Di Rose Scarlatte e Rovi di Spine

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Azeot
     
    .

    User deleted


    image

    Se le fate guardassero anche loro la tv. Chissà. Ma che razza di pensieri gli frullavano per la testa? "Se mi inquadrano allora dovrò sorridere e salutare" si disse, ironico. Se le fate guardavano la tv. Che idiozia. Non se le vedeva (perché, poteva infondo immaginare come fosse una vera fata? no) sedute su una poltrona a mangiare patatine e guardare la tv. Forse era meglio andare a lavoro: gli avrebbe impedito di farsi troppe domande dementi. Lì c'era poco da vedere: sicuramente avevano già rimosso il cadavere e presto non sarebbe rimasto nulla di nulla. Inutile pensarci ancora.
    Fece dietro front e imboccò la strada per i docks, sempre a passo sostenuto per recuperare il tempo perso. Era tranquillo, se non proprio sereno: ora più ci pensava, più si rassicurava di essere al sicuro. Davvero, con l'oscurità e quella nebbia, nessun poteva riconoscerlo. Era in una botte di ferro e quella sera sarebbe tornato a casa sua per prendersi, finalmente, un riposo degno di questo nome. Aveva diverse ore di sonno da recuperare e nemmeno un terremoto sarebbe riuscito a svegliarlo. O un incendio... meglio lasciar stare.
    Certo che, comunque, quella domanda non era del tutto scema. O meglio, portava ad un altro interrogativo più... interessante.
    Chissà se una fata, o un altro changeling, poteva vedere il suo vero aspetto, la sua liscia pelle di ghiaccio, attraverso una telecamera, o in una foto.
    Infondo, gli umani non potevano farlo; e telecamere e macchine fotografiche erano aggeggi umani. Una pellicola o un mucchio di pixel sarebbero riusciti a vedere ciò che agli umani sfuggiva? O... magari, sarebbe successo una cosa simile a ciò che accadeva con la vista su una foto o in un video: i changelings l'avrebbero riconosciuto, gli umani no. Gli sembrava improbabile, così su due piedi. Alla fine, un pixel non poteva cambiare colore solo perché era un umano o un changeling a guardarlo! Era più probabile che entrambi vedessero solo il suo aspetto umano. Fate comprese, probabilmente. Che gli umani potessero vedere il suo vero aspetto in una foto era da escludere. Rimaneva sempre il fatto che gli strumenti umani non potevano superare la... magia (non gli venne in mente una definizione migliore) che celava il suo vero aspetto.
    O si?
    Scosse la testa. Troppe domande. L'unica cosa che gli rimaneva da fare, era prendere una macchina fotografica (quando avesse avuto i soldi) e provare da sé. Certo che però la possibilità di essere visti da migliaia di umani dietro ad uno schermo televisivo era... inquietante. Anche se poteva sempre sostenere che qualcuno si divertiva troppo con Photoshop. Meno male che la giornalista non aveva deciso di intervistarlo.

     
    .
  2. Gormenghast
     
    .

    User deleted


    image
    Dalla sala giunge giusto qualche debole borbottio, che presto tace. Rispetto al solito timbro forte e deciso dell'anziano, la giovane Changeling non può che riconfermare la diagnosi espressa prima sullo stato di salute non ottimale dell'uomo.

    Dopo pochi minuti il bollitore fischia, diastraendo la Fairest dalle pulizie a cui si era prontamente dedicata. Ruari versa l'acqua calda nelle tazze in cui ha già inserito il colino ripieno di un'odorosa mistura di erbe, permettendo che il loro aroma si diffonda ancor di più per la piccola cucina. Dopo aver preparato un vassoio con l'occorrente, la fatata torna in sala per trovarvi l'anziano profondamente addormentato nella sua poltrona preferita. Preferendo lasciarlo riposare, Ruari appoggia il vassoio e approfitta del tepore della bevanda per scaldarsi mentre si dedica a stirare gli abiti ammonticchiati senza troppa cura su una vicina sedia.

    Il tempo trascorre in silenzio, rotto solamente dai sempre più frequenti versi emessi dall'uomo addormentato; il signor McLoughlin appare particolarmente bianco in viso, ed una leggera lucidità della pelle testimonia il fatto che sia probabilmente accaldato. Il suo stato non è sicuramente il più adatto ad uscire, oggi, ed anche Ruari inizia a percepire la stanchezza dovuta al sonno arretrato dovuta alla notte precedente. Peccato solo per l'evidente agitazione che anima i sogni dell'anziano: se il suo sonno fosse più tranquillo e il suo riposo più rilassato, la sua salute potrebbe anche trarne giovamento.

    image
    Nell'affollato ristoriantino le voci aleggiano ovunque, creando un clima caldo e rilassato che si contrappone nettamente al rigido inverno che attende fuori dalla porta e che si insinua nella sala ogni qualvolta la porta qualcuno entra o esce.

    Al tavolo delle due donne la conversazione rimane fra il serio e il faceto, permettendo alla Changeling di scoprire qualche dettaglio sulla vita della sua interlocutrice. Parlando di sé, Kelly lascia comprendere di avere un lavoro come impiegata presso uno studio amministrativo e di ritenersi una persona con la testa sulle spalle. Riguardo alla sera prima, pare che la giovane sia stata solo per la seconda volta al Dragon e che quello non è un locale che frequenti abitudinariamente; il lievissimo aumento di velocità della sua voce nel dire che in realtà sono state delle sue amiche ad averla trascinata e che, in realtà, locali di quel genere non siano esattamente il suo genere le fa chiedere subito scusa, nell'incertezza di aver offeso la Fairest.

    Quasi a scusarsi, Kelly ammette di non aver nulla contro gli omosessuali e di aver avuto a volte dei pensieri del genere, anche se ogni sua vera relazione sia stata con uomini; queste, tuttavia, l'hanno lasciata sempre più delusa ed amareggiata, inducendola a interrompere la ricerca di compagnia già da alcuni mesi. Un lieve sorriso illumina il suo viso per un istante, nel confessare questi dettagli intimi della sua vita; è un'espressione dolce e fragile, che lascia per un istante sconvolta Amber. Che sia per una reale somiglianza, o forse solo per la deformazione dei ricordi, alla Fairest pare di riconoscere Liriel in quel sorriso, impedendole per diversi istanti di parlare.

    A Maya non resta che dissimulare l'impatto che un solo sorriso può aver avuto su sé stessa e non rischiare così di sembrare ancor di più un'adolescente ragazzina avventata, soprattutto dopo l'approccio da fotoromanzo della sera prima. Con qualche parola per alleggerire la lieve tensione creata, la fatata si butta nella lettura della pagina spettacoli di un quotidiano abbandonato su un tavolo vicino; tra le inserzioni sugli spettacoli teatrali e piccole locandine dei film in programmazione nei cinema, la Flowering scorre la lista degli eventi della serata. C'è di tutto, dall'acid jazz al folk, dalla techno alla musica medievale, in locali che Amber conosce perfettamente. Tutti, tranne uno:


    Friday Nov 9th at PoD (Place of Dance): follow the
    leprechaun down in his Tribal Folk Techno hole.
    Hosting by Deelay, shiny special guests at Old Harcourt Stat. 35.



    image
    Fortunatamente per Mike, fra gli altri camerieri presenti sul furgone non aleggia una gran voglia di far conversazione, soprattutto per il fatto che li attende una giornata pesante e faticosa. Il relativo silenzio sul mezzo permette al changeling di non doversi sforzare di indossare la maschera di umanità necessaria per le relazioni sociali, permettendogli così di perdersi nei suoi pensieri.

    Forse aveva fatto bene, o forse no; quello che conta, dopotutto, è che lui e le sue amiche siano sopravvissute a quello che poteva rappresentare un pericolo. Ma la sopravvivenza vale perdere sé stessi? O è solo una scusa per poter credere che la propria vita valga più di quella degli altri?

    E' con queste pesanti riflessioni che il Mirrormask si accorge che il furgone è finalmente giunto a destinazione. il portellone viene aperto e, con alacrità, i preparativi per la cerimonia per cui è stato ordinato il servizio di catering iniziano a fervere. Sarebbe stato faticoso è stancante: giusto quello di cui aveva bisogno, per poter alleggerire la sua psiche dalle domande che lo hanno continuato a torturare incessantemente dalla notte precedente.

    image
    Alex calca la strada che lo separa dalla sua destinazione con passo sostenuto, respirando sempre più a pieni polmoni per via dello sforzo fisico di quella rapida camminata. La nuvola di vapore che la sua bocca emette in parte si dissolve nell'aria, mentre in parte si congela in finissimi cristalli di ghiaccio che precipitano al suolo.

    I pensieri dell'Elementale non smettono di attardarsi sulle riflessioni che la sua mente ha iniziato ad elaborare da prima: in quale modo la fisica del mondo può accettare quella forma di magia che pare concentrarsi attorno a lui, ai suoi simili e a quei posti che si trovano oltre la realtà nota agli uomini? Sarebbe mai stata spiegabile la diversa percezione che gli esseri umani avevano dei fatati, il cui vero aspetto è mascherato da quella Maschera di cui tutti davano per scontata l'esistenza? Per un istante un'idea terribile sfiora la mente dell'uomo di ghiaccio: e se, in realtà, quelli che si definiscono Changeling fossero semplicemente tutti pazzi? Se fosse una specie di allucinazione collettiva e se tutte le speculazioni fossero solamente il parto di menti malate che si sono convinte di vedere le stesse cose nello stesso momento?

    Alex si accorge solo dopo qualche secondo di essere fermo fuori dal cantiere presso cui sta lavorando da qualche tempo. Mentre è lì, fermo, con le mani in tasca e il cuore che ancora pompa energicamente sangue gelido nelle sue cristalline vene blu, un uomo grasso con un elmetto giallo canarino sulla testa lo vede e gli urla qualcosa. Riprendendosi, Alex, coglie l'ultima parte della frase:

    "...to d'ora, ragazzo! Di gente pagata per stare a guardare ce n'è già abbastanza, quindi vedi di muoverti a cambiarti e va sull'impalcatura nord a dare una mano! Che il diavolo colga pure te, maledizione!"
     
    .
  3. Melisande
     
    .

    User deleted


    image
    "Incredibile..." le sue parole, così semplici e ricche di incertezza, accompagnate da un sorriso in grado di sciogliere anche i cuori più freddi, riportano a galla tanti ricordi, di una gioventù non tanto lontana temporalmente, ma rivestita da un abisso di nostalgia, in seguito a tutto quello che era successo. Non avrei mai pensato di ritornare in una situazione simile, e credevo che l'essermi donata a Witter fosse un piccolo passo verso il tentativo di guardare con più distacco ai sentimenti, un modo per ottenere piacere senza coinvolgimento. Ma mi sbagliavo.
    Ciò che Amber ha sempre rappresentato, emerge dentro di me, donandomi quel brivido di incertezza e voglia di provarci, di vedere cosa è possibile recuperare di quel che è perduto, una marea che scopre quel che è celato sotto la sabbia di ciò che viene, normalmente, definito amore.

    << Sai... >> la fisso profondamente in quegli occhi di ghiaccio, così simili ai miei, con un sorriso di comprensione << ...sono stata educata in un ambiente profondamente cattolico. Non tanto i miei, quanto le suore del Mount Sackville...all'inizio ero spaventata di ciò che potevo diventare...puoi immaginare, era visto come qualcosa del tutto contro natura...ho provato e riprovato ad avvicinarmi ai ragazzi, ma senza successo. Ed è stato in quel periodo che incontrai una persona, con cui ho vissuto uno dei periodi più belli della mia vita...anche lei era piena di dubbi, di incertezze...entrambe in un mare di confusione. Ma siamo riuscite a stare a galla, a sorreggerci...non so, forse il fatto di essere entrambe ragazzine, con un modo di pensare bene o male simile...non so quasi spiegarti... >> una piccola pausa, mentre raccolgo i pensieri << sta di fatto che ad un certo punto, ci abbiam provato, e la cosa è riuscita...ogni persona è un mondo a parte, ma in certi momenti questi coincidono...e non si può mai sapere dove trovare questo incontro...anche per me...erano anni che non mi capitava una cosa simile, e ti assicuro, ieri sera... >> quasi senza accorgermene, il mio indice, lungo la pagina del giornale, sta sfiorando il dorso della mano di Kelly, appoggiata sul tavolo, mentre entrambe osserviamo le pagine di cronaca. Lo ritiro subito, non voglio assolutamente esser troppo diretta << ...ieri sera credo di aver liberato d'impulso tutto quello che in questi anni ho cercato di lasciar cadere...comportandomi come una sedicenne...ma la cosa non importa più, perchè sei qui. Sono contenta, molto contenta che tu abbia voluto conoscermi, non importa altro... >>
    La osservo, sguardo dell'una nell'altra. Posso udire il mio respiro, scorrere tra le labbra semidischiuse. So di esser rossa in volto, sento il cuore martellare nel petto, sento lo stesso profumo delle mie rose farsi più intenso, circondando noi due in una delicata coperta di fragranze.

    Intimità per intimità. Senza troppo cedere nel banale, cosa quasi impossibile in discorsi dove il sentimento si mescola con ciò che si vuole, le mie parole, scandite a bassa voce, riportano la verità di ciò che provai in gioventù, convinzioni nate anche dopo che con Liriel era tutto finito. << Anzi...manca ancora qualcosa...bisogna pur finire quel che si è iniziato... >> fermo la cameriera, che sta passando << due caffè, per piacere! >> A Kelly non sfugge un risolino, e la imito sincera, stemperando così quel velo di tensione dovuta all'aprirsi di due anime in cerca di comprensione.

    Scorrendo il giornale, nell'attesa del caffè, è sulla pagina degli spettacoli che si ferma l'attenzione, attenzione che si fissa su quel nome. In un locale, tra l'altro, sconosciuto. "Segui il Leprecauno in questo buco...Tribal Folk Techno..." si era parlato di Leprecauni giusto la sera prima. Un'altra, stranissima, coincidenza...

    E' la voce di Kelly a riscuotermi, per un secondo mi sono persa via. << Stavo leggendo qua, guarda...non sono mai stata al PoD, e stasera organizzano questa serata, musica folk tribale probabilmente remixata in chiave techno, anche se si capisce poco da questo avviso...che dici? >> innalzo un sopracciglio, mentre sorrido sia con gli occhi che con la bocca, dove deglutisco dal nervosimo... << ...è venerdì, siamo giovani...posso invitarti a ballare stasera? Se non hai altri programmi con le tue amiche, ovviamente. Senza impegni né aspettative...un'uscita tra donne... >> nella voce permea un tono di allegria, a mascherare la tensione e l'eventuale delusione in caso di una risposta negativa..."forse sto correndo troppo...ma allora non mi avrebbe neppure chiamata..."
    SPOILER (click to view)
    solita prova di persuasione :)


    Edited by Melisande - 13/4/2010, 21:40
     
    .
  4. Azeot
     
    .

    User deleted


    image

    "Immagino che l'abbia già fatto una volta. Se solo tu potessi saperlo, povero idiota..." Scosse la testa, per esprimere la propria sconsolazione e liberare la mente dai pensieri che l'avevano accompagnato lungo il tragitto. Se lui era pazzo, beh... era un pazzo decisamente fantasioso e masochista; ma averne la consapevolezza non l'avrebbe aiutato granché (concluse, liberandosi con semplicità del problema. Infondo, perché pensarci, si disse. Non sentiva ancora l'impulso di correre in mutandoni per la strada gridando con un tatuaggio in fronte, e questo gli bastava per non dubitare eccessivamente della propria sanità mentale. La vita andava avanti. E soprattutto, non aveva più voglia). Accantonò anche l'idea di fare una prova con una foto. Che idea stupida. Attualmente, pensò in uno slancio di ottimismo, sarebbe stato fortunato a mantenere il lavoro per un po' ancora. Meglio concentrarsi su quella dannata impalcatura.

     
    .
  5. Jolirouge
     
    .

    User deleted


    Ruari sente la spossatezza farsi strada man mano nelle sue membra. Sì, le poche ore di sonno iniziano a farsi sentire con prepotenza.
    Il signor McLoughlin si agita nel suo sonno tormentato. Ruari lo osserva per qualche secondo. Incubi dovuti a malessere? La ragazza si accorge di volerne sapere di più. "Se riuscissi a calmarlo anche solo un poco..." senza pensare troppo si avvicina all' uomo anziano, accoccolandosi sul divano vicino. Come un mantello la stanchezza la avvolge e sente la testa farsi pesante. Concentra tutta l 'attenzione sulla figura irrequieta davanti a sè.
    Istintivamente espande la sua percezione sotto forma di sinuosi tentacoli, in un modo molto simile a quello utilizzato nel locale dell' esibizione di Maya per assorbire il benessere della gente intorno...
    Appena avviluppa il corpo del signor McLoughlin, un improvviso legame con la coscienza del vecchio dà a Ruari l' impressione di essere risucchiata in un vortice di ombre che la catapulta repentinamente in..."Dove sono?!" ...già, dove?
    L' Alba si guarda intorno, contemporanemanete stupita e compiaciuta: perchè la dinensione in cui si trova adesso, non può essere altro che il mondo dei sogni di McLoughlin.

    SPOILER (click to view)
    allora, ruari usa la sua capacità di entrare nei sogni, quindi se ho scritto correttamente il processo, ora nn avrebbe problemi a sondare gli incubi che tormentano il vecchietto...
     
    .
  6. Gormenghast
     
    .

    User deleted


    image
    Nel relativo silenzio del modesto appartamento, in cui i suoni del traffico della strada non sono che un costante e sordo sottofondo che si mescola al tepore prodotto dai radiatori, per Ruari è facile lasciar scivolare la propria coscienza in un altro stato. Con un sorriso, la giovane sfiora con un lieve tocco la fronte dell'uomo che le è seduto accanto, facendo lo stesso alla propria con l'altra mano. Nel suo intimo, quel piccolo gesto è come un filo rosso che la fatata si trova a seguire dopo aver chiuso gli occhi ed essere sprofondata nell'oblio dei sensi.

    Nell'ampio salone, lungo e rettangolare, un'intera parete è composta da larghi ed alti finestroni, davanti a cui ariose tende di lino bianco si gonfiano per il vento come le vele di una nave. Robuste colonne sorreggono il soffitto e dividono lo stanzone in tre corridoi; Ruari, che si trova nel mezzo di quello centrale, non può che notare le file di letti disposti a distanze regolari nei corridoi laterali.

    Su ogni giaciglio è steso un lenzuolo bianco, sotto cui è nascosta una forma umana. Solo i piedi degli occupanti dei letti sono scoperti, ed ognuno mostra piante più o meno callose, unghie curate o rovinate, carnagioni chiare, olivastre e nere; ciò che tuttavia assimila ciascuna di quelle coppie di piedi è che ognuna reca un medesimo cartellino bianco appeso ad un alluce, mosso dalla brezza che penetra dai finestroni aperti. Per quanto non vi sia nessuno in quella che sembra sempre più una caserma militare trasformata in camera ardente, alla fatata sembra che gli occupanti dei letti si muovano con rapidi scatti sotto i lenzuoli, non appena allontana lo sguardo.

    Incuriosita e per nulla intimorita da quello che il suo corpo onirico sa essere il sogno dell'uomo addormentato accanto a sé, Ruari si avvicina ad uno dei letti e osserva la sagoma del corpo celato dal lenzuolo. La sua candida mano ricoperta da efelidi si allunga verso il bordo del telo e lo rimuove con un rapido gesto, accompagnato dal rombo di motori di un grosso aereo in passaggio a bassa quota proveniente dall'esterno. Nel letto è coricato un enorme pezzo degli scacchi in marmo nero. La forma - una semplice sfera che sormonta un corpo cilindrico - è quella di un pedone; la superficie nera e lucida appare liscia, a parte un foro presente sulla parte laterale del corpo. Attorno al buco è presente una patina marrone scuro, come se qualche fluido sia fuoriuscito da quel buco e si sia seccato colandone fuori.

    image



    Una melodia dolce, intonata da una voce femminile, distoglie l'attenzione di Ruari dall'oggetto della sua indagine e la sospinge a muoversi verso l'unica porta presente nella parete corta della caserma. I rumori di motori pesanti e qualche lontano grido disarticolato si sono intanto fatti più udibili al di là delle finestre, soppressi di volta in volta dal potente rombo di motori di aerei in sorvolo; nonostante il crescente frastuono, la nenia è sempre udibile e conduce con sicurezza la Changeling. La porta si apre su una radura verdeggiante e rigogliosa, in cui alberi carichi di foglie da una parte e lenzuola bianche stese ad asciugare dall'altra nascondono l'orizzonte alla vista.

    Il sole brilla forte e luminoso sulle figure che si trovano là in mezzo: due uomini, con indosso riconoscibili divise militari, sono seduti presso un piccolo tavolino; presso uno dei due - il più concentrato, a quanto dice la sua posa leggermente piegata in avanti e il mento nella mano - attende in piedi una donna dai vaporosi capelli biondi e dal corpo giovane, con indosso un abito a fiori in stile anni '50. E' da costei che proviene il canto, mentre mantiene una mano esile poggiata alla spalla dell'uomo vicino a sé.

    Avvicinandosi, Ruari può osservare che sul tavolino sia presente una scacchiera e che, dalla disposizione dei pezzi, sia in corso una partita. Nell'osservare i presenti, Ruari riconosce quasi immediatamente nel giocatore concentrato il signor McLoughlin, nonostante il suo volto sia quello giovane di un trentenne e i suoi occhi paiano decisamente più profondi e vitali; la donna vicino a lui le sorride e continua a intonare la sua dolce melodia senza parole, ponendosi l'indice sulle labbra.

    Dall'altra parte del tavolo è seduto l'altro militare che, pur non riconoscendolo, instilla un senso di leggera inquietudine e smarrimento nell'Alba. Il suo volto è pallido e scavato, come se fosse uscito da poco da una lunga ed estenuante malattia. La pelle è leggermente lucida e tirata sulle ossa e sui muscoli del viso; leggere occhiaie non fanno che donare ancor più profondità alle sue iridi nere. Sulla divisa sono presenti tre fori, attorno ai quali si dipinge un irregolare fiore rosso. A Ruari sembrano davvero tanto dei fori di proiettile.


    "Che ci fai qui, ragazza? Ah, non importa...prepareresti del the per questi due vecchi lupi e per la mia Mary, gentilmente?"

    Sono parole di McLoughin che, accortosi della nuova arrivata, le si rivolge con il solito tono perentorio ma con voce più giovanile e attraente. Un sorrisetto simpatico si dipinge sulle sue labbra fini, seguito da una strizzatina d'occhio in direzione della fatata dai capelli rossi.

    image
    Kelly ascolta le parole di Amber abbassando di tanto in tanto lo sguardo, forse per rispetto alle confessioni che provengono con così tanta facilità dalla bocca della fatata. I suoi occhi schizzano rapidi sulla sua mano solo quando Amber tenta un seppur lieve approcio fisico e, pur se scossa da un tremito, la ragazza finisce per non sottrarsi al tocco della Donna delle Rose.

    Una volta che questa ha concluso con le sue parole passano alcuni secondi, in cui Kelly pare voler mettere in ordine i pensieri. La sua voce è calma ed espressa con un tono piuttosto basso, udibile solo dalla sua vicina interlocutrice:

    "Anche a me fa molto piacere conoscerti, ma tutto quello che mi hai detto mi lascia un po' spiazzata. Non so nemmeno come ti chiami, eppure mi hai già detto di te cose che solitamente si tengono per sé stessi il più delle volte. Io...ecco...non so che dire, ma vorrei che, in qualunque modo si vada avanti, ci fosse il tempo di pensare. Come ti ho detto, ho avuto dei trascorsi che mi hanno portata ad essere così, e l'idea di agire di impulso mi spaventa. In più...c'è in ballo qualcosa che non conosco e che non so se fa per me oppure no, quindi avrei bisogno di tempo...nel caso in cui finissimo per pranzare ancora insieme".

    Un sorriso leggermente imbarazzato si dipinge sul suo volto, nonostante sia coperto da uno più ampio ma meno espressivo nel momento in cui vengono portati due caffè in grosse tazze. Scaldandosi le mani attorno alla propria, Kelly prosegue:

    "Per stasera ero già in parola con due mie vecchie amiche, però non c'è un vero programma della serata...se la cosa non ti dispiace potrei cercare di convincerle e magari ci vediamo là. Il mio numero lo hai e io ho il tuo, anche se l'ho salvato sotto "poetessa" - su suo volto il solito, dolcissimo sorriso- "possiamo trovarci, se ti va..."
     
    .
  7. Melisande
     
    .

    User deleted


    image
    Sorrido di rimando a Kelly, senza abbassare lo sguardo. << Sono proprio una stupida, lo sai? E maleducata...a volte mi comporto proprio come una bambina, e mi lascio trasportare...Maya...Maya Tremayne è il mio nome...anche se poetessa suona bene! E per stasera, beh...mi farebbe piacere passarla in compagnia tua e delle tue amiche...fammi sapere, ok? Aspetto un tuo messaggio... >>

    Rimaniamo così d'accordo di sentirci per la serata. Dopo il caffé, insisto per pagare il conto. Saluto Kelly e la osservo, mentre torna al lavoro. Speriamo sia veramente l'inizio di un bel rapporto. Mentre la sigaretta si porta alla bocca, recupero lentamente lucidità. Quante cose stupide ho fatto e detto in neanche un'ora di pausa pranzo! Ma le cose sembrerebbero esser andate bene...

    Osservo il cellulare, ormai sono le due passate. Con le dita scorro il menù, fino a riaprire l'SMS giunto dal telefonino di Rowena. Un respiro profondo. La cosa andava iniziata. Con calma e sangue freddo, ma era tempo di muoversi. Nessun changeling cui chiedere aiuto, da un mese a questa parte. L'unico potrebbe essere Mike, ma dopo ciò che aveva fatto..."No!"

    Con convinzione queste due lettere affiorano in testa. Non era assolutamente il caso di coinvolgerlo in questa storia. Almeno non ora.
    Quasi senza accorgermene, sono arrivata alla fermata dell'autobus. Pochi minuti d'attesa, e salgo sul vecchio autobus blu e giallo, che da Upper Ormond risale per Church Street, Constitution Hill, fino a Phibsborough Road. L'autobus si ferma appena dopo l'incrocio con Kelly's Lane. Il rivedere il nome della ragazza sul cartello, strappa un leggero sorriso, a calmare il cuore che già da un paio di fermate precedenti aveva cominciato ad accelerare.

    image



    Il rischio era molto, molto alto.

    Guardandomi attorno, scendo dal mezzo, attraversando la strada. Phibsborough street è poco più avanti, sulla sinistra. Con calma proseguo in mezzo alla gente, fino a girare nella via dove, fino all'anno prima, abitavo con mia madre, mio padre e mia sorella.
    Il cuore martella, il sangue sale alle tempie, l'adrenalina è al massimo. Mi appoggio alla parete della casa d'angolo tra le due Phibsborough, cercando di fermare il tremito che inizia a sorgere alle gambe. "Che ti prende, Maya? Forza!"

    Nulla sembra cambiato nel vecchio quartiere. Lentamente riprendo a camminare, tra la gente. La peggior sigaretta da quando ho imparato a rollare compare tra le mie mani. Ingobbita, storta, e per nulla cilindrica. Non importa. Passo dopo passo, la metà è sempre più vicina...
    SPOILER (click to view)
    Non proseguo che ovviamente mi dirai tu che succede (se succede) qualcosa. In ogni caso meta di Maya è la vecchia casa poco più avanti nella via. Gli darà un'occhiata, passandogli dinnanzi, ma tenendosi dall'altro lato della strada, cercando di capire se sembra lasciata a se stessa o se c'è qualche segno di abitabilità (percezione?/investigare? vedi tu :) ). In questo caso attraverserebbe, per andare a vedere se sul campanello esterno c'è ancora il cognome di famiglia. Ovviamente sempre massima attenzione, per qualsiasi cosa. A te le prove del caso che reputi necessarie
     
    .
  8. Jolirouge
     
    .

    User deleted


    image
    <<e questo?>> sussurra perplessa Ruari. L' enorme pedone è lì, lucido e tronfio, che la fissa. Certo, dire che la stia guardando è un tantino eccessivo, considerando che quel pezzo di scacchi non ha occhi nè vita.
    Tuttavia la ragazza scorge un foro incrostato di una sostanza non identificabile che disturba la superficie altrimenti perfettamente liscia dello scacco.
    "Sembra quasi...una ferita, sì...come se questo pedone fosse stato ucciso..." ma le sue riflessioni sono presto interrotte da un canto femminile, umano.
    Incuriosita si muove in direzione della fonte del suono, fino a ritrovarsi in un verdeggiante paesaggio sotto una splendida giornata.
    Tre sono le figure che subito le cadono all' occhio: due militari, piegati su una schiacchiera, e una donna bionda e appariscente, accanto a uno dei due uomini che altro non sembra che...
    <<signor McLoughin>> saluta Ruari con tono calmo.
    "Che ci fai qui, ragazza? Ah, non importa...prepareresti del the per questi due vecchi lupi e per la mia Mary, gentilmente?"
    L' Alba osserva il viso attraente di un signor McLoughin decisamente più indietro con l' età, in contrasto col volto emaciato del suo rivale. All' ex-investigatrice non sfuggono i fori sul petto dell' uomo "Un morto vivente..."
    Torna a fissare il padrone di quel sogno tanto bizzarro <<del the?>> si guarda intorno perplessa. Dove mai potrebbe trovare del the in quel luogo?
    <<signor McLoughin...che posto è questo? E chi sono queste due figure accanto a lei? Questa Mary e...lui...chi è lui? Che cosa gli è successo?>> domanda, indicando con un cenno del capo il soldato ferito.
     
    .
  9. Gormenghast
     
    .

    User deleted


    image
    Nel preciso istante in cui dalla bocca di Ruari erompe il flusso di domande, la sua voce viene coperta dall'assordante rombo di un enorme aereo di lucido metallo e dalla forma piuttosto tozza che sorvola a distanza terribilmente ravvicinata la radura. Il frastuono è potentissimo e l'ombra che attraversa lo spiazzo crea per un istante una specie di crepuscolo; stranamente, i panni bianchi stesi ad asciugare non fanno che ondeggiare pigramente e nessuna raffica di vento colpisce i presenti. Come se nulla fosse accaduto, i giocatori proseguono nella loro partita a scacchi e la donna a intonare la sua dolce melodia.

    Ruari coglie l'espressione dolce di Mary e si accorge che vicino a lei è presente un tavolino di mogano intarsiato, su cui fa bella mostra di sé un servizio da the in porcellana finissima. Evitando di chiedersi alcunché, la fatata versa la bevanda fumante nelle tazze e le porta al tavolo da gioco. Voltandosi, Ruari nota che il ringiovanito sognatore sta osservando la donna al suo fianco con un espressione muta, ma indiscutibilmente innamorata. Il suo sguardo indugia sul bel volto di lei, prima di tornare alla scacchiera e al suo avversario; questi, dal canto suo, ricambia lo sguardo senza dire una parola.

    "Cavallo in G 6. Scacco al re".

    La mano ringiovanita del signor McLoughin sposta un pezzo sulla scacchiera e un sorriso si apre sul suo volto, mentre con l'altra mano stringe quella posata sulla propria spalla. Un lungo istante trascorre nel silenzio, mentre i due avversari si scrutano. L'uomo seduto di fronte alla coppia assottiglia le labbra e china la testa in cenno d'assenso.


    "Regina in D 4; scacco matto. E' stata una bella partita, ma questa volta non hai combattuto e hai perso. Hai il mio rispetto, sergente, e non è qualcosa che concedo facilmente".

    "Non ho perso, amico mio; ti ho aspettato a lungo e finalmente ti sei deciso. Sono sempre stato pronto e ora ho tutto quello che desidero".

    "Non temi l'ignoto?"

    McLoughin si volta nuovamente verso la donna e riceve in cambio un sorriso radioso e gentile.

    "No. Non questo genere di ignoto, amico mio".

    Il sognatore si solleva dalla sedia e passa un braccio attorno alla vita della donna, sollevandola da terra e piroettando assieme. Mary lancia un grido divertito e bacia con ardore l'aviere, mentre le sue guance arrossiscono vistosamente. McLoughin lancia un'occhiata allegra e spensierata a Ruari, rivolgendole le ultime parole prima di scomparire a passo di danza fra gli alberi, stringendo al petto la giovane:

    "Grazie per il the e ricordati delle camicie!"

    Il cielo si scurisce improvvisamente, come se tramonto, crepuscolo e notte si fossero rincorsi a velocità impossibile; la volta tuttavia non mostra alcuna stella, ma solo un vuoto nero che si estende all'infinito. Gli alberi appassiscono e le foglie morte crollano a terra in un turbine frusciante mentre il tavolo con la scacchiera e le sedie scompaiono, non appena il misterioso avversario si solleva in piedi.

    Non indossa più abiti militari, ma un lungo saio nero dal cappuccio ampio che ne copre il viso. Quella che sembra una corda bianco-giallastra ne cinge la vita, anche se da essa proviene un suono simile a quello di dadi che cozzano fra loro. La figura è ben più alta di prima, sovrastando di parecchio Ruari. Da sotto il cappuccio proviene una voce atona, profonda, sepolcrale. Una voce che, se solo fosse proprietà dell'umana favella risucchiare persino il calore e la vita, sarebbe esattamente come quella che Ruari ode provenire da quella inquietante figura.


    "TI CHIEDI PERCHE' SIAMO ANCORA QUI, FIGLIA DEL SONNO, ORA CHE IL SOGNO NON E' PIU' DEL SOGNATORE. TI CHIEDI CHI SONO, MA CONOSCI LA RISPOSTA. ORA DIMMI: OSERESTI ANCHE CHIEDERTI COSA POTREI FARE PER TE?"

    Una pausa, mentre a Ruari pare come se l'intero universo fosse in bilico su un baratro terribile e insondabile. Una sensazione tale da toglierle il fiato, paralizzandola per un istante ancora.

    "FRAGILI. SPAVENTATI. PERSI. EPPURE COSI' RARI E MERAVIGLIOSI VOI SIETE. DAVVERO DEGNI DI ESSERE MIEI PARI QUANDO VERRA' IL TEMPO..."

    image
    Il cuore martella in gola alla donna di rose, nel riconoscere sempre più dettagli di una vita che le è stata strappata così tanto tempo prima. Certo, per quelli che si trascinano lungo le vie della città, ignari degli orrori che albergano appena fuori dall'uscio delle loro fragili dimore, è passato solo qualche mese...ma quanto le è stato strappato, quale genere di abominevole esperienza è stata costretta a vivere, nessuno di loro lo avrebbe mai saputo.

    Lungo la strada scorrono macchine e autobus, mentre i marciapiedi sono quasi deserti se non per qualche raro passante. Il negozio di liquori all'angolo, con le sue insegne rosse e verdi, quasi strappa un gemito ad Amber per i ricordi che quell'angolo di normalità fanno riemergere. Il cornershop vicino alla sua vecchia abitazione, gestito da una famiglia che Amber non ha mai ben capito se coreana o vietnamita, è aperto e i soliti espositori dei giornali sono posizionati come sempre davanti alle piccole vetrate laterali.

    Pochi passi, ed eccola: casa sua, con il piccolo camminamento attraverso il praticello che conduce alla porta rossa. Le finestre del pian terreno mostrano tendaggi bianchi tirati, impedendo di potervi scrutare all'interno; al piano sopraelevato, anche le tende della camera di Amber è chiusa, così come quella di Rowena. Strano, ad entrambe piaceva che la luce del giorno rischiarasse i loro piccoli regni. E' nel confronto con l'immagine impressa nella sua mente che Maya scopre altre rilevanti differenze: il prato è maltenuto e erbacce crescono rigogliose lungo il muro, mentre alcune foglie e un sacchetto di plastica si trovano lungo il vialetto, solitamente ben tenuto grazie alle cure di sua madre.

    E' casa sua eppure, nel profondo del suo cuore, Amber non può che percepire qualcosa di diverso, quasi che in quell'edificio si sia spento qualcosa di indefinibile...


    SPOILER (click to view)
    In casa propria difficilmente non ci si accorge delle differenze, soprattutto per il fatto che è uno dei luoghi a cui si è più abituati. Non faccio tiri, dopotutto Amber si accorge senza grandi indagini di cosa non combacia con i suoi ricordi :)
     
    .
  10. Melisande
     
    .

    User deleted


    image
    La sensazione di timore e paura cresce esponenzialmente, nonostante tutte le auto-raccomandazioni che la mente continua a produrre, passo dopo passo, mentre alla vista si delinea finalmente la meta prefissata. Le immagini del giorno prima dell'incidente sono flash impossibili da tenere a bada.

    "Dove sono? Dove sono i piatti di plastica, Mark?"
    "Non lo so cara...hai guardato nella credenza?"
    "Mi prendi in giro? Certo che ci ho guardato...non ti avevo detto di comprarli al supermercato? Sei sempre il solito stupido"
    "Eheheh, stupido, eh? Guarda qua Gwen, dietro i biscotti...rilassati un pò...dobbiam star via un giorno, la stai facendo peggio di quando ci siam trasferiti! Ahahahah!!!"
    'TUNF'
    Gwen che tira un pugno sulla spalla di Mark, il suo volto a metà tra l'imbronciato e l'allegro


    Il calore di quel momento di gioia familiare fa recedere quell'opprimente sensazione...almeno un pochino...

    "Maaark? MAAAARK!!! Il cestino, il cestino da picnic? Dov'è?"
    "CHIEDI A ROWENA, SONO IN BAGNO!"
    "Mà, sei troppo fuori, tieni il cestino"
    "Non guardarmi con quell'aria di sufficienza, Rena!"
    "Ma che picnic vuoi fare, Mà? Nevica, e anche alle isole c'è freddo. Ci prenderemo un'accidente..."
    "Sembri mia madre, Rena...ora capisco da chi hai preso..."
    "Scema..."
    "Ahahahaha, siete una comica voi due..."
    "Amber, invece di ridere, dammi una mano a preparare i toast!"
    "Arrivo Mà..."


    "Arrivo Mà..."
    Un rivolo di vento scompiglia i capelli, portando via con sé i ricordi, ma lasciando in me un nuovo tipo di sensazione. Stupore. Puro, semplice, follemente assurdo.
    La villetta è proprio li, di fronte a me. Una quindicina di metri, sull'altro lato della strada. Come un tempo. Anzi no. Pare che il tempo si sia fermato. Fermato a quel giorno, quel maledetto giorno, al solo cui provare pensarci è una stretta al cuore che fa male. Molto male.
    Tende tirate, giardino lasciato all'incuria.
    La prima, grossa preoccupazione, ora è pesante come un macigno. Gwen non c'è più. Non avrebbe mai lasciato le cose in questo stato. Le sue manie di pulizia, la volontà di voler creare un piccolo paradiso dove vivere felice assieme al resto della famiglia, tutto spazzato via come se nulla fosse.
    In un angolo del giardino, le assi pendenti di un piccolo casotto per gli attrezzi, che papà Mark stava costruendo nel tempo libero. Lui non lasciava mai le cose a metà. O le portava a termine, o le cancellava. Invece quello era li. Abbandonato a se stesso. Diroccato, come la mia anima. Anche papà non c'era più. Odio con tutta me stessa certi pensieri, ma non posso far a meno di pensare diversamente.

    "Eppure ha risposto...che se ne sia andata da qua?" non dico che m'aspettassi di vedere qualcuno, non m'aspettavo proprio nulla. Eppure, dopo quel messaggio, la realtà dei fatti rivela tutta la mia ignoranza. Sento forte l'impulso di gridare, chiedendo al mondo che cavolo era successo. Ormai è passato quasi un anno. Mesi e mesi di buio completo. Anzi, anni. Anni dove le domande neppure potevan esser poste. Anni dove l'unico pensiero nella mente era come soddisfare i Suoi capricci, una schiava tra le catene del dolore e del piacere.

    Calde lacrime solcano il mio viso, mentre attraverso la strada. Le dita passano lentamente sul campanello, sui caratteri in rilievo di quel cognome, Tremayne, ormai inutile simbolo di una famiglia distrutta. "Cosa devo fare?"
    Eccola. La domanda più corretta che possa affacciarsi nel turbinio di confusione che circonda la mia vita. Ora che ero lì, cosa avrei dovuto fare?

    Lentamente, mi allontano. Attraverso nuovamente la strada. Inizio ad incamminarmi lungo il marciapiede. Un fugace pensiero, provo a scacciarlo, ma non ci riesco. Almeno quello devo farlo. In pochi minuti percorro quei duecento metri che separano casa mia dal piccolo negozio di fiori della vecchia Joan Fleming. Lei e la figlia hanno sempre gestito quel posto, sin dal nostro arrivo a Dublino. E li ho sempre trovato tutto quello che cercavo. Mi hanno vista crescere, sin dal 1992, assieme a mia sorella. Mi avrebbero riconosciuto? Sicuramente. Avrei messo in pericolo me stessa e, ancor di più, Rowena? Niente di più facile.

    'DLIN DLON'

    Il piccolo campanello, sulla porta in legno e vetro smerigliato, lancia il segnale d'ingresso. Ingresso in un mondo che non era più il mio.
    Il profumo dei gigli, delle orchidee, delle rose inebria le narici, portando in secondo piano quella fragranza che da sempre ha circondato il mio nuovo essere. Gli occhi scorrono rapidi sulle composizioni floreali presenti sugli scaffali, appese al soffitto e posate in terra. Piante vere, finte, fiori secchi, frutti antichi. So cosa cercare.

    image



    Il caprifoglio, il fiore preferito da Gwen, assieme all'orchidea dunensis, molto rara, che cresce quasi esclusivamente nelle isole gallesi. Mark l'adorava. Rowena le identificava con Ynys Môn, la nostra isola. Ne era rimasta ammaliata quando tornammo per i funerali della nonna.
    Chinata, riesco ad udire dei passi provenire alle mie spalle. Chissà se mi riconosceranno...
    SPOILER (click to view)
    ovviamente l'allontanarsi e l'andare dalla fioraia sono previa mancanza di avvenimenti...in caso edito^^
     
    .
  11. Jolirouge
     
    .

    User deleted


    Ruari osserva impotente la mutazione improvvisa del paesaggio, mentre il signor McLoughin e la sua bella si allontanano inesorabilmente.
    "Grazie per il the e ricordati delle camicie!"
    La ragazza ha ben altro a cui pensare invece. Si sarebbe aspettata di svegliarsi, di uscire da quel sogno che non le appartiene insieme al proprietario, eppure eccola ancora lì, intrappolata insieme a...
    "TI CHIEDI PERCHE' SIAMO ANCORA QUI, FIGLIA DEL SONNO, ORA CHE IL SOGNO NON E' PIU' DEL SOGNATORE. TI CHIEDI CHI SONO, MA CONOSCI LA RISPOSTA. ORA DIMMI: OSERESTI ANCHE CHIEDERTI COSA POTREI FARE PER TE?"
    Incredula, l' Alba fissa l' imponente figura che ha davanti. Mai si sarebbe aspettata di rimanere prigioniera in chissà quale dimensione onirica in compagnia della Morte.
    <<sei la Morte, non è vero?>> mormora.
    Dopottutto, l' aspetto dell' entità lascia ben poco spazio all' immaginazione. <<perchè mi trattieni qui? Ma esattamente,cos' è questo posto, se non si tratta più di un sogno?>> Ruari si dà una veloce occhiata intorno <<e se sei davvero la Morte, dimmi, dove porti le anime della gente, una volta che te le sei prese? E perchè stai spendendo il tuo tempo qui, con me? Non sarà giunta la mia ora, vero? O quella del signor McLoughin...>> un brivido freddo le percorre l' intera spina dorsale.
    <<che cosa vuoi da me?>>
     
    .
  12. Gormenghast
     
    .

    User deleted


    image
    La torreggiante figura è immobile e silenziosa, al punto che nemmeno il lieve ondeggiare dal suo nero saio produca il benché minimo fruscio. Solo quando le domande dell'inquieta fatata cessano, dalle profondità oscure del cappuccio erompe nuovamente la cavernosa voce udita poco prima:

    "HO MOLTI NOMI, E MOLTI ME NE SONO STATI DATI. SONO CIO' CHE DICI, ALMENO IN PARTE; QUI, NEL REAME DI MIO FRATELLO, SOLGONO CHIAMARMI IL PALLIDO. IL MOTIVO PER CUI MI HAI INCONTRATO ESULA DA CIO' CHE TI RIGUARDA, POICHE' IL SOGNO CHE HAI VISITATO NON E' IL TUO; TUTTAVIA SEI ANCORA QUI PER UN MOTIVO. SEGUIMI".

    La figura inizia a muoversi scivolando sul terreno ricoperto di erba appassita, allontanandosi da Ruari. Tutto attorno a lei l'oscurità crescente avvolge sempre di più i dettagli, risucchiando l'essenza del sogno come l'oblio fa con i ricordi. Lasciata con poche scelte a disposizione, la fatata non può far altro che affrettarsi verso la figura ammantata, che raggiunge poco dopo. La consistenza del terreno si fa via via più cedevole, inducendo Ruari a guardarsi ai piedi. Laddove era terreno solido ora vi è sabbia grigiastra, che prosegue all'infinito in ogni direzione. Un deserto senza fine, dove ogni scintilla di vita è stata risucchiata e dove tutto è sterile e morto. All'orizzonte un tenue bagliore grigiastro illumina il cielo nero, ed è in quella direzione che il Pallido pare dirigersi.

    NON SEI TRATTENUTA QUI CONTRO LA TUA VOLONTA'. E' IL DESIDERIO DI SCOPRIRE IL MOTIVO DEL NOSTRO INCONTRO A TRATTENERMI. CIO' CHE PUOI OFFRIRMI LO PRENDERO' QUANDO SARA' GIUNTO IL TEMPO, E TU NON POTRAI RIFIUTARMELO; ORA, TUTTAVIA, DESIDERO OFFRIRTI UN DONO".

    La figura si ferma e si volta, inducendo la Changeling ad arrestare i suoi passi e a fronteggiarla. Alle spalle della slanciata sagoma di fronte a Ruari il bagliore si è fatto più vivo e la sua sorgente si è resa visibile: un sole completamente nero, simile a una potente eclissi, è sorto all'orizzonte; nell'interminabile deserto solo le ombre di Ruari e del suo inquietante compagno si estendono all'infinito in direzione opposta a quell'assurdo astro.

    IO E I MIEI FRATELLI VENIAMO CHIAMATI GLI ETERNI, POICHE' QUESTO SIAMO. ANCHE COLORO CHE SI DEFINISCONO IMMORTALI, CHE SIANO DEI O GLI ESSERI CHE VOI CHIAMATE FATE, TRAMONTANO E SVANISCONO. SOLO NOI SETTE PERDURIAMO: ESISTIAMO DA PRIMA CHE IL TEMPO ABBIA EMESSO IL SUO PRIMO VAGITO E SAREMO OLTRE LA FINE DI TUTTO. SIAMO SEMPRE E OVUNQUE, E VEGLIAMO. MI AUGURO CHE QUESTO RISPONDA AL TUO QUESITO, BREACHAD".

    Una pausa, quasi una gentilezza da un essere che si potrebbe facilmente intuire privo di qualsiasi sensibilità umana, interrompe il discorso per permettere a Ruari di coglierne il senso. Un fremito scuote Ruari nell'udire l'essere riferirsi a lei col termine galico che significa "alba", inducendola al silenzio per permettergli di proseguire.

    "I NOSTRI SCOPI NON SONO ALLA PORTATA DI ALCUN MORTALE, MA I NOSTRI DONI LO SONO. TU E I TUOI COMPAGNI - ROS, SCATHAN E OIGHEAR - SIETE DESTINATI A FALLIRE NELL'IMPRESA CHE ECHEGGIA NEL VOSTRO FUTURO. VOSTRA E' LA SCELTA DI ACCETTARE, OPPURE QUELLA DI TROVARE MIA SORELLA E UDIRE LA SUA PROPOSTA. IN QUESTO EONE SI FA CHIAMARE LA VAGABONDA MA, COME TUTTI NOI, HA MILLE E NESSUN NOME. DOVRETE VIAGGIARE IN QUESTO REAME, NEL DOMINIO DI MIO FRATELLO CHE I SAGGI CHIAMANO SKEIN, AFFIDANDOVI AD UNA GUIDA CHE CONOSCA LE VIE DEL SOGNO. COME PUOI VEDERE, UNA DELLE PIU' ABILI E' STATA GIA' QUI".

    Il capo coperto della figura volge in basso e di lato; Ruari ne segue la direzione e osserva le piccole onde di sabbia sul terreno, dove una serie di impronte feline si estende dalla cima di una duna ad un'altra.


    "RIGUARDO ALLA TUA ALTRA DOMANDA: MI DARAI TU STESSA LA RISPOSTA, IL GIORNO DEL NOSTRO PROSSIMO INCONTRO. FINO AD ALLORA, LASCIA CHE LA TUA LUCE SPLENDA ANCORA".

    La luce grigia di quello strano luogo si fa sempre più potente, al punto da indurre Ruari a strizzare forte gli occhi. Quando li riapre, la fatata si accorge di essere seduta un po' scompostamente sul divano; nella poltrona occupata in precedenza dal signor McLoughin non c'è nessuno, allarmando la giovane che si rimette in piedi in fretta. Dal corridoio provengono passi strascicati e, oltre la porta, compare la figura avvolta da coperte dell'anziano.


    "Ma che ti prende, ragazza? Hai visto un fantasma, per caso?"

    L'uomo scuote il capo ma lo fa con un sorriso sul volto, come se qualcosa lo rendesse stranamente di buon umore. Dirigendosi verso la cucina, la voce dell'uomo torna a farsi sentire:

    "Senti, lascia stare le camicie: ci penserai la prossima volta. Va a divertirti con i tuoi coetanei e non dimenticare la busta sul tavolo. Lo so io quanto in fretta scialaquate i vostri soldi, voi giovani!".

    image
    Il potente odore di polline nel negozio si mescola all'onnipresente fragranza di rose che corconda Amber, la cui qualità è tuttavia tanto sottilmente quanto terribilmente diversa da ogni rosa esistente da questa parte della Siepe. Il profumo che la Flowering porta con sé è un profumo tanto dolce quanto alieno, capace di ammaliare la mente dell'uomo con un incantesimo; mentre la fatata ode i passi e fa per voltarsi, il suo ultimo pensiero è se sia giusto o meno avere un simile potere sui mortali, e se privarli della loro volontà non sia qualcosa che la accomuni a chi l'abbia imprigionata.

    La prima cosa che Maya osserva sono un paio di scarpe femminili piuttosto lise, di foggia decisamente poco moderna. Gambe appesantite dall'età scompaiono sotto una lunga gonna marrone, abbinata a un pesante maglione bianco delle isole Aran. In cima al corpo che i suoi occhi risalgono, il volto grinzoso che mostra solo un ricordo della bellezza di cui era dotato ricambia il suo sguardo: è il primo volto che Amber riconosce dopo tutte le vicissitudini passate, il primo volto di quella vita che ora par tornare lentamente a lei.


    "Buongiorno, ha bisogno di qu...."

    Quello che accade, tuttavia, stordisce Amber peggio di un pugno in pieno stomaco: il volto della signora Fleming, inizialmente rilassato in un'espressione di neutra cordialità, impallidisce ad una velocità impressionante e i suoi occhi si spalancano dietro alle lenti degli spessi occhiali; la donna barcolla indietro e si deve aggrappare ad un ripiano per non cadere, urtando un vaso col gomito e spedendolo a fracassarsi sul pavimento.

    "Dio, no...non è possibile!...a figlia dei Trem...Amber? Non puoi essere tu! NON PUO' ESSERE! TU...TU SEI MORTA!"

    SPOILER (click to view)
    L'impatto con una notizia come questa è annoverabile come "extreme unexpected life changes". Considerando che per un changeling il venire a conoscenza di come la sua identità mortale sia, in effetti, morta, implica realizzare quanto questo possa incidere sul recupero della sua precedente esistenza. Ricevere la notizia senza il filtro di qualcuno che possa comunicarla a gradi non da bonus al tiro per il tiro degenerazione che è da Clarity Breaking point 4.

    Tiro per Clarity Breaking Point 4: 3 dadi - 1 per maledizione di seeming (fairest): 2 dadi. 4-1. Fallimento.

    Il punteggio di clarity scende a 6.

    Tiro per evitare alienazione mentale: 3 dadi: 10-10-8, ritira 10: 8-6. 4 successi, nessuna alienazione acquisita.

    PS: asd Meli, sapevo che prima o dopo quel tiro ci sarebbe stato e speravo che qualcuno potesse garantire un bonus al tiro di clarity, nel dare la notizia con un pò più di gradualità :wacko:
     
    .
  13. Melisande
     
    .

    User deleted


    image
    ...

    Qualcosa si è rotto. No. Sarebbe meglio dire "tagliato". Si, è questa la parola giusta. Quel qualcosa era teso, fino al limite estremo, fino al punto di rottura. A quattro mani cercavamo il modo di allentare la tensione, muscoli tesi, non forti fisicamente, ma temprati da quella follia che ci aveva accompagnate, sin da quel giorno, sin da quel momento. E ci stavamo riuscendo.

    Incredibilmente, la freddezza di Maya aveva bilanciato il carattere irrazionale e dolce di Amber. Ed entrambe si erano affidate a ciò che Wisol aveva loro raccontato, a ciò che avevano imparato, e all'esperienza nella Siepe. Un percorso di tempratura, ma che aveva un anello debole. Lei prima, i Changeling poi, Mike, Ruari e Alex alla fine. Maya e Amber non erano mai state veramente sole. Ma se entrambe potevano contare l'una sull'altra, non così è accaduto con gli altri punti di riferimento. Al di la di quel che era successo con chi condivideva la fuga - Alex che si era tirato fuori da tutto, Mike che aveva dimostrato la fragilità del suo animo più volte, Ruari che sembrava non esser troppo diversa da ciò che aveva per sempre perduto - è stata l'annichilazione di Cadwallion a far precipitare le cose.
    Troppo presto, troppo. Mancavano migliaia di domande, le risposte erano poche. E quel mese che sarebbe servito per colmare i vuoti presenti nella condizione in cui si versava, si è rivelato un precipizio d'ignoranza, una bambagia in cui annebbiare la mente, un'oblio dove né domande né risposte venivano cercate, ma accantonate con noncuranza.
    Maya era riuscita, piano piano, a costruire una parvenza di vita intorno ad Amber. Con il lavoro, con il gruppo. Ma era sola.
    Amber si era cullata nel caldo rifugio di Maya, lasciando alla sua supervisione ogni problema. Ma non aveva mai smesso di pensare.
    Poi le cose erano precipitate. Più di un mese, senza avvicinarsi di un passo a chi erano veramente. E Maya non è immune da errori. Il più grosso seguire ciò che il cuore suggerisce. E non per Fede è stata fatta la scelta. Quanto per la testarda, forte convinzione che si potesse trovare una via, anche da soli. Nessuno poteva sapere quando la situazione di Dublino potesse tornare normale. Nè se mai lo sarebbe ridiventata. Non era un errore. Sia Maya che Amber ne erano perfettamente consapevoli. E' che a volte le cose non vanno come dovrebbero. A volte si muore.

    Se alla signora Fleming le gambe avevano retto - ma chissà il cuore, povera vecchia - l'animo di Amber viene lacerato, più e più volte, come un foglio di carta strappato lungo ogni suo bordo. E se la maschera di Maya non avesse retto, dio solo sa quel che sarebbe successo. "Trattienimi. Sono a sei passi dal bordo del precipizio. E sei passi non sono poi tanti..."
    Non so perchè mi sia venuta in mente questa strofa dei Creed. Forse perchè un passo, quella direzione, è appena stato compiuto.

    "Sono veramente morta, Maya?"
    "Si..."
    "Capisco..."
    "Ma sei risorta, ricordalo..."
    "Niente sarà più lo stesso...neppure tu sei riuscita a proteggermi"
    "Ancora sei passi, Amber. Non cadrai"
    "Andiamocene"
    "No..."

    Piangere, fuggire, urlare, abbandonarsi alla primordiale disperazione non sono che alcuni dei pensieri che occupano la mente, amplificati dalle parole appena udite. "Tu sei morta..." rimbalza da un lato all'altro del cervello, dell'animo, del cuore.
    E' con un tremendo sforzo di volontà che ricaccio via tutti quei pensieri, nel tentativo di mantenere l'autocontrollo adatto per poter sostenere la situazione.
    SPOILER (click to view)
    Vista la botta, se è necessario un tiro fermezza+autocontrollo, è giusto spenderci un punto di volontà

    Dovevo restare. Se ero morta, veramente morta, come sembrava...allora non c'era alcun artifizio. Nessuno aveva preso il mio posto. Rowena era sola. Ricaccio con forza il pensiero che anche lei sia stata rapita, e che a rispondere al messaggio fosse stato il suo artifizio. Per quanto l'opzione fosse più di una semplice teoria campata per aria. E se Rowena fosse morta? Se qualcun altro ancora avesse risposto?

    << Ti prego...ti prego...giuro che non ci sto capendo più niente... >> la voce è roca, colma di un'enfatizzata disperazione, trasudante tristezza << ...che cosa...che cosa è successo? Io non ricordo più nulla...ma sono viva... >> prendo la mano alla donna, forse con troppa forza, nel timore che possa ritrarla, portandola contro il mio petto << ...lo senti? Senti il battito del mio cuore? Io sono viva... >>

    I miei occhi sono fissi in quelli della vecchia Joan Fleming << ...una strana nostalgia mi ha colto quando ho visto questo negozio, e non so perché...chi sei? Cos'è successo? >>
    SPOILER (click to view)
    Ora farei due prove, se possibile: la prima di inganno (Ascendente + Sotterfugio) per instillare confusione nella vecchia, facendole credere che non ricordo assolutamente nulla. La seconda di ascendente + persuasione, per farmi raccontare cos'è successo. Aumento ascendente di 2 pallini, spendendo 2 punti Malia.
    Ah, se la vecchia non mi schiatta di crepacuore, è possibile mietere Malia da lei? Credo che la sua reazione al vedermi abbia liberato un pò d'emozioni :P
    Aggiungo sotto la voce "Modifiche" della scheda la penalità di -1 alle prove di percezione data da Chiarezza 6 :)
     
    .
  14. Jolirouge
     
    .

    User deleted


    image
    Ruari vorrebbe fermare la figura, chiederle più cose riguardo al futuro suo e dei suoi compagni, più informazioni sull' identità della "Vagabonda" , della guida, della natura degli Immortali, e dei domini da esplorare...
    e invece si ritrova scomposta e irrequieta sul divano del signor McLoughin.

    "Ma che ti prende, ragazza? Hai visto un fantasma, per caso?"

    L' Alba tenta di assumere un' aria calma e rilassata, o per lo meno più "normale" , rendendosi conto di avere gli occhi spalancati e allucinati. <<tutto...tutto bene signor McLoughin? Si...sente...si sente meglio adesso?>> farfuglia, tendando di domare la mandria di pensieri imbizzarriti nella sua testa. "McLoughin...sogno...scacchi...il Pallido..." e la cosa incredibile, è che si ricorda veramente TUTTO di quello che ha sognato. Non una parola sfugge alla sua memoria, quasi fossero state incise con ferro rovente.

    "Senti, lascia stare le camicie: ci penserai la prossima volta. Va a divertirti con i tuoi coetanei e non dimenticare la busta sul tavolo. Lo so io quanto in fretta scialaquate i vostri soldi, voi giovani!".

    Pochi minuti dopo, Ruari è libera, più razionale, e profondamente grata al signor McLoughin.
    Certo non si era aspettata di avere parte della giornata libera, ma il suo obiettivo primario in quel momento è soltanto uno: "Devo avvisare gli altri...dirgli tutto. Dobbiamo organizzarci...fallire...no, non possiamo fallire...dobbiamo trovare la Vagabonda" per un attimo si chiede se i suoi compagni possano credere ad un' esperienza tanto assurda e pensare che il suo sia semplicemente stato un sogno "Ma perchè non dovrebbero? Ormai viviamo in un mondo tanto assurdo" intanto a passo spedito si dirige verso il Rifugio.
     
    .
  15. Gormenghast
     
    .

    User deleted


    image
    Il cuore di Amber pare impazzito, dopo gli innumerevoli battiti mancati in seguito alla drammatica rivelazione appena ricevuta. l'odore dei fiori è innaturale, arricchito da aromi indiscutibilmente alieni: il profumo di gigli di cristallo, capaci di crescere solo sui monti che galleggiano sopra oceani di lava, si mescola a quello delle calendule di sangue e del gelsomino eterno. Nella mente fratturata della Changeling quella fragranza risuona come una melodia folle, che nessuno strumento umano potrebbe nemmeno lontanamente imitare. Nel suo campo visivo i colori si sciolgono e dipingono un quadro astratto dalle tinte cariche, scintillando ritmicamente fra realtà e sogno.

    SPOILER (click to view)
    Amber è sconvolta e, per rendere il suo stato mentale, applico una penalità di -5 sui tiri sociali, a cui viene sottratto un -1 di malus per ogni successo in un tiro fermezza +autocontrollo (su cui applico il pool di dadi bonus per l'uso di un punto volontà).

    Tiro fermezza+autocontrollo (6 dadi+3 bonus volontà), 9 dadi: 9-9-8-8-7-7-6-3-2. 4 successi, malus sui tiri sociali ridotto a -1.

    Tiro Ascendente+Sotterfugio (5 dadi+2 bonus per spesa glamour in incremento Ascendente): 9-7-7-4-3-2-1. 1 successo, ridotto a 0 successi per malus su prove sociali.


    La voce che esce dalla bocca della fatata suona innaturale persino alle sue stesse orecchie: non è la voce di una terrorizzata Amber, quanto piuttosto quella di Maya. Il suo tono è decisamente poco sconvolto, come se tutto ciò che stesse accadendo non fosse altro che una recita a cui la fanciulla non partecipi né con la mente, né col cuore.

    La mano della signora Fleming è gelida e sudata, fra quelle della Changeling; con un soffocato urlo, sentendosela stringere vigorosamente dal fantasma che le è dinnanzi, la donna la ritrae di scatto sul petto e la stringe convulsamente con l'altra. La sua voce è sconvolta e flebile, risuonando indebolita e spaventata in risposta alle parole della fatata:


    "I Tremayne e Amber sono morti nell'incidente...sono stata io stessa al loro funerale! Ho visto calare la tua...la bara della ragazza...al cimitero di Glasnevin, assieme a quelle dei genitori! Tu non puoi essere Amber...non puoi!" Il petto della donna è scosso da un sussulto, mentre inizia a singhiozzare in risposta allo shock. "Se sei Amber...se c'è stato uno sbaglio...dobbiamo chiamare la polizia. Ecco, la polizia può aiutarti...stai qui, basta una telefonata e vedrai che andrà tutto a posto..."

    La donna arretra arrancando, visibilmente intenzionata a prendere quanta più distanza possibile dalla fantasma che le si è materializzato davanti e si dirige verso la porta posteriore del negozio. Agli occhi di Amber la sua figura perde e acquista nitidezza come se un obiettivo impazzito non riuscisse a mettere a fuoco l'immagine, mentre il caleidoscopio di colori che la circonda non smette nemmeno un secondo di vibrare e vorticarle attorno.
     
    .
224 replies since 7/9/2009, 01:00   4414 views
  Share  
.
F_UP