo di docciarmi e infilarmi qualcosa di carino e ci sono!" urla prima che il rumore scrosciante della doccia copra le sue parole.


     
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  7. Gormenghast
     
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    Le mani di Ossian raccolgono i fogli sparsi sulla scrivania mentre, ormai con sempre maggior naturalezza, il Darkilng evoca la Malia dentro di sé; i frammenti di specchio si fondono e si crepano nuovamente, come un'agitata superficie di ghiaccio riflettente indecisa se congelare o sciogliersi definitivamente, Lo spettacolo dai cangianti riflessi che pervade il volto del Changeling ha presto termine, con risultato che ora il suo volto composto da frammenti di specchio mostra una diversa fisionomia alle compagne che lo osservano. Per chi non ha occhi capaci di perforare la maschera - Mike ormai ne è certo - ben difficilmente qualcuno potrebbe riconoscere lo scrittore O'Bannon nel volto di quel "Signor Qualunque" creato dal nulla.

    Salutando Maya, ormai pronta, e sollevando la voce per superare il rumore dell'acqua scrosciante della doccia quando si rivolge a Ruari, Ossian sfiora appena con la punta delle dita il Portale di tralci ora chiuso. L'intrico vegetale si districa lievemente, permettendogli di controllare che nessuno sia presente dalla parte opposta; una volta certo di ciò la sua mano affonda fra i viticci, seguita dal resto del corpo. Il Darkling si risolleva, ora avvolto dall'oscurità fitta del vicolo e semicelato da un cassonetto dei rifiuti posizionato a poco più di un metro dall'entrata del Rifugio. In contrasto con il crepuscolo fatato della Siepe qui le tenebre appaiono dense agli occhi sensibili del Changeling, talmente dense che per un istante l'aria gli appaia decisamente più pesante di quella appena respirata al di là del varco. Un brivido percorre le braccia di Ossian nel percepire la sua affinità con quelle ombre; un'intimità nata durante un periodo la cui memoria continua a sfuggirgli, lasciandolo a domandarsi cosa sia davvero accaduto e cosa la semplice eco di un incubo notturno.

    I passi del Darkling sono piuttosto sicuri nel suo ambiente naturale, rallentando solo quando la luce dei lampioni fora le tenebre con i suoi bagliori giallastri. Dame Street è quasi deserta, a parte qualche figura in rapido passaggio e un esiguo crocchio in attesa alla fermata del bus. Anche le macchine paiono sfrecciare più veloci, investendo con i propri fari la schiena di Ossian per poi lasciarlo nuovamente nella penombra. Una macchina della Garda scivola lenta sulla strada e, mentre Mike procede col capo leggermente chino e le mani in tasca per proteggersi dal freddo, resiste all'impulso di ricambiare lo sguardo del poliziotto che sicuramente si sarà fissato su di lui nel passargli affianco.

    Senza accelerare Mike raggiunge i tre gradini innanzi alla porta in legno e vetro della libreria, da cui fuoriesce la luce calda che ne riempie l'interno. Senza esitare l'Uomo di Specchi spinge la maniglia, scambiando un sorriso con l'attempato commerciante che ora si trova in cassa.

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    Finita la doccia rigenerante, per Ruari non è questione di molto prima di ritenersi pronta per uscire. Il suo modo di fare pratico e l'abitudine a non truccarsi molto per via del suo vecchio lavoro fanno si che in meno di venti minuti le due fatate siano pronte per abbandonare il Rifugio e incamminarsi verso la propria destinazione.

    Raccolto il necessario, Amber e Ruari varcano la soglia allo stesso modo di Mike un paio di decine di minuti prima. Avvolte come sono nell'oscurità, per Maya è nuovamente impossibile non cogliere il fine bagliore che la sua compagna emana. Per quanto impercettibile alla visione umana, la luminosità di Ruari sembra irradiarsi da tutta la sua superficie corporea e pare aumentare ogni qual volta le tenebre attorno a lei si infittiscono. In tutto ciò, comunque, lo spettacolo migliore è visibile nei suoi occhi, laddove il turbinio dei colori pastello tipici dell'alba dona al suo sguardo una profondità e una bellezza decisamente insolite.

    Il tempo per la valutazione estetica è tuttavia limitato a un attimo, superato il quale le due Changeling si iniziano ad incamminare verso South Great George Street con un passo abbastanza rapido per non attardarsi ma non troppo rapido per non sembrare timoroso. Nel procedere lungo le strade della città il cuore delle due fanciulle ha una singola accelerazione quando un gruppo di tre figure emergono lungo il marciapiede da una zona scarsamente illuminata dai lampioni, venendo loro incontro. Tre uomini, a stabilirlo dalle dimensioni, affiancati l'uno all'altro. La stretta del braccio di Maya si fa leggermente più forte attorno al gomito di Ruari, quasi un riflesso condizionato all'atmosfera gelida e poco rassicurante che si respira nella capitale. A pochi metri di distanza, fortunatamente, le due fatate possono vedere che le tre figure appartengono a ragazzi sulla trentina dal volto pulito, più interessati a raccogliersi nelle proprie giacche contro il freddo che ad altro. Un varco si crea, attraverso il quale Ruari ed Amber passano senza problemi.

    Un sorriso rassicurante viene scambiato fra le due, come a volersi tacitamente ricordare che va tutto bene. Senza altri particolari avvenimenti le due raggiungono l'edificio vittoriano che ospita il Dragon, davanti al quale un nutrito numero di ospiti attende l'ingresso. Il popolo del Dragon non si smentisce: da numerose coppie di uomini, inframmezzate da qualche drag queen e un paio di agghindatissimi transessuali, un coro di voci e risate si leva, quasi a voler scacciare il freddo intenso che le stufe a fungo non riescono ad eliminare del tutto. Il volto di qualche sparuta donna si intravede fra la folla, spesso e volentieri associato a capelli corti o a qualche nuovo taglio alternativo. Un abbigliamento strettamente casual e uno sguardo totalmente disinteressato agli uomini attorno completano la descrizione della clientela femminile abituale che frequenta il rinomato locale gay di Dublino.

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    "Alex!"

    Il richiamo esuberante della ragazzina risveglia l'uomo di ghiaccio dal torpore che lo stava avvolgendo, attirandolo a sé in un sonno senza sogni e lasciandolo sprofondare leggermente nella malmessa poltrona su cui si era appena seduto. Nell'aprire gli occhi con sin troppa difficoltà il changeling rimane qasi confuso dalla visione caleidoscopica che gli si para di fronte: sneakers blu, calze a grosse strisce viola e nere sotto una vaporosa gonnellina verde pallido e un maglioncino dorato sotto una giacchetta di jeans rossa ricoperta da tutte le spillette che Alex è riuscito a procurare in seguito alle continue richieste della fanciulla. Il trucco sul volto di Lily è altresì colorato, nei toni del verde e dell'azzurro; il suo singolare volto fatato risplende ancor di più per via del glitter presente sulla sua superficie e del gloss sulle labbra sottili. I capelli sono acconciati in due code laterali che ondeggiando ad ogni movimento del capo ed ad ogni saltello che l'esuberante ragazza compie, lasciando intuire in tutta quella gioia quanto la sua necessità di lasciarsi circondare dagli umani e saziarsi con le loro emozioni fosse divenuta pressante.

    Con uno sforzo di volontà l'Elementale si solleva dalla poltrona e si dirige in bagno, dedicandosi ad una spartana doccia e investendo nella toelette il tempo necessario per acquisire un'aria almeno presentabile. Rivolgendo il suo sguardo allo specchio dopo essersi rasato, Alex non può che provare un minimo senso di soddisfazione nel vedere la sua pelle ghiacciata nuovamente liscia e rilucente, priva dello scuro velo di barba che ne deturpa la perfezione verso quell'ora della sera. Il Changeling indossa abiti semplici e puliti ed esce dal bagno pieno di vapore, percependo con piacere la freschezza dell'aria al di fuori di esso. Lily lancia un urletto di gioia, consapevole che il tempo dell'attesa può dirsi concluso.

    I due escono dal piccolo appartamento e, dopo aver chiuso la vecchia serratura, si incamminano lungo il corridoio a cui si affacciano le porte di ingresso di tanti altri cubicoli come quello in cui abitano. Oramai le loro orecchie sono abituate alle urla di ubriachi e rabbiosi uomini o di donne portate all'esasperazione che le sottili mura del palazzo non sono in grado di smorzare, oppure al lamentoso pianto di qualche bambino malato. Spesso, svegliato nella notte da un pianto particolarmente sofferente ed acuto, Alex si è persino ritrovato a pensare a quanto non sarebbe strano che i Bean Sidhe, le fatate Banshee della tradizione popolare, esistessero davvero e preannunciassero la disgrazia ai poveracci che ne avrebbero udito il funebre lamento.

    L'attesa dell'autobus presso la fermata più vicina, vandalizzata da writers e ubriachi in vena distruttiva, è fortunatamente breve; per quanto Alex non soffra il freddo, il suo sguardo non può che posarsi su Lily e al modo in cui tenta di avvolgersi nella sua leggera giacchetta. Maledicendosi silensiosamente per l'incapacità del suo corpo di fornire calore e del fatto che i soldi per comprarle una giacca pesante scarseggino, l'Elementale richiama l'attenzione dell'autista del bus appena questo fa la sua comparsa. I due salgono al piano superiore e si siedono davanti. Lily si riprendende abbastanza in fretta dal gelo e torna ad essere esuberante e loquace, rendendo il viaggio più tollerabile grazie al suo contagioso stato d'animo.

    E' così che i due discendono dal bus non appena questo raggiunge la fermata in Dame Street, a ben poca distanza dalla chiassosa Temple Bar e dalla più tranquilla Great George Street.


    Edited by Gormenghast - 14/10/2009, 11:13
     
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  8. Melisande
     
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    << Gli altri dovrebbero esser qui a momenti... >> la ricerca dell'accendino nella borsetta è una sfida << ...portiamoci verso il buttafuori, almeno quando ci siamo tutti si salta la fila e si entra... >>

    L'aria fredda monta la pelle d'oca, mentre mi stringo nelle spalle...il vestito di certo non tiene caldo. Lo sguardo vaga sulla folla in attesa, soffermandosi sia sulle ragazze presenti, sia attento nel percepire facce conosciute o, perchè no, altri changeling.

    << Chissà perchè in questo mese non siamo riusciti a veder nessuno...questa situazione è decisamente strana, no Ruari? >> ampia boccata << ...non so perchè, ma avverto una strana sensazione di vuoto... >> sorrido ad una ragazza che già diverse volte ho notato nel locale, decisamente sopra la media. Con un gesto della mano le faccio segno di passare più tardi per bere qualcosa, ricevendo un occhiolino e un sorriso di risposta.
    << La vedi quella? Forse potrei combinarci qualcosa stasera...e non guardarmi così! >> è il commento ilare al sopracciglio di Ruari che si alza << ...intendo magari sfruttare ciò che ci lega alle persone...un patto, magari... >>

    L'ultima parte della frase è detta quasi in un sussurro, chinata in avanti verso l'orecchio della Pulcherrima.
    << Comunque sono contenta che sei venuta...ultimamente ti eri troppo circondata di vecchietti! >> è con un sorriso che scosto una ciocca di capelli ribelli dall'orecchio di Ruari, causando l'involontaria reazione di quest'ultima << eheh, su scherzo, scherzo! >>
    SPOILER (click to view)
    Maya chiacchiera con Ruari, e si guarda intorno per ricercare eventuali segni di changeling o facce particolari (tiro percezione)
     
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  9. Stramarvelous
     
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    Ossian sorrise al commerciante, amico e conoscente da una vita..Quella era stata la sua prima libreria, quella a cui era rimasto piu affezzionato, e quella a cui consegnava in anticipo i suoi libri.....
    Un ombra si mosse, nascosta dal velo che ora rappresentava quel "Signor Nessuno", e soffrì in silenzio..
    Ora quel "Signor Nessuno" era agli occhi del commerciante Ossian, lo svcrittore che amava restar nell'anonimato...

    <<buongiorno "Capo"..>>
    Ossian sorrise ancora e sventolò i fogli ancora caldi di macchina da scrivere...
    <<lo so che son osoleto..ma cosa c'è di meglio del rumore dei tasti, o del profumo dell'inchiostro...o delle macchie sulle dite quando si cerca di sbloccare il nastro!>>
    Il sorriso era sempre li, quale maschera migliore di una sorridente e sfacciata, che ride davanti a tutto....che c'è di meglio per celare dolori e sofferenze nascoste sotto miriadi di specchi?
    Questa era solo una parte della sua vita, ma voleva tenersela stretta...l'aspetto economico era importante, ma soprattutto la possibilità di ritornare alla ribalta come scrittore...e recuperare le forze che governavano la sua vita da sempre..


    Edited by Gormenghast - 14/10/2009, 10:24
     
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  10. Jolirouge
     
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    Ruari osserva con curiosità la folla che le si para davanti, e un mezzo sorriso le increspa le labbra alla vista di un appariscente transessuale dal parruccone biondo, la minigonna succinta e due paia di tornite gambe tutto fuorchè femminili. Il suo sorriso si fa completo quando infine sente la voce del soggetto, evidentemente coinvolto in un' animata conversazione con una delle persone lì intorno 'Con quel vocione saprebbe far sciogliere qualsiasi donna' pensa divertita.
    Tuttavia la sua attenzione è presto catturata dalle parole di Maya "E' vero..." mormora "Ma penso che gran pochi possano vantare un rifugio come il nostro...probabilmente saranno andati a nascondersi nei posti più disparati..." si interrompe notando lo scambio di intese della sua compagna con un' altra donna poco più distante. Certo, aveva intutito che Maya provasse attrazione per il suo stesso sesso, anche se non le lo aveva mai detto direttamente. Ma, un po' dai discorsi scambiatesi in quel mese di convivenza, un po' per l' inequivocabile scelta di quel locale, ormai Ruari non poteva avere più dubbi.
    Ed è sul filo di questi pensieri, che l' Alba rivolge involontariamente alla ragazza-rosa uno sguardo al contempo diffidente e incuriosito.
    <<la vedi quella? Forse potrei combinarci qualcosa stasera...e non guardarmi così!>>
    "Così come?" spalancando ancor di più gli occhi aranciati, Ruari ostenta ingenuità "Non ho visto nulla io!" scherza, ma nel frattempo Maya le si è fatta più vicina (tanto vicina da riuscire a sentirne il delicato profumo) e quando le sposta maliziosamente una ciocca, l' alba automaticamente fa un incerto passo indietro.
    Tuttavia il disagio si dissolve presto notando lo sguardo scherzoso della compagna, e sbuffando con finta esasperazione, Ruari ritorna a studiare l' ambiente circostante.

    SPOILER (click to view)
    posso usare una proprietà per percepire o notare la presenza di altri fatati se ci sono? se sì, la uso!
     
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  11. Melisande
     
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    L'espressione, dopo le prime parole di Ruari riguardo ai Changeling, torna per un istante seria << Non saprei Ruari...noi ci siamo nascosti, ma per vivere siamo stati costretti ad uscire...e nessuno si è fatto vedere, è comunque passato un mese. Non solo chi conoscevamo di Cadwallion, ma anche chi, ipoteticamente, l'ha distrutta. Lord Mane parlava di strane coincidenze riguardo qualcosa, tra cui il nostro arrivo...la vecchia nella sua profezia non ha accennato a nulla riguardo eventuali conseguenze...e tra i membri della Corte...beh, nessun movimento in quei pochi giorni del nostro soggiorno, ha fatto presagire attacchi o simili. Qualunque sia la verità, non sappiamo assolutamente nulla... >> le parole di Ruari, tuttavia, hanno senso << ...forse esiste un altro posto, in città, dove chi si è salvato ora è nascosto...ma mi chiedo...perchè non cercarci? Il Reggente della Corte d'Onice...chiunque sia, sono sicura che sa della nostra missione...perchè quindi nessuno si è dato da fare per ritrovarci? Siamo forse sotto osservazione? Anche Jane è sparita...neppure una notizia da parte sua o della sua Corte...non so proprio che pensare... >>

    Quasi senza accorgermene, il mio corpo è contro quello di Ruari, mentre le parole, sussurrate alle sue orecchie, sono nascoste dalla massa dei nostri capelli intrecciati. Qualche risolino, alle mie spalle, risveglia la parte razionale di Amber, che si scosta. << Hai davvero un ottimo profumo, dolcezza... >> commento, guardando però non la Pulcherrima, ma nella direzione da cui sono giunte le risa. << Ma meglio abbandonare certi discorsi, per ora...a quanto pare rischiamo di dare spettacolo! >>

    Sperando che Ruari stia al gioco, riprendo a fumare, mentre vago con lo sguardo. Nel momento di massima affluenza nel locale, potrei tentar qualcosa, in effetti...
    Scaccio il pensiero, tornando alla mia amica << Scusami per prima. Sei una bellissima donna, e non è facile, neppure inconsciamente, starti lontana. Neppure la piccola parentesi con Witter ha sopito l'attrazione che provo nei confronti del gentilsesso...cercherò di non metterti nuovamente a disagio... >>

    Spengo la sigaretta sotto al tacco, ormai sono le 8. "Ma dove cavolo sono gli altri?"
     
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  12. Jolirouge
     
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    "Nessun disagio, io...sono solo stata presa un attimo alla sprovvista, davvero..." Ruari scuote il capo, poi sorride debolemente a Maya "Stavo quasi per dirti che sono già fidazata, ma la battuta mi è morta sul nascere. Sai, ora come ora non lo so nemmeno più. Ora che ci penso..." si interrompe bruscamente. I pensieri in cui sta cadendo sono troppo dolorosi e inquietanti per potersi lasciare sopraffare. Quando sarà il momento, Ruari penserà anche alla sua identità rubata.
    "Comunque...sì, l' unica cosa sensata è proprio che tutti gli altri si siano nascosti da qualche altra parte. Poi, sul perchè nessuno sia venuto ancora a cercarci, non saprei dirti nemmeno io, Maya..."
    lo sguardo dell' Alba si fa pensoso "Inoltre non mi è ancora ben chiara questa storia della profezia su di noi...se siamo così importanti, perchè non cercare di contattarci, dico io? A meno che...non ci stiano mettendo alla prova in qualche modo?"
    si mordicchia un labbro "Qualcosa del tipo: sono gli eletti e quindi devono dimostrare di sapersi arrangiare, oppure: stiamo lontano dagli eletti altrimenti interferiamo con la profezia" Ruari guarda la sua compagna con un misto di divertimento e ironia "Non ho mai creduto alle profezie o ad un destino già segnato. Ma dati gli ultimi avvenimenti, sinceramente non sono più sicura di niente. Nemmeno delle certezze" una breve risata, per allontanare l' inquietudine.
    Poi, si guarda intorno anche lei "Dovrebbero arrivare a momenti...anche Ossian non dovrebbe tardare di molto, ormai..."
     
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  13. Azeot
     
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    Sceso dal bus, la prima che fece fu guardarsi attorno.
    Scrutare l'ambiente circostante, chi e cosa lo circondava era diventato ormai un gesto abituale, meccanico. Per alcuni brevi istanti i suoi sensi si espandevano, concentrati sull'analisi di ciò che gli occhi vedevano, le orecchie udivano ed il naso odorava; come in un momentaneo balzo indietro nell'evoluzione, quando l'uomo come ogni altro animale era una preda, la vita legata principalmente ai propri sensi e all'assenza di punti deboli evidenti.
    E se comunemente si pensava che la vita di un antico cacciatore fosse stata difficile e sempre in bilico, solo, nel nulla in mezzo a prede e predatori, non si immaginava nemmeno lontanamente quando fosse peggio quella di un changeling nel centro della civiltà occidentale, fra umani disposti a tagliargli la gola per qualche soldo e sconosciuti nemici fatati nelle notti di nebbia. Perché, poco ma sicuro, quella notte al giardino non erano stati semplici criminali ad attaccare l'edifico, e più ci pensava e più credeva che il suo sogno di quella notte e Lei fossero in qualche modo collegati all'evento.
    Fu probabilmente il grido di qualche gruppo di ragazzi già pieni di guinness a riportarlo alla realtà. Non si era accorto di essere rimasto ad osservare uno dei tre alberi piantati in mezzo al marciapiede, in uno di quei rari momenti in cui la mente volava via dal corpo e lo lasciava con lo sguardo fisso nel vuoto.
    Puntò lo sguardo per qualche istante sul gruppetto che percorreva barcollando la Upper fownes verso le fermate. Almeno due erano minorenni e non erano nemmeno le otto, ma sembravano aver bevuto più birra di un stifel da un litro all'Oktoberfest o all'Augustiner Bräu di Salisburgo. Problemi loro, pensò Alex, distogliendo lo sguardo disgustato da tutto quel concentrato di idiozia umana. Rivolse un lieve sorriso a Lily e si avviò vero il Temple Bar. Il luogo unico e ideale per cercare di passare bene la serata e di dare la possibilità alla ragazza di immergersi nel mare di emozioni umane che quella via sempre suscitava; e, non meno importante, uno dei pochi posti dove Alex poteva concedersi di rilassarsi un po' e lasciarsi andare anche lui per qualche ora, scaricando lo stress accumulato in tutti quei giorni.
    Non era più stagione turistica, ma una via come quella rimane sempre e comunque gremita di gente e controllata da qualche pattuglia di agenti, soprattutto il sabato sera. Anzi, la mancanza di turisti faceva sì che i dublinesi vi andassero più volentieri, anche se la temperatura non era delle più favorevoli. Il Temple Bar e gli altri Irish Pub offrivano volentieri calore, musica e birra a chi li chiedeva, ovviamente al giusto prezzo. Prezzo che quella sera Alex avrebbe pagato con i soldi che aveva messo da parte apposta per l'occasione. Anche se era riluttante ad ammetterlo, pure lui necessitava di comprarsi qualcosa di nuovo e sedersi al caldo con un boccale di birra davanti, non solo Lily. Cercava di risparmiare su tutto, dagli acquisti all'energia alla benzina della macchina rubata che, dopo la scomparsa del reale proprietario, si era tenuto per le situazioni di emergenza. Ma era una situazione che non poteva durare in eterno né per lui né per lei. Ancora più di quando erano umani, ora avevano bisogno del contatto con la gente per poter sopravvivere.
    Per ultimo, sperava vivamente di vedere qualche altro changeling in quella via. Avrebbe significato che almeno non erano rimasti soli. Doveva esserci qualcun altro in quella stupida città, qualcuno che sapesse che cosa era successo agli altri. Doveva.
    Chissà se quei tre che aveva abbandonato quel giorno davanti a tutti erano ancora vivi. Per la prima volta dopo molto tempo, se lo chiese.
     
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  14. Gormenghast
     
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    Mentre le parole volano da una Changeling all'altra, intente nello scambiarsi reciproche considerazioni sul fato che ha colpito la popolazione dei fatati di Dublino a voce sufficientemente bassa da non essere udibile da orecchie indiscrete, i loro occhi alieni scorrono sui visi nel piccolo crocchio di persone di fronte al locale. Molti sguardi vengono ricambiati, sguardi che non scorgono le fattezze inumane dietro la Maschera ma che sono più che in grado di notare l'inusuale bellezza delle due donne. I tratti di quei volti sono tuttavia uno più umano dell'altro, costringendo così le due Fairest a terminare con un briciolo di delusione l'infruttuosa ricerca dei propri simili.

    SPOILER (click to view)
    Non lancio i dadi perché fra la decina di persone vicino a Maya e Ruari di Changeling proprio non ce ne sono, anche tirando :P


    "Amber! Qui dietro!"

    La donna di rose si volta, riconoscendo la voce singolarmente roca di William. Da dietro la schiena del ragazzo, allampanato come sempre, spunta il dulcimer di cui va molto fiero. Avvicinandosi con passo dinoccolato il giovane accenna un sorriso a Maya e Ruari, da cui traspare in maniera evidente un certo impaccio; che questo sia dovuto ai suoi rapporti con le donne in generale o con quelle molto bene in particolare è una domanda a cui Maya non ha ancora avuto modo di dare risposta certa.

    Il musicista allunga un braccio sin troppo teso in direzione di Ruari dopo aver salutato Maya con un cenno del capo. L'Alba non può non notare lo sguardo intenso da dietro i capelli piastrati del ragazzo: uno sguardo che ha incrociato molte volte per via della sua bellezza ma a cui aveva in parte perso l'abitudine per via della sua...assenza.


    "Gli altri stanno scaricando gli strumenti sul retro...muoviamoci, qui fuori si congela!"

    Facendo strada, William conduce le due fatate lontano dal piccolo assembramento di persone di fronte al locale. I tre raggiungono il lato del locale e penetrano nel rettangolo di luce calda di un portone antipanico lasciato aperto per permettere il trasporto degli strumenti musicali da parte degli altri due membri della band. La sensazione di calore è immediata e piacevole, inducendo Maya e Ruari a togliersi le giacche. I preparativi nel piccolo stanzino sono a dir poco frenetici e i saluti sono volanti; la serata sta per iniziare.

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    Il sorriso in risposta alla battuta di Mike da parte del libraio è leggermente tirato e appena troppo breve, cozzando con il ricordo che lo scrittore serba dell'uomo. Con una punta di rassegnazione Ossian deve ricordare a sé stesso che il commeriante non riconosce Mike O'Bannon sul suo volto, ma solo un esordiente squattrinato e forse troppo ansioso di fare bella impressione per racimolare qualche soldo in più.

    Tirando fuori dalla cassa una busta, il libraio la consegna al Darkling; questi si trattiene il giusto prima di dare una rapida controllata ai soldi contenuti al suo interno, così da non rendere troppo evidente la necessità di quei soldi. Un paio di altre battute di rito e la promessa di tornare presto per il seguito sono le ultime parole che i due si scambiano, prima che Ossian si rimetta in strada e si diriga al suo successivo appuntamento.

    Avvolgendosi nuovamente nel cappotto il Changeling ripercorre a ritroso Dame Street. Il suo capo è leggermente chinato in avanti, sia per raccogliersi il possibile contro il freddo pungente quanto per non attirare gli sguardi su di sé.


    SPOILER (click to view)
    Tiro percezione (presenza+autocontrollo) 4 dadi: 1-6-6-8. 1 successo.


    Le sfere di cristallo in cui vortica costantemente vapore grigio al posto dei suoi occhi sono tuttavia ben attente a ciò che lo circonda; un'immagine, troppo rapida per essere messa bene a fuoco ma sufficiente per risvegliare l'attenzione del Darkling, si fissa nella sua mente al passaggio di un bus a due piani lungo la strada. Il mezzo si ferma una quarantina di metri più avanti, lasciando scendere le quattro o cinque persone ora seminascoste nell'ombra per la scarsa illuminazione di quel tratto di marciapiede.

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    Le strade sono buie e pure la luce dei lampioni pare brillare con meno intensità del solito, attirando i sensi sempre all'erta dell'uomo di ghiaccio. La sensazione tipica di quando il suo sesto senso tenta di avvertirlo spinge Alex ad osservarsi attorno. Deve essere qualcosa di notato a bordo del bus quando guardava svogliatamente fuori dal finestrino...ma cosa?


    SPOILER (click to view)
    Tiro percezione (presenza+autocontrollo) 5 dadi: 10-9-8-4-2; ritira 10: 6. 3 successi.


    Osservando il marciapiede sul lato opposto della strada lo sguardo di Alex si posa sulla figura che lo sta attraversando e che finisce dritta nella luce di un lampione, nel momento esatto in cui l'uomo di ghiaccio si focalizza su essa. Potrebbe essere un comune uomo avvolto nel cappotto, intento a raggiungere frettolosamente un luogo caldo e confortevole, se il suo viso lievemente argentato non riflettesse la luce in infinite direzioni e se i suoi capelli non ricordassero gli intricati ceselli lignei di qualche mobile barocco. Per Alex non vi è dubbio: quell'individuo è quello scrittore famoso, O'Bannon...quello che era partito per quella missione suicida assecondando i desideri della Corte D'Autunno e che, in un angolo della sua mente, aveva dato spacciato per certo.

    Invece eccolo lì, ora nella penombra fra un lampione e l'altro. L'unico altro fatato oltre a Lily che Alex ha avuto modo di incontrare dai terribili fatti avvenuti un mese prima...


    Edited by Gormenghast - 20/10/2009, 12:29
     
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  15. Melisande
     
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    << Non ti preoccupare >> faccio a Ruari << ...do una mano a sistemare la roba, poi te li presento meglio, magari davanti ad una birra! >> Detto questo aiuto gli altri a preparar gli strumenti, a settar gli amplificatori ed i microfoni. E' ancora presto per cominciare a suonare, quando tutto è a posto, per cui ci sediamo ad un tavolo nelle vicinanze del bancone.

    << C'è veramente poca gente stasera... >> commento << ...speriamo arrivino altri...che periodo del cavolo...comunque...a parte William che hai già visto e che suona la dulcimera, lui è Sam >> indico il ragazzo seduto alla mia destra << E' lui che mi ha prestato la chitarra, ed è bravissimo con la Drum Machine, la tastiera e il Bodhran, mentre il biondino qua è George, un mostro con gli strumenti a fiato e con il violino... >>

    Esaurite le presentazioni, il brindisi per la "prima" del nostro gruppo è d'obbligo, di fronte a schiumosi boccali di Stout. E dopo una piccola ripassata alla scaletta, i discorsi si fanno rilassati e ilari. L'attenzione rimane concentrata anche sulla gente che, piano piano, entra all'interno del locale. Sia per curiosità nell'osservare i volti delle persone, sia per scorgere Mike, che dovrebbe ormai giungere.

    Quando la vedo. Senza soprabito e cuffia.

    Lunghi capelli rossi, lisci ma voluminosi, circondano scompigliati il suo volto delicato. Venticinque, forse ventisei, anni di pura armonia. Occhi color ghiaccio, che risaltano ancor di più sotto l'effetto dell'eye-liner, un filo di fondotinta ed un rossetto color vinaccia, ad enfatizzare quelle labbra morbide e carnose.
    Vistosi orecchini dorati, di forma circolare, che lanciano riflessi sotto le luci del locale...braccia chiare, scoperte, poggiano delicatamente sul bancone. Il busto, leggermente inclinato in avanti, ad enfatizzare quella silhouette in tutta la sua bellezza. Seni sodi, non esagerati, avvolti da una canotta grigia aderente, semplice e seducente al tempo stesso. Jeans bassi, sorretti da una cintura di pelle nera dalla grossa borchia, e stivaletti lucidi con tacco a punta.
    Tra le mani giocherella con un bicchiere di liquido marroncino...whiskey forse, o rum. E, come prima all'ingresso, anche adesso par da sola.


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    "...uao..."

    << ...ber? Amber? Hey, ma mi stai ascoltando? >> la voce di Will riporta i piedi per terra. << Eh? >> mi volto verso di lui << No scusa, ripeti...ero con la testa tra le nuvole... >> non mi sfugge l'ironia dipinta sul volto di Ruari, che sicuramente ha capito il motivo della mia "distrazione".

    Riprendo la conversazione con gli altri, scoccando ogni tanto qualche occhiata verso la sconosciuta ragazza...
    SPOILER (click to view)
    considero quello narrato come massimo massimo una mezzoretta di tempo trascorso...se Mike non arriva o non succede altro, prima di andar sul palco continuo la parte con la tizia, per provare a patteggiare :P
     
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